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App per combattere il Covid-19?

Averla e non avere la capacità di raggiungere il soggetto e fargli un tampone in mezzora, con risultato in un’ora, è praticamente inutile.

La discussione etica intorno all’uso del data tracing per il coronavirus infiamma i banchi della politica e le tavole rotonde degli esperti.

Da un lato l’esempio del modello coreano, efficace al punto da far diminuire in sole due settimane significativamente il numero di contagi; dall’altro il più volte paventato spettro di una deriva antidemocratica, di una distopica sorveglianza di massa causata dall’inevitabile compressione dei diritti democratici legati alla privacy.

La verità, però, è che non c’è più tempo. L’emergenza Covid-19 sta già irrimediabilmente comprimendo una serie di diritti fondamentali primi tra tutti diritto al lavoro ed il diritto alla salute. Vediamo perché, allora, la soluzione giusta potrebbe essere rappresentata da un’app pubblica ufficiale per il monitoraggio dell’epidemia.

Privacy, un diritto resiliente

Quello alla privacy è, fortunatamente, un diritto resiliente oggetto di una legislazione che incorpora previsioni in grado di limitarne l’ampiezza senza tuttavia ridurne l’efficacia. Ciò grazie ad un meccanismo risk based secondo cui quanto più alto è il rischio di totale compromissione di diritti e delle libertà degli individui legati alla privacy, tanto più si costruisce intorno a quegli stessi diritti e libertà una rete di protezione fatta di garanzie. 

L’obiettivo è salvaguardare l’individuo ma occorre considerare che il diritto del singolo alla protezione dei propri dati personali non può voler dire l’irragionevole restrizione dei diritti altrui ed è quindi corretto valutare se una momentanea limitazione di questo diritto sia accettabile di fronte dell’innegabile beneficio che ne deriverebbe per  migliaia di vite.

La fast call del Governo

Il Governo ha aperto una fast call è quello al fine di trovare soluzioni che gli consentano di operare su due fronti:

  • monitoraggio e prevenzione dell’epidemia, tramite “tecnologie e soluzioni per il tracciamento continuo, l’alerting e il controllo tempestivo del livello di esposizione al rischio delle persone e dell’evoluzione dell’epidemia sul territorio”. Rientrano in questo ambito sistemi di analisi dati, tecnologie hardware e software utili per la gestione dell’emergenza sanitaria;
  • telemedicina e teleassistenza, tramite “app e soluzioni tecniche di teleassistenza per pazienti domestici, sia per patologie legate a Covid-19, sia per altre patologie, anche di carattere cronico”. Rientrano in questo ambito: app e chatbot per l’automonitoraggio delle condizioni di salute, rivolte a tutti i cittadini o solo ad alcune fasce (come i soggetti sottoposti a isolamento fiduciario).

Data tracing: tecnologie e strumenti normativi

In relazione al primo tema, il data tracing, lo scopo è facilmente intuibile: monitorare gli spostamenti delle persone al fine di controllarne il livello di esposizione al rischio ed avere un alert costante sull’evoluzione dell’epidemia sul territorio. Questo aiuterebbe nella limitazione dei contagi con beneficio per il sistema sanitario e avrebbe quindi, come effetto, la possibilità di salvare vite umane evitando contagi e permettendo cure migliori.

Le tecnologie sono già disponibili: la maggior parte delle app presenti sui nostri dispositivi mobili monitorano i nostri spostamenti, si va dai servizi di food delivery a quelli per la geolocalizzazione del cellulare.

Cos’è Immuni

Immuni è libera, gratuita, anonima e senza geolocalizzazione. L’app è stata scelta perché ritenuta più idonea per la sua capacità di contribuire tempestivamente all’azione di contrasto del virus, per la conformità al modello europeo delineato dal Consorzio PEPP-PT e per le garanzie che offre per il rispetto della privacy.

È quanto si legge nell’ordinanza firmata dal commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri, che ha firmato il contratto di concessione gratuita della licenza d’uso sul software di contact tracing e di appalto di servizio gratuito con la società che l’ha creato.

Ceduta gratuitamente

La società Bending Spoons “esclusivamente per spirito di solidarietà” e, quindi, al solo scopo di fornire un proprio contributo, volontario e personale, utile per fronteggiare l’emergenza sanitaria, ha manifestato la volontà di concedere in licenza d’uso aperta, gratuita e perpetua, fornendo il codice sorgente e tutte le componenti applicative del sistema già sviluppate, e ha anche manifestato la disponibilità a completare gli sviluppi informatici che si renderanno necessari per consentire la messa in esercizio del sistema nazionale di contact tracing digitale.

L’app sarà un “pilastro” importante nella gestione della fase successiva dell’emergenza, ha spiegato Arcuri. La sperimentazione avverrà in alcune Regioni pilota, poi verrà estesa, ma su base volontaria. Per ora è stato deciso di non inserire nella app la geolocalizzazione per motivi di privacy, ma potrebbe arrivare successivamente, magari con l’autorizzazione delle singole persone.

Il sistema Bluetooth

La app funziona con il sistema Bluetooth, che rileva il contatto. La comunicazione tra apparecchiature attraverso il Bluetooth è possibile da una distanza piuttosto breve, simile a quella che dovrebbe intercorrere tra le persone che seguono le norme del distanziamento sociale.

Se due cellulari arrivano a distanza tale che il Bluetooth si aggancia, allora significa che le due persone sono state troppo vicine e a rischio contagio virus.

I codici identificativi memorizzati

Poi entrano in gioco i codici identificativi memorizzati. Una volta attivata, la app comincia a memorizzare i codici identificativi anonimi con cui entra in contatto. Se una persona risulta essere positiva al Coronavirus, l’operatore sanitario riceve il codice col quale può scaricare dal server centrale i dati della app del paziente, compresi i codici delle persone incrociate dalla persona positiva.

Il server quindi calcola il rischio contagio in base a vicinanza e durata del contatto e di conseguenza genera le notifiche da inviare agli smartphone delle altre persone.

Il diario clinico

Immuni presenta anche un diario clinico: una sezione che contiene informazioni rilevanti del proprietario del cellulare come sesso, età, malattie pregresse, assunzione di farmaci.

Diario che poi verrebbe eventualmente aggiornato in presenza del Covid-19 con sintomi, stato di salute e terapie.

 

 

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