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Morello ex assessore giunta Messinese: maggioranza e opposizione litigano sul nulla mentre la città è sull’orlo del baratro economico.

In politica, esiste il rispetto delle regole scritte e il rispetto delle regole non scritte. Tra quelle scritte ci sono sicuramente le leggi e i regolamenti, tra quelle non scritte ci sono le buone consuetudini e le “opportunità”, cioè di quell’insieme di scelte politiche e amministrative che, se pur non scritte da nessuna parte, per il contesto, le situazioni e le funzioni svolte è opportuno osservare.

Forse, la mancata conoscenza delle regole non scritte, la non perfetta conoscenza del ruolo istituzionale svolto da alcuni, hanno consentito il verificarsi di una vicenda che ha dei contorni quasi grotteschi, se non fosse che riguarda gli interessi di persone ed istituzioni.

 Nell’affermare ciò, non posso non ricordare la mia recente esperienza amministrativa che mi ha portato a conoscere norme e regolamenti oltre a persone che queste norme e regolamenti li applicano. Ciò detto, la prima considerazioni che mi viene da fare è quella che funzionari e dirigenti non siano andati oltre la mera applicazione delle norme e dei regolamenti esistenti nell’espletamento del loro lavoro. Penso, altresì, che non ci sia stata alcuna consapevolezza da parte del Sindaco su quello che sarebbe accaduto con la delibera di giunta N. 33 del 06/02/2020 e nello stesso tempo ritengo che non ci sia stata alcuna violazione di norme scritte da parte sua. Cosa ben diversa sono le regole non scritte, le buone consuetudini, le “opportunità” di cui la politica dovrebbe esserne permeata.

Ma se eticamente perdonabile il singolo fatto per il primo cittadino, preso da centinaia e centinaia di problemi di non facile soluzione, da non vedere la combinazione anomala delle circostanze, altrettanto non si può dire di tutti gli altri attori della vicenda. 

Di sicuro i primi due professionisti, uno l’avvocato difensore che chiama in giudizio l’ente comunale l’altro, cioè chi è stata nominato a difendere il Comune, se pur nel pieno della propria legittimità ad operare ed a svolgere il ruolo di difensori al meglio della loro professionalità, potevano rinunciare al reciproco mandato ricevuto considerate le circostanze? Ad avviso di chi scrive, per motivi di opportunità, senz’altro SI.

Ma veniamo agli altri veri protagonisti, chi dovrebbe essere la longa manus del Sindaco in tutti i settori della vita amministrativa della citta, chi dovrebbe coadiuvarlo e consigliarlo in tutte le scelte che attengono l’ordinarietà e la straordinarietà dei fatti amministrativi, anche a costo delle proprie dimissioni la dove venissero intaccati i propri sani principi, e cioè la squadra assessoriale, dal Vice Sindaco all’ultimo degli assessori arrivati. 

Se, come già detto, è probabile che il Sindaco, preso dalle migliaia di difficolta giornaliere, abbia avuto una svista su un’operazione routine quale è quella di autorizzare la costituzione in giudizio, in nome e per conto dell’Ente, altrettanto non si può dire di chi avrebbe dovuto vigilare sul contenuto politico dell’atto deliberativo prima che questi arrivasse in Giunta per essere deliberato. E’ stato consigliato il Sindaco sull’opportunità di non dar seguito ad una proposta di Delibera di Giunta che solo un totale inesperto avrebbe potuto immaginare passasse inosservata, e ribadisco, non per la sua illegittimità a mio modo di vedere, ma quanto per la sua inopportunità politica, conseguente a delle  regole non scritte che dovrebbero essere parte integrante di chiunque occupi ruoli istituzionali che travalicano gli interessi dei singoli per guardare quelli collettivi, dove non sempre arrivano le norme e i regolamenti e quando arrivano non sempre sono perfetti e calzanti ad ogni situazione.

