editoriale

Green pass al Comune di Gela: l’abuso di potere coniugato alla scarsa conoscenza del decreto

Gela – Oggi al Comune di Gela si è consumato uno dei primi episodi di discriminazione del post -pandemia che mette in luce l’incompetenza ed il pressapochismo che non ha nulla di politico ma molto di etico e soprattutto di giusta conoscenza delle regole. Ma di giusto, si sa, c’è poco, al Comune. Andiamo ai fatti.

Stamattina i giornalisti di Gela erano invitati ad una conferenza stampa presso i gruppi consiliari. Nessuno ha specificato che servisse il lasciapassare e io sono andata impreparata e, per fortuna in buona salute. Io sono giornalista certificata e sono andata per informare i lettori, come avviene da anni. Alla guardiola della portineria il dipendente comunale chiedeva il green pass ai deputati, io sono sgattaiolata dentro e non l’ho esibito anche perché nella convocazione con era specificamente richiesto. Sono salita sopra ed ho seguito la conferenza stampa a distanza e con la mascherina come tutti i relatori fino a quando il sindaco non si è presentato ed ha detto: “ scusate, sono stato informato dalla portineria che qui  c’è qualcuno che non ha esibito il green pass. Chi è?” “Io?” – ho detto. “Allora esibiscilo”- ha detto il sindaco. Io: “non ce l’ho”. “ed il tampone?”- Lui. Io: “neppure”. “Allora cortesemente se ti puoi allontanare , mi spiace. Non mettiamo in difficoltà nessuno”. Sono uscita stranamente tranquilla, presa alla sprovvista ma anche impreparata. Lo ammetto, ero impreparata sulle sfumature del decreto altrimenti avrei reagito come si conviene e come rientra nel mio carattere coriaceo. E invece ironica e signorile sono andata fuori per aspettare i protagonisti della conferenza stampa e completare il mio lavoro. Nel frattempo io, i testimoni della vicenda ed i legali a cui mi sono rivolta ci siamo attivati per capire se questo episodio era legale o meno. Ecco il video dell’episodio catturato mentre registravo la conferenza stampa:

A parte il fatto che non è un usciere qualunque a dovere effettuare questo ufficio di controllore, né nella convocazione era specificato che servisse il lasciapassare sanitario, spulciando la norma abbiamo trovato il contenuto del decreto 127 /21 che all’art 1 recita testualmente:

“Dal 15 ottobre 2021 e fino al 31 dicembre2 021, termine di cessazione dello stato  di  emergenza,  al  fine  diprevenire la diffusione dell’infezione da  SARS-CoV-2,  al  personaled elle amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma  2,  del decreto legislativo 30 marzo  2001,  n.  165,  al  personale  di  cui all’articolo 3 del predetto decreto legislativo, al  personale  delle Autorita’ amministrative indipendenti, ivi  comprese  la  Commissione nazionale per la societa’ e la borsa e la  Commissione  di  vigilanza sui fondi pensione, della Banca d’Italia, nonche’ degli enti pubblici economici  e  degli  organi  di  rilievo  costituzionale,   ai   fini dell’accesso  ai  luoghi  di  lavoro,  nell’ambito   del   territorio nazionale,  in  cui  il   predetto   personale   svolge   l’attivita’ lavorativa, e’ fatto obbligo di possedere e di esibire, su richiesta, la certificazione verde COVID-19 di  cui  all’articolo  9,  comma  2.

Resta fermo quanto previsto dagli articoli 9-ter, 9-ter.1  e  9-ter.2 del presente decreto e dagli articoli 4 e 4-bis del decreto-legge  1°aprile 2021, n. 44, convertito, con  modificazioni,  dalla  legge  28 maggio 2021, n. 76.

La disposizione di cui al comma 1 si applica altresi’ a tutti i soggetti che svolgono, a qualsiasi  titolo,  la  propria  attivita’lavorativa  o   di   formazione   o   di   volontariato   presso   le amministrazioni di cui al comma 1,  anche  sulla  base  di  contratti esterni”.

 

Bene, io non sono dipendente del comune di Gela, né ho mai firmato contratti per collaborazioni esterne. Dovevo sostare mezz’ora nella sala con mascherina e distanziamento sociale per svolgere un lavoro che non rientra nella tipologia contemplata dal decreto citato. Come avviene per i cittadini che si recano in Municipio per chiedere un certificato e che sostano per tempi brevi a cui non viene chiesto il lasciapassare.

Un’altra chiave di lettura potrebbe essere quella di disturbare la conferenza stampa pensando di ‘colpire’ i nemici. Ma anche in questo caso gli strali non sono andati a segno.

Dal punto di vista delle buone maniere verso un essere umano o una donna, stendiamo un velo, meglio una coperta….

Un’altra l’ennesima prova di incompetenza del Primo cittadino che non si informa e spara sul mucchio. Come sempre.

Un atto discriminatorio che mi onora visto che la mia forma mentis basata sul discernimento che non si allinea tanto facilmente se non nei modi previsti dalla norma: se avessi saputo che serviva il green pass e non serviva, mi sarei sottoposta a tampone o avrei evitato di presentarmi. E invece il sindaco invita ad uscire. Complimenti. Naturalmente troveremo il modo come uscire da questa impasse: noi lo troviamo e subito, al contrario di altri………..

Corredo altre norme che meglio espliciteranno la questione.

Ast, conferenze stampa: l’obbligo del green pass sarà deciso dagli organizzatori

 

https://www.fnsi.it/upload/70/70efdf2ec9b086079795c442636b55fb/7b6a694c351e459bd8a33ef40151cd3f.pdf

Mi sarei aspettata la solidarietà dei giornalisti di Gela , come l’ho avuta dei miei amici e come succede in tutte categorie professionali. E invece nulla.

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