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Farruggia: “aiutiamo le imprese! No all’ampliamento dell’impianto di compostaggio”

Gela – “Ecco che ci risiamo…

Ancora una volta, sul tema rifiuti prevalgono le ombre e le zone grigie. Il sindaco non risponde in aula e decide di non esprimere la propria posizione, di non fare chiarezza. Stavolta l’argomento che ha indotto la maggioranza ad uscire dall’aula, facendo mancare il numero legale, ed il sindaco a chiudersi nel suo silenzio, è stato quello dell’ampliamento dell’impianto di compostaggio di c/da Brucazzi. Quello di Brucazzi è uno dei tanti impianti di compostaggio che non hanno mai funzionato. Negli ultimi anni, e già con la precedente gestione dell’ATO CL2 in liquidazione, abbiamo più volte chiesto alla Regione Siciliana la chiusura dell’impianto, a causa delle emissioni maleodoranti in atmosfera. Il tessuto imprenditoriale gelese è già messo a dura prova dalle forti carenze strutturali della zona industriale e dalla mancanza di servizi fondamentali per fare impresa, ma nonostante tutto resiste. Fare impresa significa anche poter ricevere i propri clienti in modo decoroso. I nostri imprenditori sono mortificati. Sicuramente non si può pensare realmente di rilanciare l’economia gelese in queste condizioni, non c’è nulla che possa spingere un nuovo investitore a fare impresa nella zona industriale di Gela. C’è il serio rischio che i nostri imprenditori siano costretti a delocalizzare, lontano da Gela. 

Oggi, addirittura, il nuovo commissario liquidatore, diretta espressione del sindaco, ne chiede un ampliamento. Ma vorremmo capire come sia possibile che un impianto non in grado di produrre compost di qualità, incapace di una gestione rispettosa del vicinato su cui ricadono le emissioni maleodoranti, possa essere autorizzato ad aumentare i quantitativi di rifiuti da trattare. Attualmente l’impianto lavora al 50% delle proprie capacità a causa delle prescrizioni derivanti da un controllo dell’Arpa-CL. Ma nonostante il dimezzamento della capacità autorizzata le emissioni continuano ad essere insopportabili. La regione anziché assicurarsi il rispetto delle prescrizioni e portare l’impianto ad un corretto funzionamento, ne autorizza l’ampliamento con la stessa tecnologia, disponendo prescrizioni ancora più stringenti in fase di autorizzazione del progetto, che con quel tipo di processo non potranno mai essere rispettate. Se volessimo sintetizzare potremmo dire che sia la stessa Regione a non rispettare le proprie disposizioni, è come legittimare la cultura dell’illegalità. In questo scenario tragicomico la cosa che fa più rumore è il silenzio del sindaco. Non vorremmo che uscisse quando ormai sarà troppi tardi, dicendo attraverso i giornali che lui è contro l’ampliamento dell’impianto di compostaggio di Brucazzi, proprio come ha già fatto con Timpazzo e che soprattutto andasse contro il commissario Lucisano da lui stesso sponsorizzato. Il sindaco spieghi alla città e agli imprenditori gelesi quale sia la sua posizione e quale sia la posizione della sua maggioranza, visto che non è così scontato che sia la stessa. Forza Italia, infatti, si è espressa in favore dell’ampliamento della discarica di Timpazzo, chiedendo addirittura un progetto alla regione attraverso il quale si possa chiudere il ciclo dei rifiuti. Ci auguriamo che le dichiarazioni rese dal Commissario cittadino di FI non sottendano la volontà da parte del governo regionale di realizzare un inceneritore a Gela con la loro benedizione. Che i rifiuti fossero una ricchezza era ormai chiaro a tutti, ma che siano fonte di guadagno facile per pochi, non si può accettare. Per decenni abbiamo fondato la nostra economia su un’industria pesante che alla fine ha lasciato lutti, sofferenze e inquinamento sul nostro territorio e nessuna alternativa occupazionale a lungo termine, le parole di FI confermano la strategia della regione di far diventare Gela la discarica della Sicilia e questo noi non lo possiamo permettere. Il ciclo integrato dei rifiuti merita una strategia sostenibile e scelte responsabili, affinché si possa trarre vantaggio economico dai rifiuti per tutta la comunità e cautelare l’ambiente e la salute dei cittadini. La scelta, per esempio, dell’impianto di biogas non va in questa direzione, abbiamo già spiegato la nostra posizione in merito, riteniamo che sia un processo antieconomico visto che l’80% del rifiuto in ingresso andrebbe poi smaltito come rifiuto speciale, a costi troppo elevati; così come l’inceneritore, che ci farebbe tornare indietro di decenni sul tema della riduzione, del riuso e del riciclo dei rifiuti. 

Anche la normativa europea sta spingendo sempre più avanti su questi concetti e gli inceneritori ormai non rappresentano più un’opzione, nel modello di economia circolare. Un rifiuto incenerito non può entrare nella circolarità, non è più riutilizzabile o riciclabile. Per concludere, la Regione dovrebbe capire che la gerarchia nella gestione dei rifiuti, vede al primo posto la prevenzione e la riduzione della produzione di rifiuti. Aspettiamo l’adozione di un Piano Regionale per la Prevenzione e la Riduzione dei Rifiuti (PRPR-R) che preveda misure di premialità per i cittadini e le aziende virtuose che mettono in pratica azioni di riduzione dei rifiuti. È bene chiarire che affinché i rifiuti rappresentino una ricchezza è fondamentale riuscire a fare una buona raccolta differenziata e creare impianti che riescano a trattare la materia organica di qualunque natura senza produrre scarti o emissione in atmosfera, ma piuttosto un fertilizzante che ritorni all’agricoltura, prendendo il posto dei fertilizzanti sintetici, Gli impianti di compostaggio attuali producono un compost, come quello prodotto a Brucazzi, fuori specifica, destinato alla discarica. Il ciclo dei rifiuti non può chiudersi in discarica o in un inceneritore, ma in una nuova vita della materia che da rifiuto ritorna ad essere prodotto (End of Waste). Avevamo già parlato di approccio preistorico di Regione ed SRR-4 sul tema dei rifiuti e siamo costretti ancora una volta a ribadirlo.

Virginia Farruggia

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