Politica

Le proposte dell’Udc da presentare al Ministro Carfagna

Caltanissetta – In occasione della celebrazione del Consiglio Comunale di Gela per il prossimo venerdì 5 marzo, alla presenza di importanti figure istituzionali, tra le altri la Ministra per il Sud On. Mara Carfagna, ritengo doveroso, come forza politica presente nel territorio, esprimere alcune considerazioni utili e quindi dare il nostro contributo affinché questa occasione di confronto possa diventare un momento propulsivo in vista della realizzazione della proposta definitiva del RECOVERY PLAN.

Partendo da una analisi più generale, oggi ci aspettiamo dal Governo una logica e naturale maggiore collocazione di questi fondi a favore del SUD, non bisogna dimenticare che i tanti miliardi ottenuti dall’Europa arriveranno soprattutto “grazie” alle condizioni critiche proprio del SUD. Nella proposta del precedente Governo solamente il 34% dei fondi era destinato al mezzogiorno. Una scelta miope che farà accrescere ancora di più il divario Nord-Sud. Questa potrebbe essere l’ultima occasione per l’Italia di assumere una visione dello sviluppo nuova, per colmare il forte divario territoriale, per sostenere le aree a basso reddito, con un tasso di crescita basso, con bassi investimenti pubblici, con un alto livello di disoccupazione, con un basso livello di benessere e sostenibilità. 

Insomma questo Governo ha la responsabilità di creare, finalmente, un’unica ITALIA economica e sociale.

Oltre una richiesta di destinazione adeguata di somme a favore del SUD – insieme al Coordinatore Cittadino Totò Incardona, all’Assessore Danilo Giordano e agli Amici del Gruppo UDC di Gela – abbiamo elaborato una serie di proposte e di riflessioni per la Città di Gela, una città con grandi potenzialità ma anche con enormi difficoltà di cambiamento, di realizzazione e di implementazione.

Gela è una città con un insediamento industriale ricco di un patrimonio professionale ed imprenditoriale di alto livello, con un’area industriale di 128 ettari con un retro porto di notevole dimensione, un porto industriale, una città con un ricco patrimonio archeologico, una città con una zona costiera importante, una città con un consolidato patrimonio agricolo. 

Nello specifico dei fondi del Recovery Plan riteniamo prioritario evidenziare al Governo Nazionale l’esiguità delle risorse umane disponibili, in particolare le capacità tecniche e amministrative necessarie nella gestione dei processi, bisogna attuare un serio e veloce programma d’inserimento di figure professionali già formate a supporto dell’attuale personale certamente insufficiente per rispondere, in modo tempestivo ed efficiente alla sfida che ci attende. 

Tra l’altro potremmo candidare Gela come scuola nazionale di formazione per la nuova governance della pubblica amministrazione.

Accanto a questa implementazione di risorse umane vanno inserite delle forti misure di snellimento delle procedure in grado di liberare la capacità operativa presente nella Pubblica Amministrazione. In tal senso basterebbe sospendere il Codice Appalti e rifarci esclusivamente alle Direttive Europee, certamente più comprensibili e di più facile attuazione.

Vogliamo evitare, almeno in questa fase, di elencare progetti e idee sparse, riteniamo più proficuo chiedere l’immediata costituzione di un tavolo tecnico-politico in grado di elaborare una proposta di azioni di sistema, coerente con una strategia integrata di lungo periodo, in grado di sapersi completare con la realtà esistente e con tutte le misure agevolative in atto esistenti.

A questo tavolo tecnico-politico dovrebbe affiancarsi una concertazione pubblica con tutte le categorie produttive, le Associazioni, i Sindacati, in generale con tutti i Cittadini. Insomma una richiesta per tutti i Gelesi di partecipare con le proprie idee all’elaborazione di progetti significativi per lo sviluppo socio-economico, una condivisione rapida con la Città per una visione a 360 gradi di Gela.

Approfittando della presenza della Ministra per il SUD, vorremmo sottoporle la centralità di alcune opere infrastrutturali da collegare alla nascita di una nuova portualità dotando Gela di un porto Gateway, trovandosi al centro del Mediterraneo e per le caratteristiche già presenti nel territorio (il porto industriale regionale – retro porto – terminale d’arrivo del Gas Naturale liquido proveniente dalla Libia – Aree ZES –  Area di crisi complessa – parte integrante dell’Area Logistica Integrata del quadrante orientale della Sicilia) che consentirebbe di svolgere il ruolo di “gateway d’Italia” con enormi ricadute sull’economia non solo gelese.

Per fare questo sarebbe necessario completare alcune opere non più rimandabili:

  • Completamento della Autostrada Siracusa-Gela 
  • Potenziamento e ammodernamento della linea ferroviaria Siracusa-Ragusa-Gela
  • Realizzazione del collegamento stradale Gela–Santo Stefano di Camastra SS 117
  • Potenziamento della linea ferroviaria non elettrificata e a binario unico Siracusa-Gela
  • C SS626 Caltanissetta Gela (lotto 7 e 8) e tangenziale di Gela
  • Potenziamento collegamento SS115 – aeroporto di Comiso SS514
  • Sviluppo di un’area cargo presso l’aeroporto di Comiso;
  • Adeguamento del Porto Rifugio alle esigenze della nautica da diporto e altri servizi marittimi

Senza il Ponte sullo Stretto, sarebbe bello poter chiamare “Il Ponte sul Mediterraneo”, tutto diventa più difficile e più penalizzante per tutti i Siciliani

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