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Giudice: Tutti affermiamo di amare la città, ora è tempo di dimostrarlo.

I morti sono una realtà così come la paura con cui tutti conviviamo da giorni e bisogna averne rispetto. Cosa c’è da far polemica? Cosa si è detto che non sia verità? Dove sta lo scandalo? Apprezzabile seguire chi si adopera per la disinfestazione ma dato che ognuno ha il suo ruolo non vedo la necessità di andare in 24 per la stessa cosa. Forse sarebbe più semplice dare seguito a ciò che si stabilisce. Vi immaginate un’azienda dove tutti fanno la stessa cosa? Fallirebbe dopo un mese. Non ho vissuto la “Prima Repubblica” ma sono certa che c’era meno demagogia. Tutti affermiamo di amare la città, ora è tempo di dimostrarlo con i fatti ed i fatti dicono che a Gela, fino ad oggi, siamo stati fortunati (solo di fortuna si tratta) perché si sono registrati pochi casi e se dovesse accadere qualcosa di più grave scopriremmo che medici e infermieri (e io sto con loro) hanno ragione a rivendicare sicurezza mentre lavorano, perché chi è in trincea non dorme la notte altro che retorica e inutile protagonismo. L’unico vantaggio che abbiamo avuto nel Sud Italia è stato il tempo: tempo per capire la gravità di quello che stava arrivando, tempo per constatare l’impatto devastante su territori oggettivamente più dotati di infrastrutture sanitarie, tempo per organizzarci e rivendicare ciò che spetta anche alla nostra città. Il tempo è scaduto, non è stato sfruttato e anche tre giorni diventano fondamentali. L’esortazione è quella di fare fronte comune, con la salute non ci sono mezze misure e in questo momento i “successi” si misurano con i numeri: numeri di posti predisposti in rianimazione, numeri di medici specializzati per fare i tamponi, numeri di tamponi, numeri di ambulanze dedicate al Covid19, numeri solo numeri compresi i numeri di giorni persi. