Archeologia e storia del territorio gelese

Gela e i reperti vagabondi

DI GIUSEPPE BRUGIONI

In occasione dell’istituzione del museo archeologico di Gela nel 1958 , si fece richiesta di far rientrare dal museo di Siracusa le decorazioni architettoniche fittili dell`Athenaion di Gela, il cosiddetto Tempio B. La richiesta non venne accolta, come allora riportato dall`archeologo Pietro Griffo, e i reperti rimasero nel museo P. Orsi di Siracusa. Alla mancata restituzione, già di per se negativa per il nuovo museo, si aggiunse il trasferimento, dal museo di Gela a quello di Siracusa , di frammenti pertinenti alla stessa decorazione del Tempio rinvenuti nelle campagne di scavo che avevano preceduto l`istituzione del museo di Gela .Tra i reperti trasferiti, spiccano i frammenti di una Gorgone fittile di grandi dimensioni, frammenti in questo caso prelevati direttamente dal percorso espositivo del nuovo museo. La causa di questo trasferimento è da attribuire al desiderio di riunire e integrare tutte le decorazioni del Tempio in unico contesto, contesto, sfortunatamente per Gela , individuato nel museo di Siracusa. La presenza di un museo a Gela non è servita ad impedire il dirottamento dei reperti in altre sedi, pratica che continua ancora oggi, ma ritornando al trasferimento di questi reperti a Siracusa, l`amarezza aumenta dopo l`essere venuti a conoscenza, che i reperti a Siracusa appartenevano già alle vecchie collezioni del Municipio di Gela . Qualche anno fa, venne scoperto dal Professore Nuccio Mulè un plico contenente documenti e corrispondenza intercorsa tra il museo di Siracusa e il Municipio di Gela, nelle lettere e nei documenti si fa richiesta di trasferimento temporaneo delle decorazioni fittili del Tempio e di altri reperti conservati nelle collezioni del Municipio, la richiesta faceva riferimento a ragioni di studio e restauro dei materiali. La richiesta venne formulata dall`archeologo Paolo Orsi, lo stesso garantì la restituzione in tempi brevi, era il 1928. In seguito a questa scoperta , il Comune di Gela in un primo momento, chiese la restituzione dei reperti al museo di Siracusa, la risposta fu sintetica e lapidaria: “i reperti in questione sono musealizzati e storicizzati nel museo di Siracusa“. Ci chiediamo allora come mai gli stessi principi non sono bastati ad impedire il trasferimento di un’ incalcolabile quantità di reperti dal museo di Gela a quello di Caltanissetta?.
Le istanze di restituzione avanzate dal Comune e la posizione presa dal museo di Siracusa avrebbero sicuramente spostato il contenzioso nelle aule dei tribunali, per non arrivare a questo, si era quasi arrivati ad un’accordo che prevedeva la parziale restituzione, ma gli avvicendamenti nei ruoli di direzione ai beni culturali regionali determinarono il bloccò di tutto, quindi niente reperti nonostante tutto il polverone che si era alzato e le spese, il Comune aveva pure nominato un legale. Quale sconosciuto criterio rende validi i principi di storicizzazione e musealizzazione quando si tratta di negare restituzione di reperti al museo di Gela e al contrario,non riesce ad impedire che centinaia di cassette di reperti tutelati dagli stessi principi, vengano trasferiti dal museo di Gela a quello di Caltanissetta, resta un mistero.
Altrettanto misteriosi sono i fattori che permettono, che dal museo di Siracusa sia possibile trasferire reperti gelesi ad altri musei (Ragusa ed Agrigento) ma non a quello di Gela. Cosa determina il rifiuto categorico ad ogni forma di restituzione alla nostra città, mentre per altre realtà questo è possibile?
Il museo di Siracusa ha restituito reperti a vari musei, Ragusa, Agrigento, Lipari e recentemente pure al museo di Centuripe, stesso discorso per quello che riguarda il museo di Palermo, museo dal quale in occasione dell’istituzione del museo di Agrigento, avvenuta nel 1968, vennero trasferiti importanti reperti provenienti da Agrigento con l`aggiunta addirittura del cratere di Gela . La Regione si ricorda di Gela e del suo territorio quando si tratta di far confluire tonnellate di rifiuti in discarica, per trasferire interi reparti della sanità locale , malati compresi, servizi alla cittadinanza e reperti.
Gli amministratori locali accettano il tutto passivamente non rivendicando nulla e si risvegliano solo per stigmatizzare iniziative cittadine volte a rivendicare diritti base, quello alla salute in primis. Come dare credito a questi amministratori quando parlano di turismo e cultura, parole oltremodo abusate, dal momento che la città sotto l’aspetto dell’offerta culturale è carente . Gela ha tutti i requisiti per risollevarsi, serve però un`inversione di tendenza radicale, di una programmazione seria e di criteri più giusti, nel trattare soluzioni ai problemi e ai bisogni della città .
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