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Sondaggi politici, i dati di Swg e Cattaneo: rischio astensione, italiani lontani dalla politica. La mappa dei collegi alla Camera e Senato

A poche settimane dal voto solo il 58% degli elettori è «fermamente» convinto di andare a votare il prossimo 25 settembre. Quello della disaffezione al voto è uno dei sintomi più importanti che viene alla luce dallo studio «Radar» di Swg in vista della prossima tornata elettorale.

Un quadro, quello tracciato dal team di Swg, molto favorevole al centrodestra. Non solo, infatti, Giorgia Meloni è il leader politico più apprezzato con un 32% di giudizi positivi (davanti a Giuseppe Conte con il 25%, Enrico Letta e Matteo Salvini al 23%, Carlo Calenda al 20 e Silvio Berlusconi al 19%), ma l’elettore di centrodestra è — ad oggi — anche più motivato di quello di centrosinistra.

In generale secondo il sondaggio di Swg, gli italiani ritengono il centrodestra in fase di crescita ( il 46% contro il 21% di chi ritiene che lo sia il centrosinistra), più coeso, (36% Vs 13%) e più capace di comprendere i problemi della gente (32% Vs 21%).

Tra i dati più significativi che emergono da questa rilevazione c’è che ben il 36% degli elettori, ovvero più di un terzo, ritengono che in caso di vittoria il centrosinistra non sarebbe in grado di creare un governo. Invece, il 45% è convinto che la coalizione di centrodestra riuscirà sì a dar vita a un esecutivo, ma che però non durerà a lungo.

I motivi che inducono molti italiani a disertare le urne sono molteplici. In primo luogo molti elettori dicono di «essere convinti in pieno da nessun partito o da nessun leader» nel 30% dei casi. Ancor di più colpisce che ben 28italiani su 100 sia convinto che «votare non serva a nulla», altri (il 13%) si dicono «disgustati dalla politica», altri dicono di non voler votare «per protesta» (16%).

 

Il rischio astensione è molto alto tra chi ha tra i 35 e 54 anni (54%), e chi ne ha tra i 18 e 34 (48%); e – in effetti – i pensionati e gli over 54 anni risultano tra coloro che invece sono più propensi ad andare a votare. L’idenkit dell’ «astensionista» tipo è il seguente: sotto i 54 anni, vive in «piccoli centri», è un lavoratore autonome in un caso su due, e vive nel Sud o nelle Isole. L’esatto contrario dell’identikit di chi è fermamente convinto di andare alle urne: un elettore che vive nei grandi centri urbani, over 55, laureato, e con una buona condizione economica.

Per quel che concerne il consenso dei partiti, siamo davanti ad un vero e proprio testa a testa tra Fratelli d’Italia e Partito Democratico, rispettivamente valutati al 23.8 e al 23.3. A far la differenza tra le due coalizioni sono i «compagni di strada». Infatti, la Lega è — secondo sempre Swg — al 12,5% e Forza Italia al 8; insieme agli altri alleati centristi si arriva a circa il 45-46%. Insieme al Pd, invece, Europa Verde e Sinistra italiana si fermano al 3,7, mentre ad oggi è impossibile determinare il peso di +Europa che si è separata da Azione solo da qualche ora. Ma il totale della coalizione di centrosinistra ad oggi è da valutare al di sotto del 30%.

Intanto, l’Istituto Cattaneo ha aggiornato il suo primo studio sul grado di contendibilità dei collegi uninominali e la probabile distribuzione complessiva dei seggi tra coalizioni alla luce delle ultime novità politiche. Infatti, rispetto alla prima stima sono sorte alcune novità che cambiano le carte in tavola, come la rottura tra Azione di Carlo Calenda e la coalizione di centrosinistra. Secondo l’Istituto Cattaneo rimane molto improbabile che il centrodestra possa aggiudicarsi i due terzi dei seggi in entrambe le camere, cosa che gli permetterebbe di cambiare la costituzione in maniera autonoma, ovvero senza accordi con le altre forze politiche in Parlamento e senza passare attraverso il referendum popolare previsto dall’articolo 138 della Costituzione.

Per arrivare a questo risultato il Cattaneo ha utilizzato due differenti modi per calcolare il valore delle due coalizioni. Per calcolare il consenso del centrodestra ha preso in considerazione «la media di tutti i sondaggi pubblicati tra la seconda settimana di luglio e la prima di agosto, ai tre partiti di centrodestra (FdI, Lega, FI). Ne risulta che la coalizione si attesta sul 46% delle intenzioni di voto sul piano nazionale». Lo stesso è stato fatto per il M5S che viene dato a circa l’11%. Per il centrosinistra invece si è tenuto conto «della stima delle intenzioni di voto dei sondaggi pubblicati nei primi quattro mesi del 2022, quando Azione e +Europa venivano misurate separatamente. Il risultato non è distante da ciò che vari sondaggisti cominciano a dire verbalmente basandosi su singole rilevazioni dell’ultima settimana. Il centrosinistra arriverebbe a circa il 30%, la lista IV-Azione al 6%».

Rispetto alla stima precedente — si legge nello studio — il centrodestra, quindi, conquisterebbe 19 collegi uninominali in più alla Camera e 9 seggi in più al Senato, arrivando al 61% dei seggi complessivi nel primo caso e al 64% nel secondo. Questo rende del tutto ragionevole che ci si chieda se il centrodestra non possa alla fine ottenere la maggioranza qualificata dei 2/3 grazie alla quale potrebbero essere approvate dal Parlamento, con il solo voto di rappresentanti dei partiti di centrodestra, riforme della Costituzione destinate ad entrare immediatamente in vigore, senza che siano sottoposte a referendum popolare. Sulla base dei dati attualmente disponibili, questo scenario, secondo l’Istituto Cattaneo «appare molto improbabile». Infatti, il cd dovrebbe conquistare altri 6 collegi uninominali del Senato (tra i 9 che le nostre stime ancora assegnano al centrosinistra) e, soprattutto, 20 collegi in più alla Camera (tra i 23 che le nostre stime ancora assegnano al centrosinistra). In pratica, il Pd e gli alleati dovrebbero perdere nei collegi di Prato, Grosseto, nel primo municipio di Genova, ma anche in tutti e tre i collegi del centro di Milano, a Napoli-Fuorigrotta e Napoli-San Carlo, nel I e III Municipio di Roma, a Imola, Ravenna, Carpi, Reggio Emilia, Modena (in tutti questi posti), conservando solo 3 collegi (verosimilmente: Firenze, Bologna, Scandicci). Secondo le stime del Cattaneo questa sarebbe la ripartizione dei seggi: alla Camera 245 deputati al centrodestra, 107 al centrosinistra, 27 al M5S, 16 ad Iv+Azione, 3 al SvP e gli ultimi 2 ad altri partiti. La soglia dei due terzi è 268. Al Senato avremmo questa situazione: 127 seggi al Centrodestra, 51 al centrosinistra, 12 al M5S, 7 ad Iv+Azione, 2 a Svp e 1 ad Altri. La soglia dei due terzi è a 134. (corsera)

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