Giornalista sei tu

Il manifesto del nuovo PD di Gela

Caro Segretario Provinciale,
da poche settimane è iniziato nel partito un “nuovo corso”, che pare voglia mettere al centro le persone e le
loro idee, rafforzando a tal fine le segreterie locali, luoghi di interlocuzione e produzione di programmi.
Ed invero una delle prime azioni del Segretario è stata quella di consultare i circoli, richiedendo alla “base”
quali fossero le priorità per un futuro programma ispirato ai canoni che da sempre hanno contraddistinto il
partito.
Ebbene, dall’esito della consultazione è emerso in modo chiaro ed inconfutabile un dato: esiste un consenso
generale tra tutte le regioni sulla necessità del superamento del divario tra Nord e Sud!
Ma, ad arricchire questa necessità, nonché a confermare la comunanza di idee dentro la base dei vari circoli
di tutta Italia, emerge un dato importantissimo: difatti, l’85% dei vademecum ricevuti dal Nord lo ritiene (il
superamento di questo divario) una priorità!
Da una volontà così partecipata e unanime degli iscritti ci si aspetta una altrettanto conseguenziale e naturale
risposta da parte del Partito e dei suoi rappresentanti. Molti di noi hanno supposto che occorresse impegnarsi
e vigilare affichè i fondi del recovery fund, ottenuti in virtù di parametri strettamente collegati al SUD, fossero
realmente destinati a questa parte del paese ma a vantaggio dell’Italia tutta. Perché colmare il divario è un
tema mazziniano, un tema quasi risorgimentale.
Infatti, non si tratta di valutare l’argomento con scenari campanilistici o con quel federalismo egoista che
certi fronti parlamentari ancora sostengono: sul punto l’UE, nell’allegato 1, è stata estremamente esplicita e
ha individuato criteri per ripartire le ingenti risorse, che qui ricordiamo:
1) Direttamente proporzionale alla Popolazione;
2) Inversamente proporzionale al livello del Reddito pro-capite;
3) Direttamente proporzionale al tasso di disoccupazione medio degli ultimi 5
Tali criteri, da studi riconosciuti in ambito nazionale e mai sconfessati dal Governo, darebbero la possibilità
al SUD di ottenere il 68% dei fondi del Recovery e non anche il 40% così come promesso e individuato nel
PNRR prospettato in Parlamento.
E invece nessuna posizione di merito è stata assunta dal nostro Partito, ben sapendo che su questo tema si
stanno organizzando nuovi e ben strutturati agglomerati di opinione che probabilmente si struttureranno
per una rappresentanza parlamentare alle prossime politiche. Insomma, un tema che il Recovery Fund sta
portando all’attenzione nazionale. E un Recovery Fund che non sia equamente distribuito,
proporzionalmente ai deficit di coesione, rischia di incrementarli.
Anche perché una prima domanda che viene naturale formulare è la seguente: quanto avrebbe ottenuto
l’Italia con quei criteri se non ci fosse stato il SUD e le sue disuniformità infrastrutturali? Circa il 78% in meno
delle risorse!

Questi argomenti, che stanno lievitando dal basso, stanno mettendo in evidenza che qualcosa non sta
andando nel verso giusto!
Così facendo il PD lascia ad altre controparti la gestione del tema principale per una ripartenza dell’Italia
tutta, ovvero la “questione meridionale” ribattezzata da molti in “Equità territoriale”. Tema diventato
universalistico perché ingloba anche i rapporti tra periferie e centro anche nelle aree sviluppate del Nord.
E in un tema così importante rilevare, altresì, come l’Artemio Franchi di Firenze possa rappresentare un’opera
strategica per la Nazione, lascia un po’ perplessi e rischia di aumentare il distacco da parte di quella
popolazione che nel Sud Italia rivendica ad oggi quei diritti basilari che potrebbero davvero risultare
“strategici” per una ripresa di questa parte di territorio.
Ma ancor di più è evidente come l’azione attuale del Partito Democratico stia tradendo sul punto la base, a
partire dagli iscritti, per tre volte consecutive: la prima in quanto tradisce la volontà di tutti i tesserati (cfr.
consultazioni nel Nord Italia) che avevano richiesto l’impegno per eliminare il gap tra Nord e Sud; la seconda
perché sconfessa apertamente i valori di equità, uguaglianza infrastrutturale e solidarietà che ispirano il
riformismo del Partito; infine tradisce una parte di territorio, il SUD, non tutelato su questo tema e che
rivendica legittimamente dei diritti a monte riconosciuti mediante dei parametri UE.
Lasciando inascoltate le istanze provenienti dalla base si affida la trattazione di questi temi ad altri movimenti
di opinione, i quali mettono al centro l’equità anche tra centri e periferie del nord (non i classici movimenti
borbonici, meridionalisti o autonomisti) con l’aspirazione a diventare rappresentanze parlamentari
strutturate che raccoglieranno bacini di voti dalle aree scontente del sud che hanno votato, in buona parte,
per il sorgente movimento 5S. Tale opinione pubblica sta diventando movimentismo e presto potrà diventare
rappresentanza parlamentare sul tematismo della equità in chiave nazionale, di cui il Recovery Fund diventa
l’innesco e la miscela che lo alimenta. Essere sordi a tale fenomeno culturale e politico è una colpa che non
possiamo permetterci.
Pertanto, nella piena adesione di chi crede negli ideali di un centrosinistra rappresentato dal Partito
Democratico ma vede titubanza e scarso coraggio su un tema unitario, Vi Invitiamo a non concentrarvi solo
sul tema delle alleanze e dei diritti civili (essendo gli stessi già argutamente definiti da una stampa attenta:
“battaglie a costo zero”), ma anche sui diritti sociali, intestandoci la battaglia sulla distribuzione dei fondi del
recovery e soprattutto dare un senso a questa fase: i fondi che l’Europa sta condividendo devono finalmente
riunificare le due Germanie italiane e non essere solo una distribuzione di spesa slegata da un obiettivo
unitario nazionale.
Su tale intento unitario va inoltre ricompresa nell’agenda di partito, quale tema fondante, l’attuazione dei
LEP (Livelli Essenziali di Prestazione), costituzionalmente previsti ma mai adottati. E’ come dire che se si
investe al SUD occorre anche poter gestire i servizi e le infrastrutture adottate. Temi fortemente
interconnessi.
Fiduciosi che la presente missiva venga attentamente valutata e recepita, esterniamo con forza e convinzione
che la presente rivendicazione non potrà estinguersi qualora non dovessero caratterizzarsi, in tal senso, le
politiche del PD: con preghiera conseguentemente rivolta al Segretario Provinciale di dare ampia diffusione
al presente comunicato, mediante la trasmissione alla segreteria regionale e nazionale, nonché ai circoli
siciliani.
Rimaniamo orgogliosi di militare in un partito dalla lunga storia, nel quale costruiamo i presupposti del nostro
domani a condizione che l’ascolto della società e dei suoi temi sia sempre attivo e attivo sia il coraggio di
essere di parte. Quella parte ispirata ai valori repubblicani, sociali, progressisti e ancorati ad un centrosinistra
che non fa passi indietro su ciò che crea coesione e umanesimo.
Buon lavoro a noi tutti

Segreteria Pd

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