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Vola un cappello ed è schianto. Prima condannato, oggi assolto

Caltanissetta – Per il mancato conseguimento della patente di guida il Tribunale di Gela aveva condannato Salvatore Alma di 27 anni, a 4 mesi di reclusione in quanto gli era stata addebitata la responsabilità in ordine ad un sinistro e a quello che ne è derivato per il trasportato che aveva riportato ferite gravi pur coperte da assicurazione. Di fatto il ventisettenne è finito sotto processo per le lesioni colpose per la guida di un motociclo senza patente. Ieri la Corte d’Appello penale presidente il Giudice Giannazzo, seconda sezione, ha annullato la sentenza accogliendo in toto la memoria difensiva pronunciata dal legale difensore Salvo Macrì . Assolto dunque Alma perchè il fatto non sussiste. Il legale Macrì aveva messo in evidenza che la stessa perizia acquisita nel procedimento di primo grado, fosse contraddittoria: il giovane Avenia è caduto dal motociclo poi Alma è andato a schiantarsi contro un albero. Non è chiaro se il ragazzo è caduto dal motociclo per la condotta maldestra di Alma o viceversa, se sia stato Alma a cadere in conseguenza di un movimento maldestro persona offesa. Avenia portava un cappello e viaggiava come trasportato sul ciclomotore condotto da Alma che scendeva a velocità sostenuta in viale Indipendenza verso Scavone. Il cappellino è volato e per recuperarlo si sbilancia e cade; cadendo anche Alma perde l’equilibrio e cade anche lui. La perizia non era chiara: da un lato faceva pensare che il motociclo fosse finito contro l’albero per lo sbilanciamento dovuto alla caduta di Avenia e dall’altro faceva intendere che Avenia fosse caduto per l’alta velocità e la condotta di guida sbagliata per la quale Alma era stato condannato. L’avvocato ha sovvertito la prospettiva dimostrando che era stato Avenia a creare lo squilibrio del mezzo a due ruote che ha provocato l’incidente. Di fatto il giudice ha accolto la tesi ed ha assolto Alma. Adesso si aprono nuovi scenari per la possibilità di ottenere un risarcimento dei danni.

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