Politica

Sammito: “nessuno pretenda che l’aula debba accogliere gli tutti gli atti”

Gela – Ha provocato un vero sommovimento nella politica locale, il controverso consiglio comunale di giovedì che ha messo a nudo una maggioranza incerta in occasione della proroga del contratto con la Ghelas. Sulla vicenda si è espresso il Presidente del Consiglio Consiglio, Salvatore Sammito, all’indomani della celebrazione del consiglio comunale. “Ho avuto modo di leggere quanto scritto sui social e giornali on Line all’indomani del monotematico sulla Ghelas che si è svolto giovedì pomeriggio – dice Sammito –  premesso che la proposta è arrivata presso gli uffici della presidenza nel tardo pomeriggio di mercoledì e solo la presenza al lavoro di un dipendente dell’ufficio di presidenza, che ringrazio personalmente, ha permesso di poter effettuare la convocazione del consiglio comunale con così poco preavviso ( fatto che mi auguro non si ripeta). Durante i lavori d’aula sono state espresse legittime perplessità tanto dall’opposizione quanto dalla maggioranza sulla legittimità dell’atto e della competenza o meno del consiglio comunale..
L’amministrazione, per tutta risposta è in primis il sindaco, ha esternato disappunto riguardo alle domande poste dai consiglieri specie da quelli di maggioranza.. voglio ricordare sopratutto a me stesso che il civico consesso è il posto deputato dove i consiglieri comunali possono/devono disquisire su qualunque atto venga portato in aula e che, ad eccezione degli stessi, tutti sono ospiti e di conseguenza devono avere un atteggiamento, un linguaggio e un comportamento rispettoso del ruolo che gli stessi ricoprono. Pur tuttavia, dopo ben 4 ore di dibattito, i consiglieri di maggioranza rimasti in aula si sono sobbarcati l onere e l’onore di votare l’atto. Se da un lato l’opposizione ha criticato l’atto e denunziato in aula l’eventualità che la corte dei conti potesse accanirsi sui consiglieri comunali decidendo di astenersi dal voto, gli 11 consiglieri di maggioranza (compreso il sottoscritto) hanno deciso di garantire il posto di lavoro a 74 padri e madri di famiglia. Questo alto senso di responsabilità non può significare per il futuro supina subordinazione all’amministrazione che deve avere il massimo rispetto istituzionale della sua funzione di controllo degli atti amministrativi. Auspico per il futuro che nessuno pretenda che l’aula consiliare debba accogliere gli atti e le delibere incondizionatamente senza se e senza ma. Reclamiamo la nostra indipendenza nella valutazione degli atti, che non significa cercare cavilli di lana caprina ma massima attenzione e cura nella loro valutazione”.

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