Politica

Palermo, è il giorno della sfiducia al sindaco: Orlando conta i suoi

La seduta, la prima in presenza del lockdown, è convocata alle 10. In una Sala delle Lapidi blindata il sindaco e il Consiglio comunale si fronteggeranno nel giorno del voto sulla mozione di sfiducia.
Nessuno crede davvero che passerà – ci vuole il sì di 24 eletti su 40 che dovrebbero votare per far decadere l’intero Consiglio comunale – ma il voto diventa un test sulla tenuta della maggioranza nei giorni più difficili di sempre con l’immondizia che è tornata a invadere le strade e il cimitero pieno davanti al quale la Lega ha organizzato ieri un sit-in.
Orlando vuole contare i suoi. Nell’estate della giunta in pezzi con due assessori dimissionari e la guerra fredda tra Sinistra Comune e Sicilia futura- Italia viva – il sindaco lancia un ultimatum ai partiti che, almeno sulla carta lo appoggiano: stare dentro o stare fuori. Chi non voterà per mandarlo a casa c’è dentro fino al collo e deve mettersi al lavoro.
Servono cinque voti della maggioranza per arrivare a 24 e oggi peseranno anche le assenze. Per i partiti il pressing in vista del 2022 comincia  a farsi sentire e lo scenario è tutt’altro che chiaro. Ma quello che il sindaco
vuole evitare è di uscire di scena nel
peggiore dei modi.
Oggi ogni consigliere avrà 15 minuti di tempo per parlare. Cominciano le opposizioni che hanno presentato la sfiducia. Poi toccherà alla maggioranza. Il sindaco replicherà dopo tutti gli interventi, poco prima del voto. Poi, pare, convocherà una conferenza stampa. (Rep Pa)
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