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Gianni Incardona: “come mai non si trovano i DPI per i Medici di Famiglia?”

Assessore nella nostra citta’ negli anni 80 e nel 2000, Commissario di FI in pectore  qualche anno fa, vicino alle posizioni dell’On.le Mancuso, il Dott. Gianni Incardona fa una disamina dell’attuale situazione sanitaria e politico-amministrativa.

“ ….fa molto male vedere organizzati di tutto punto con i Dispositivi di Protezione individuale Sindaco e Assessori, Comandante dei VV.UU. e Vigili, personale della Protezione Civile e della Croce Rossa!

Mi chiedo come mai non si riescono a trovare i DPI per i Medici di Famiglia che, a tamponi eseguiti , si troveranno sicuramente impegnati a controllare presso i loro domicili i Covid positivi?

Siamo proprio sicuri che, a fronte dei quasi 110  Sanitari morti ( molti dei quali Medici di Famiglia) i Medici  di Base di Gela saranno disponibili, senza alcuna protezione adeguata, ad andare a visitare i propri paziente a domicilio?

Sarei curioso di sapere da dove provengono i  DPI in possesso delle succitate autorità? Se è vero che la Direzione Strategica Aziendale dell’ASP CL2  ha dato mandato , non si sa bene  a chi di consegnare i DPI ai medici di Famiglia dell’ASP CL 2.

Mentre le Autorità sanitarie e Amministrative vanno a tentoni, improvvisano interventi televisivi a ripetizione, aggiustano e riaggiustano gli interventi necessari, i MEDICI DI FAMIGLIA sono sempre presenti  nei  loro studi , continuano a visitare ove necessario, rispondono immediatamente e continuamente alle telefonate  che ricevono, sono in prima linea senza alcuna protezione individuale. E NELLE ZONE AD ALTO RISCHIO EPIDEMIOLOGICO CONTINUANO A MORIRE!

Circa la strategia adottata dal Sindaco e dalle Autorità desidero far presente che , a fronte di un numero imprecisato di COVID positivi, il Dpr 254/2003 per la produzione dei rifiuti, stabilisce  che il malato domiciliare sia trattato come uno studio medico. In concreto significa che operatori specializzati dovrebbero ritirare periodicamente i rifiuti sanitari contenuti all’interno di appositi sacchetti e contenitori  da smaltire successivamente in impianti adibiti ad hoc.

Siamo sicuri sig. Sindaco  – Autorità Sanitaria Locale – che questo sistema venga adottato nella nostra  Città  nei riguardi dei COVID positivi “ ricoverati nel proprio domicilio”?

I rifiuti prodotti in casa delle persone contagiate non sono normali rifiuti urbani!Fare in altra maniera o non fare significa legittimare un modus operandi nocivo.

In ogni caso il trend di contagi, ospedalizzati, morti sembra essere stabile  o in discesa  e  ciò deve farci  AUMENTARE I MECCANISMI DI CONTENIMENTO ( EVITARE CONTATTI A MENO DI DUE METRI, LAVARSI E BENE LE MANI SPESSO, NON USCIRE DI CASA SE NON PER MOTIVI BENISSIMO ESPRESSI DAI   VARI DMPC, EVITARE DI TOCCARSI OCCHI NASO E BOCCA, QUANDO SI TRANUTISCE E’ BENE COPRIRSI LA BOCCA CON L’AVAMBRACCIO E NON CON LE MANI; AL  MINIMO SEGNO DI SOFFERENZA ANCHE GENERICA CIOE’ FEBBRE, TOSSE, DIFFICOLTA’ RESPIRATORIA, SENSO DI MALESSERE GENERALE, SECONDO QUALCUNO ANCHE DISTURBI DELL’OLFATTO  E DEL GUSTO E LACRIMAZIONE INCONSUETA, BASTA TELEFONARE AL MEDICO DI FAMIGLIA CHE CONSIGLIERA’ SUL  DA FARSI ED IN OGNI CASO NON USCIRE DI CASA E SOPRATTUTTO NON ANDARE AL PRONTO SOCCORSO.

E però è necessario per un Amministratore pensare all’oggi ma soprattutto al DOPO:  dal 12 marzo sono in profonda crisi i piccoli e medi artigiani, parrucchieri,piccole botteghe,impianti sportivi,palestre,lidi balneari, trattorie, ristoranti, pizzerie  etc..  tutte persone che hanno costruito un’attività spesso frutto di una vita di lavoro, di sacrifici, e tutti con la saracinesca abbassata e con l’arrivo spesso di costi, mutui, affitti ,finanziamenti che aspettano di essere onorati.

E ha destato stupore l’arrivo, in piena emergenza COVID 19,  delle cartelle della TARI  da parte dell’amministrazione comunale! E ciò mentre diversi comuni italiani  si sono attrezzati chi a destinare somme anche ingenti a tutte le attività chiuse, chi a fornire pasti agli indigenti recapitati direttamente a domicilio, chi al ritiro dei farmaci in farmacia e al loro recapito domiciliare agli anziani o agli impossibilitati,, chi ad anticipare le somme già stanziate dal governo saltando a piè pari la solita stucchevole burocrazia , chi addirittura sospendendo le tasse e orpelli vari, riconoscendo la drammatica situazione in cui versano centinaia di famiglie che non  hanno di che sfamare i propri congiunti.

Sindaco, quanti negozi chiusi a Gela, quante commesse e commessi lavoravano e sono a casa, quanti nei ristoranti nelle palestre nei bar etc, questi hanno bisogno ora e  subito e in concreto della Sua vicinanza e del Suo aiuto!

A proposito del dopo un consiglio: i diversi assessori e assessorati  in questo momento di crisi profonda non hanno sicuramente rapporti con il pubblico. Bene. Possono benissimo occuparsi  con tranquillità delle tante pratiche giacenti presso i loro uffici e che spesso da anni aspettano una risposta: la crisi riguarda anche e soprattutto le attività edilizie. Liberare e deliberare su licenze, autorizzazioni, pratiche di manutenzione ordinaria e straordinaria e’ un modo di far sentire  vicini i cittadini con il Palazzo. Significa, soprattutto,  preparare il territorio a programmare per essere subito pronti come amministratori  a organizzare le eventuali aperture delle piccole e medie imprese- specie di quelle in cui le misure di contenimento sono facilmente organizzabili. Mi si dice che decine forse  centinaia di progetti piccoli e grandi aspettano da anni di essere licenziati dagli uffici di competenza. Un esempio per tutti:   c’è un progetto giacente da sei anni ( sic!! ) che riguarda il cosiddetto DOPO DI NOI.  Cos’è: si tratta di un progetto presentato da una struttura pubblica del nostro territorio, NON A SCOPO DI LUCRO , per venire incontro   a tutta una fascia di persone con disabilità grave. Un progetto che mira a favorire l’uscita della persona con disabilità grave dalla famiglia ed in ogni caso il ricovero  in situazione di emergenza( esempio   un ricovero o decesso dell’unico familiare) con rette non a carico della collettività. Un progetto A FAVORE DI CLASSI ESTREMAMENTE DISAGIATE= SEI ANNI ! Un progetto che se esitato rapidamente  – SI FA PER DIRE – potrebbe rappresentare una prima piccola valvola di sfogo  per una cinquantina di famiglie non appena il Governo dovesse decidere per una riapertura anche limitata delle attività economiche. Ma si sa nella nostra città è già difficile assicurare il trasporto dei disabili..

Dott. Gianni Incardona

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