Politica

Sanità Siciliana. Convenzioni con strutture private di gran lunga maggiori rispetto ad altre regioni

Sono € 2 MILIARDI 732MILIONI i maggiori costi sanitari per Convenzioni con Privati della SICILIA rispetto ad Altre Regioni d’Italia,  nel periodo 2009-2018 (ultimi 10 anni).

Nei 10 anni precedenti, 2000-2009, detti maggiori costi sono ammontati a € 924 MLN.

QUINDI TRIPLICATI IN 10 ANNI !

“Le spese in questione sono le spese per prestazioni medico-generiche da convenzione, le spese per le altre prestazioni da PRIVATO quali acquisti di prestazioni ospedaliere, specialistiche, riabilitative, integrative, protesiche, psichiatriche e altre prestazioni da operatori privati accreditati con il SSN.”

 

IN TOTALE QUESTO GENERE DI SPESE SONO COSTATE:

– dal 2000 al 2008 € 17 mlrd 81 mln;

– dal 2009 al 2018 € 25 mlrd 660 mln.

Cifre enormi, ed incremento del 50% nell’ultimo decennio, cui si ritiene non abbia corrisposto cotanto miglioramento nell’assistenza sanitaria.

Dai conti della Ragioneria dello Stato, risultano distinte per regione con le relative incidenze percentuali rispetto alle entrate/spese sanitarie di bilancio si rileva la maggiore incidenza % della Sicilia che spende in più, in eccedenzar ispetto alla media nazionale 2mlrd732mln; ed addirittura, in 10 anni in eccedenza rispetto a altre regioni quali:

– Piemonte in più  per € 4mlrd 600 Milioni;

– Veneto  in più per € 5mlrd 500 Milioni;

– Emilia-Romagna in più € 6mlrd 640 Milioni.

 

Sorge più di un interrogativo: 

– o vi è stato bisogno dei privati in convenzione poiché il pubblico non ha funzionato efficacemente, ed a quest’ultimo è ascrivibile il maggiore costo

– o vi è stata manica larga nel concedere convenzioni ai privati.

E’ dinanzi a tutti lo stato precario di assistenza sanitaria, al di sotto dei livelli essenziali di assistenza e delle condizioni previste dal Patto della Salute, in particolare in talune province siciliane (carenti di medici, infermieri, impianti, atteezzature) e che viceversa in talune regioni l’assistenza sanitaria e specialistica e’ di gran lunga migliore ed efficace, tant’è che la migrazione dei cittadini/pazienti si attesta intorno al 35%, ed altresì il 40% di residenti non ha danari per farsi assistere e rinuncia a curarsi.

Non trovano generalmente giustificazioni questi notevoli maggiori costi; da cui si deduce altresì la certa carenza dell’assistenza sanitaria diretta pubblica, che ricorre alle esternalizzazioni. Oltre che in altre Regioni riescono ad affrontare impatti di fabbisogni sanitari maggiori rispetto alla Sicilia (vedasi anche la capacità mostrata dell’emergenza corona-virus). 

La Corte dei Conti Regionale in piu’ Relazioni ha rilevato che vi sono mancati controlli, i bilanci approvati in ritardo anche di 2 anni, assenza di monitoraggio andamentale, procedure imperfette che comportano maggiori costi, mancanza di atti regolamentari, cattiva gestione,

Tutti adempimenti che competono in capo ai Deputati ai Sindaci agli Organi dell’Assessorato. 

A volte ci chiediamo cosa fanno questi Organi, a quali interessi sovrintendono, che in fatti dovrebbero essere quelli di agire da mandatario come il buon padre di famiglia che controlla conti e spese e bilanci.Ma non si rileva nulla nello specifico.Si chiede Assistenza Sanitaria e Servizi adeguati; in fondo le risorse finanziarie in totale del SSN vengono ripartite equamente fra le Regioni e siamo in linea con la media nazionale (dimostrato altrove).Ed un debito pubblico della Sanità Siciliana che supera i 3miliardi di euro.

 

È’ INAMMISSIBILE QUESTO ANDAMENTO.

Alcune ragioni di tali spese – sono state rilevate, in specifici studi le carenze nei sistemi sanitari, sprechi e inefficienze che sono generati dall’inadeguato coordinamento dell’assistenza a due livelli:

  • Nello stesso setting: ad esempio, in ospedale l’inadeguato coordinamento tra pronto 

soccorso e unità operative di degenza o tra queste e i servizi diagnostici per mancata standardizzazione di percorsi assistenziali e procedure determina ripetizione di test diagnostici, limitata comunicazione e collaborazione e differenti approcci clinico-assistenziali tra vari specialisti, aumento della degenza media conseguente a ritardi nelle indagini strumentali, interventi chirurgici, etc.

  • Tra setting differenti: ad esempio, i PDTA nei pazienti con malattie croniche, in particolare 

quelli con multimorbidità, prevedono continue interazioni tra ospedale e cure primarie. A questo livello entrano in gioco logiche e regole diversificate tra le strutture coinvolte (es. orari e giorni disponibili per la presa in carico), carenza di collegamenti, anche informatici, competizione tra aziende sanitarie per risparmiare risorse. Tutto ciò alimenta soprattutto l’inappropriatezza organizzativa, con pazienti che vengono assistiti in setting assistenziali più costosi di quanto necessario.

 

Licari Salvatore – Ass.ne Ethikos per il territorio ApS

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