Politica

Soumahoro, si allarga l’indagine sulle cooperative. Accuse a Fratoianni

La crepa si allarga. E Aboubakar Soumahoro ora è al centro di sospetti e oggetto di un scontro politico in Sinistra italiana: tra chi lo ha voluto candidare, Nicola Fratoianni, e chi sostiene di aver avvertito delle situazioni poco chiare che circondavano il deputato ora autosospeso. Situazioni delle quale Soumahoro ha sostenuto su La7 di aver «commesso la leggerezza» di non accorgersi.

Prima di tutto le cooperative gestite dalla suocera indagata per malversazione, Marie Therese Mukamitsindo e, fino a due mesi fa, dalla moglie Liliane (che dal 2008 al 2011 ha lavorato come consulente della presidenza del Consiglio nella «gestione dei dossier inerenti le relazioni bilaterali con l’Africa» per 53 mila euro).

Le segnalazioni su Karibu e Consorzio Aid, ora si moltiplicano. E così gli accertamenti. «Lasciateci lavorare», ha scritto il procuratore di Latina Giuseppe De Falco in una nota dove spiega che sotto la lente di ingrandimento della Guardia di Finanza c’è «l’impiego dei fondi erogati, i rapporti con l’erario, i rapporti con i dipendenti, i soggetti coinvolti. Gli accertamenti provengono da notizie e comunicazioni pervenute da una pluralità di fonti, di natura pubblica e privata, e si articolano attraverso il dovuto rigoroso vaglio ed approfondimento di ogni notizia e comunicazione».

Tradotto: si passano al setaccio i conti, gli affidamenti milionari ricevuti negli ultimi 4 anni per l’accoglienza dei profughi e forse distratti altrove. Si parla di ingenti finanziamenti fuori gara. Ma non si ignorano gli allarmi inascoltati sulle condizioni igieniche in cui venivano tenuti i migranti. E in particolare i minori che, privati spesso della diaria,venivano lasciati lavorare senza contratto all’esterno della struttura, nell’orario in cui sarebbero dovuti andare a scuola. Come conferma al Corriere un diciannovenne che ha paura di rivelare il suo nome: «Volevo andare a scuola ma avevo bisogno di soldi. Per mangiare, per i vestiti, per le scarpe. Andavo a lavare le macchine. Un mio amico vendeva la frutta in un negozio di egiziani come lui. Ci dicevano anche loro di andare a scuola. Ma dopo capivano che avevamo bisogno e ci aiutavano, anche se ci pagavano poco».

Soumahoro difende sua moglie supergriffata («Ha diritto all’eleganza») e non è indagato. Ma c’è un’altra situazione che ogni giorno si fa più tesa. Altre segnalazioni stanno giungendo a Foggia alle forze di polizia. Riguardano la sua raccolta fondi molto chiacchierata, sulla quale la Procura potrebbe a breve accendere un faro. Anche sulla base delle dichiarazioni dei suoi ex soci che sostengono manchino all’appello molti dei fondi raccolti. Di attacchi all’ex bracciante ne arrivano diversi. «Con i soldi delle donazioni alla nostra vecchia associazione pagava i braccianti che posavano per i selfie che poi lui postava. Gli dava 50 euro dicendogli di non andare a lavorare, ma di aspettare lui per fare le foto. E per organizzare la protesta di Torretta Antonacci aveva reclutato alcuni migranti di Borgo Mezzanone», ha detto un ex compagno della Lega Braccianti a Striscia la notizia.

E ora? «Chi ha scelto di candidarlo deve assumersi per intero la responsabilità politica di ciò che era prevedibile che accadesse ed è accaduto» scrivono i dirigenti di Sinistra italiana Edoardo Biancardi, Stefano Ciccone, Elena Fattori, Sandro Fucito, Claudio Grassi, Alessia Petraglia, Serena Pillozzi, Antonio Placido e Silvia Prodi. Ce l’hanno con Nicola Fratoianni. Ma lui tira dritto: «Aboubakar era un simbolo. Che una parte della minoranza interna usi questo tema non merita commenti». (corsera)

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