AttualitaPoliticaRegione

La Lega di Palermo caccia 3 consiglieri dissidenti e ne sospende 12.

Caos Lega, documento "sfiducia" Triolo e Gelarda: sullo sfondo l'eurodeputata Donato

Una vera e propria faida, con tanto di attacco frontale al commissario provinciale e al responsabile Enti locali per la Sicilia occidentale. A Palermo la Lega si spacca e scoppia il caos. Un documento firmato da 18 amministratori locali del Carroccio prende le distanze dalla gestione del partito finora portata avanti da Antonio Triolo e Igor Gelarda. Un documento dai toni durissimi con il quale si invoca “un immediato intervento dei vertici nazionali e del commissario regionale del partito in Sicilia Stefano Candiani” a causa di “una gestione unilaterale da parte di alcuni rappresentanti del partito”.Tra i firmatari del documento spicca il consigliere comunale Elio Ficarra. E a seguire Grazia Ventimiglia (consigliere comunale Terrasini), Giuseppe Barbici (consigliere comunale Partinico), Anna Zizzo (capogruppo consiliare Bagheria), Michele Rizzo (consigliere Bagheria), Giuseppe Gattano (consigliere comunale Roccapalumba), Luca Seminerio (consigliere comunale Lercara Friddi), Salvatore Mannina (consigliere comunale Ciminna), Monia Jerbi (consigliere comunale Borgetto), Andrea Aiello (vicepresidente Quinta circoscrizione), Francesco Stabile (consigliere Quinta circoscrizione), Maria Pitarresi (consigliere Prima circoscrizione Palermo), Domenico Agosta (consigliere comunale Cammarata – Agrigento), Pietro Di Miceli (consigliere comunale Chiusa Sclafani), Lillo Burgio (assessore Comune di Naro – Agrigento), Tiziana La Motta (vicepresidente del consiglio comunale di Contessa Entellina), Antonio Cacioppo (consigliere comunale Giuliana).

I ribelli “disconoscono scelte, metodi e visione politica” e rilevano una conduzione del partito che “rende impossibile e ostacola la crescita del progetto politico fortemente voluto da Salvini”. Nel mirino anche “l’assoluta assenza e forma di dibattito interno”. “Abbiamo aderito, votato e fatto votare la Lega – sottolineano gli esponenti leghisti – per cambiare le logiche del potere, non per vedere riaffermato quel sistema figlio di una politica parassitaria fatta di interessi personali”. Parole che rendono ancora più incandescente il clima all’interno della Lega, dopo le dimissioni rassegnate dal coordinatore cittadino Giovanni Callea.

Gelarda e Triolo replicano a muso duro alle contestazioni: “Questo documento – dice Gelarda – è politicamente insignificante. A fronte di oltre 60 amministratori locali che hanno aderito alla lega in Sicilia occidentale, tra sindaci, assessori e consiglieri comunali sono 7 o 8 i veri firmatari di questa nota. Infatti alcuni di questi firmatari sono stati coinvolti senza saperne nulla. Questo è il caso dei due consiglieri della provincia di Agrigento Lillo Burgio e Domenico Agosta che hanno già smentito, attraverso Facebook, di avere apposto la loro firma su questo documento. Un’altra consigliera, inserita tra i firmatari, ci ha detto  di non avere mai letto questo documento. Tra i firmatari risulta anche un tale Totò Mannina, che non è più consigliere comunale di Ciminna, e quindi non è un amministratore locale, e che non sappiamo neanche se sia iscritto alla lega. Non capiamo, dunque, a che titolo abbia potuto firmare un documento fatto da consiglieri comunali e di circoscrizione. Siamo sereni per l’attività che abbiamo fatto e il senatore Candiani ha ribadito la sua massima fiducia nel nostro operato. Vince la squadra, e vincono quei siciliani che capiscono che è il momento di cambiare mentalità, e remare tutti insieme per il bene dell’isola”.

