Lavoro

Decreto P.a.: Via libera del Cdm al reclutamento per il Recovery. Brunetta: ‘Ventata di modernità’

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto legge per il reclutamento nella Pa, con le assunzioni legate al Recovery plan e procedure semplificate per i concorsi.

“Veniamo da 12 anni di blocco da turn over, il turn over ora riprenderà al 110% e in alcuni settori anche di più, come nella sanità. ‘Si potrà ri-iniziare con la contrattazione della secondo livello, per cui se si fa un’operazione di efficienza”.

Lo ha detto il ministro della pubblica amministrazione, Renato Brunetta, in conferenza stampa. “Abbiamo messo durante il lockdown in lavoro da remoto la quasi totalità, tranne la sanità e l’assistenza, ci siamo inventati il cosiddetto smart working, nel primo periodo di lockdown duro. Una volta superata quella fase abbiamo regolato lo smart working 50% e 50%. Uno o due mesi fa, con il piano di vaccinazione, il tetto del 50% è stato superato. Ho cancellato questo obbligo, che ora non c’è più, se non l’organizzazione dei singoli uffici decisa dai dirigenti, ma garantendo la soddisfazione dei cittadini“.

“Abbiamo approvato il decreto per il capitale umano della Pa, come rafforzare i tecnici, i funzionari, i dirigenti, gli ingegneri, i burocrati che dovranno attuare il piano nazionale di ripresa e resilienza”, afferma il ministro sottolineando che si tratta di “una ventata di modernità, di novità di rafforzamento della nostra pubblica amministrazione”.

“Abbiamo messo in piedi un meccanismo innovativo con standard internazionali, prevedendo delle apposite piattaforme di reclutamento. Avremo un portale con tutti i curriculum e attraverso questo portale verranno selezionati e poi messi a disposizione degli enti titolari dei progetti, perché possano sceglierli, contrattualizzare e farli lavorare con contratti a termine”.

Abbiamo una Pa con dirigenza ingessata, con poca mobilità orizzontale e verticale. Abbiamo pensato che questa fosse la grande occasione per metterla in concorrenza con l’esterno“. Si è scelto di “reclutare dall’esterno alti livelli di dirigenza e che non ci fosse solo la progressione interna di carriera. Non abbiano nulla da temere i bravi funzionari e i dirigenti che già esistono nella Pa. Vogliamo che la dirigenza sia rafforzata nell’osmosi con l’esterno. Sarà un mercato efficiente, non chiuso: dovrà prevalere il merito. La remunerazione dovrà essere all’altezza del mercato”.

E’ di 20 articoli la bozza del decreto per il reclutamento nella P.a. delle figure necessarie all’attuazione del Recovery.

Le norme vanno dai contratti di apprendistato per la formazione dei giovani diplomati alle modalità per l’assunzione a tempo di tecnici e figure specializzate che andranno sia nelle strutture della governance nel piano sia a supporto degli enti locali. Previste le assunzioni per l’ufficio del processo e fasce di premialità per i dipendenti pubblici.

Cinquecento persone verranno assunte a tempo determinato con concorso rapido, con un solo orale, per coordinare, attuare e controllare il Pnrr: 80 di loro andranno alla Ragioneria e per “motivate esigenze” altri 300 potranno essere assunti per la governance del Recovery plan, portando il totale a 800. Lo prevede la bozza del dl per il reclutamento nella Pa. In totale arrivano oltre 24mila assunzioni a termine, da qui al 2026: 1000 a supporto degli enti locali “nella gestione delle procedure complesse”; 268 alla transizione digitale; 67 all’Agid; 16.500 all’ufficio del processo e 5.410 unità di personale amministrativo alla giustizia.

I contratti a termine o di collaborazione per il Recovery Plan potranno essere chiusi in anticipo se non saranno raggiunti ogni anno gli obiettivi assegnati per la realizzazione del piano: lo prevede sempre la bozza del decreto per il reclutamento nella P.a. che introduce una apposita clausola “che ne consente la risoluzione unilaterale”. I contratti potranno durare anche oltre “trentasei mesi” ma comunque non oltre il 2026 e indicheranno “gli obiettivi progettuali che devono essere raggiunti per la conferma dei contratti di lavoro e per il loro eventuale rinnovo”.

Al di fuori delle assunzioni già previste nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, le amministrazioni pubbliche possono porre a carico del Pnrr esclusivamente le spese per assunzioni di personale specificamente destinato a realizzare i progetti di cui sono titolari, nei limiti degli importi previsti dalle voci di costo del progetto, prevede la bozza di dl per il reclutamento nella Pa. Queste assunzioni, così come le consulenze esterne, sono sottoposte a verifica da amministrazione centrale e Ragioneria. Se la verifica dà esito negativo le assunzioni possono essere fatte a carico delle amministrazioni, non con i fondi Ue.

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