Come non si può ritenere perdente la scelta di distogliere le già poche risorse umane e finanziarie di Ghelas da un servizio vitale quale è quello del verde per scegliere quello della sosta a pagamento, servizio storicamente destinato a perdite quasi certe.

Perché non si è avuta l’umiltà di tirare fuori dal cassetto il piano industriale e tecnico, prodotto dalla stessa Ghelas, da un bravo A.D. quale è stato l’ex sindaco Franco Gallo, una grande risorsa per questa città, il quale, in perfetta sintonia con l’allora sindaco Domenico Messinese e lo scrivente, quale assessore alle partecipate, aveva predisposto un piano industriale di Ghelas che aveva come punto di maggior forza la gestione  della Pubblica illuminazione in città, attraverso il radicale rinnovamento degli impianti a totale risparmio energetico. La pubblica illuminazione che è stata la gioia e delizia di tanti, e forse lo è ancora, per via della redditività certa degli investimenti nel settore dell’illuminazione. Eppure tanto lavoro, che avrebbe reso, nel giro di pochi anni, una partecipata in grado di essere autonoma sul piano economico e finanziario e per la prima volta nella sua storia avrebbe consegnato al Comune impianti tecnologicamente avanzati con una riduzione di spesa nell’ordine di milioni di euro l’anno, in ordine alle spese sostenute per l’illuminazione pubblica e manutenzione, con evidenti vantaggi per la comunità gelese tutta. 

Altro che voli pindarici per piani industriali che vedrebbero coinvolti Invitalia, Cassa Depositi e Prestiti, etc. etc.  

Un’amministrazione che nel suo primo anno di vita appare sempre più in balia delle onde, non bastava lo scippo dei 33 milioni di euro fatto dal governo regionale adesso anche tutti i progetti del patto per il sud, presentati dall’amministrazione Messinese e finanziati con Decreto Regionale, sembrano anche questi fermi al palo, vittima oggi di un’ennesima pastoia burocratica quale è quella dell’adeguamento ad una norma ambientale. E così, circa 20 progetti per investimenti sul territorio di Gela per più di 20 milioni di euro, rischiano di prendere il volo mentre Maggioranza e opposizione stanno a litigare sul nulla o, come direbbe un vecchio segretario di partito, stanno a pettinar le bambole mentre la città è sull’orlo del baratro economico.

Fabrizio Morello

Ex assessore con delega al bilancio, agli affari Legali e alle partecipate

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Un commento

  1. Vogliamo parlare del metodo clientelare, spesso corrotto, con cui una certa politica ha agito per quarant’anni nel nostro territorio, ed in tanti altri?Vogliamo fare un’analisi obbiettiva di chi occupa i posti dei più svariati enti pubblici e privati che dovrebbero emanare e garantire servizi trasparenti ed utili alla comunità gelese?Vogliamo parlare dei tanti dirigenti che occupano incarichi pubblici al comune di Gela, nominati da quella politica che ha espresso il massimo livello del clientelismo perfetto?Vogliamo indagare per capire chi ha lavorato e diretto la Ghelas,caltaqua,Ato,sanità,consorzi e tanti altri enti che spesso dimostrano solo di essere dei carrozzoni che producono e garantiscono i voti necessari, utili a generare poltrone visibili ed invisibili dei soliti noti, che da decenni continuano a metterci le mani, usando la politica,per condurre esclusivamente i propri loschi affari? Adesso che succede? Un terremoto per un incarico legale di circa mille euro, che coinvolge il sindaco Lucio Greco e parte della sua famiglia, in un presunto scandalo!Certamente ciò che è successo, si poteva anche evitare, ma allo stesso modo, ritengo che chi ha reagito con le denunce, si dovrebbe fare un bel l’esame di coscienza!Non per avere prodotto quella particolare e puerile denuncia, ma solo perché, ignora e fa finta di non sapere, quali siano le vere disgrazie che perseguitano la nostra martoriata città! CHI NON HA COLPE,TIRI LA PRIMA PIETRA!

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