“Non è casuale – aggiunge Gelarda – che questo attacco arrivi all’indomani dell’ingresso nella Lega di Alessandro Anello. Un’adesione che allarga la base e rafforza un partito sempre più presente nello scenario politico. Forse questo non sta bene a chi punta invece ad una gestione familiare”. Triolo invece si dichiara “assolutamente esterrefatto” e sostiene che il “documento, in realtà, rappresenta la posizione di una piccola parte, cioè di coloro che avrebbero voluto probabilmente controllare il partito in modo autoreferenziale e con una gestione quasi familiare. Ma non ci sono riusciti. Il documento è peraltro anomalo, a partire dai firmatari, alcuni dei quali hanno aderito alla Lega da pochi giorni o addirittura nemmeno iscritti. Un consigliere di Giuliana viene presentato come consigliere di Chiusa Sclafani, cosa che la dice lunga sulla valenza di chi ha preparato e diffuso questo documento”.

“Appare chiaro – prosegue Triolo – che dietro questo documento pretestuoso c’è un tentativo, che va al di là dei firmatari stessi, da parte di qualcuno di contestare una gestione politica della Lega in Sicilia che non ammette compromessi e non avalla l’autoreferenzialità di alcuni personaggi locali che vorrebbero gestire il partito con le stesse logiche familiari che attribuiscono ad altri. Questi sono obiettivi e comportamenti del tutto contrari alla linea della Lega di Salvini. Nei prossimi giorni, verificheremo la situazione con il commissario Candiani e non esiteremo a prendere i necessari provvedimenti nei confronti di coloro che hanno veramente firmato e diffuso un documento mendace che vuole danneggiare la Lega”.

Dietro le quinte di questa rivolta interna che investe la Lega a Palermo e provincia, spunta l’eurodeputata Francesca Donato. Con la Donato si sarebbero infatti schierati Ficarra, Aiello, Ventimiglia, Jerbi, Seminerio, Pitarresi, Barbici e Mannina (quest’ultimo è uno dei suoi assistenti locali), ovvero alcuni dei firmatari del documento che “sfiducia” Gelarda e Triolo. “Credo che il segnale lanciato da questo gruppo di dirigenti leghisti – afferma l’europarlamentare – sia chiaro, inequivocabile, e debba essere preso in considerazione dal partito. C’è un malessere evidente, che covava da tempo, e adesso è esploso. Se questi amministratori locali sono arrivati a questo punto è perché evidentemente hanno cercato un confronto ma non sono stati ascoltati. Ho parlato con alcuni di loro ed ho ricevuto tanti messaggi ed email: credo che siano titolati a esprimere la loro opinione”.

Bblitz di Candiani a Palermo: espulsi dal partito 3 “ribelli”, 12 i sospesi

Fuori dalla Lega 3 dei ribelli che hanno firmato il documento di “sfiducia” al commissario provinciale Antonio Triolo e al responsabile Enti locali per la Sicilia occidentale Igor Gelarda. Altri 12 amministratori locali sospesi dal partito di Salvini.

Dopo la rivolta scoppiata ieri a Palermo, pugno duro del commissario della Lega in Sicilia Stefano Candiani. Quello del senatore Candiani è stato un vero e proprio blitz, che si è concluso con l’allontanamento dal Carroccio di Andrea Aiello (consigliere della Quinta circoscrizione a Palermo), Anna Zizzo (capogruppo della Lega a Bagheria) e Michele Rizzo (consigliere sempre a Bagheria).

Destinatari di provvedimenti di sospensione dal partito anche 12 dei firmatari del documento: Elio Ficarra, consigliere comunale di Palermo, è il nome più noto; poi ci sono Grazia Ventimiglia (consigliere comunale Terrasini), Giuseppe Barbici (consigliere comunale Partinico), Giuseppe Gattano (consigliere comunale Roccapalumba), Luca Seminerio (consigliere comunale Lercara Friddi), Salvatore Mannina (Ciminna, assistente locale dell’eurodeputata Francesca Donato), Monia Jerbi (consigliere comunale Borgetto), Francesco Stabile (consigliere Quinta circoscrizione), Maria Pitarresi (consigliere Prima circoscrizione Palermo), Pietro Di Miceli (consigliere comunale Chiusa Sclafani), Tiziana La Motta (vicepresidente del consiglio comunale di Contessa Entellina), Antonio Cacioppo (consigliere comunale Giuliana).

fonte Palermotoday

 

 

 

Mostra Altro

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button