Rubrichesalute

Erbe spontanee in tavola, ma non solo.  La nostra salute ha alleati silenziosi che ignoriamo.

di Dott. Paolo Scicolone

Certamente, guardando la foto, molti di voi si ricorderanno di averla vista molte volte, vicino la spiaggi, in terreni incolti, ma anche in vasi ed aiuole.

La Lobularia Maritima, o Alisso, è una pianta spontanea, tipica delle aree mediterranee ed è commestibile.

Il suo uso è antichissimo e diffuso, probabilmente nei secoli passati lo era anche dalle nostre parti,vista l’innata capacità dei popoli di saper riconoscere e selezionare ciò che di buono può arrivarci dalla natura.

Viene anche detto Alisso, appartiene alla famiglia delle crucifere e, oltre agli usi alimentari,

se ne conoscono interessantissimi usi nella medicina popolare.

Il nome Alisso sembra significhi privo di rabbia. E questo significato ne rivela già un primo antico utilizzo: pare, infatti, che venisse usato per placare la rabbia.

“Ha servito in ogni tempo a calmare il terribile morbo dell’Idrofobìa; anzi Plinio credeva che con il solo guardarlo guarisse dai morsi dei cani arrabbiati. Dioscoride ne commenta la terapeuta virtù: ed il Dodonei ed il Lobel per tal motivo lo distinsero con il nome botanico di Aìysson Dioscoridis. “ (LA FLORA SICULA- OSSIA MANUALE DELLE PIANTE CHE VEGETANO NELLA SICILIA, Sac. Vincenzo Farina- 1874)

 

 

Il suo uso come alimento è tutt’oggi diffuso soprattutto in Spagna, dove viene utilizzato per arricchire insalate e minestre, le parti usate sono le foglioline e le cime tenere fresche, dal sapore leggermente piccante

Proprio questo periodo, Dicembre-Gennaio, è il momento migliore per la raccolta.

Andando a ricercare i contenuti nutrizionali trovo qualcosa di esaltante nella composizione in bio flavonoidi, sostanze tipiche del mondo vegetale. Infatti ritrovo alte percentuali di una sostanza, che ho conosciuto e approfondito pochi anni fa in una ricerca personale sui fichi d’india, il Kampferolo, che oltre alle capacità antiossidanti ed antitumorali riconosciuta a tutti i flavonoidi, è studiato, ed anche venduto come integratore, per le sue dimostrate capacità antinfiammatorie.

Ed in effetti queste proprietà sono trasferite a tutta la pianta.

La fama della lobularia, però, soprattutto in quelle popolazioni che negli anni ne hanno mantenuto l’uso come in Spagna, è legata alle sue proprietà diuretiche, antiscorbuto (per l’alto contenuto in vitamina C), come astringente e per la cura della Gonorrea.

In medicina ha raggiunto una certa fama in questi anni, da quando è stato dimostrato l’effetto disintossicante, soprattutto della frazione degli oli essenziali, contro il danno epatico indotto da Tetracloruro di Carbonio (il cosiddetto freon), intossicazione che porta a tutta una serie di conseguenze legate al malfunzionamento del fegato che, per le sue funzioni essenziali, si ripercuotono su tutto il metabolismo favorendo l’insorgenza di disturbi come aterosclerosi, diabete mellito, cancro, malattie neuro degenerative e processi di invecchiamento. I dati sono riferiti a studi sui ratti, sembra agire stimolando tutta una serie di reazioni protettive all’interno delle cellule epatiche e la produzione di sostanze antiinfiammatorie.

Pccola curiosità: Nella medicina popolare Sarda ho trovato un uso del tutto tipico: da questa pianta si ottiene un impiastro che ha, quanto pare, degli effetti positivi contro la foruncolosi. In Sardegna c’è molta attenzione verso la medicina popolare e queste conoscenze, pur non elevate al rango di dati scientifici, sono corroborate da secoli di utilizzo e di successo e vanno ad integrare con interessante frequenza la medicina ufficiale.

Personalmente, da studioso della biovitalità dei cibi, cioè della capacità di un cibo di trasferire energia vitale, ritengo assolutamente sciocco l’aver abbandonato o relegato ai margini la conoscenza e l’uso delle piante spontanee. Sono piante che da sole, senza l’ausilio di interventi umani, sanno resistere a diversi tipi di avversità fisiche, chimiche, biologiche, climatiche accumulando una forza che, al di la del contenuto in nutrienti, viene trasferita all’uomo. Studi fatti da diversi scienziati a partire dal colpevolmente semisconosciuto Andrè Simoneton, ingegnere elettronico che merita certamente maggior fama, si sono occupati con successo di questo aspetto quasi del tutto ignorato dalle riviste scientifiche più importanti.

Come maggior fama meritano tutte queste piante, abitanti del nostro territorio, compagni silenziosi della nostra vita che potrebbero darci una gran mano in diversi campi, da quello alimentare al farmaceutico, all’energetico e persino al turistico, viste le nuove tendenze dei mercati turistici, ed invece vengono ignorate o estirpate perché infestanti.

 

Aggiungere erbe spontanee ai nostri menù significa fare un grande regalo alla nostra salute. E di questi tempi credo ce ne sia un gran bisogno.

Una maggiore divulgazione di queste conoscenze a partire dalle scuole potrebbe portare ad una vera rivoluzione ed alla costruzione di eccellenze nel campo dell’agricoltura, della ristorazione e della tutela del paesaggio, oltre che alla conservazione e ala promozione di una cultura millenaria.

 

 

 

 

 

 

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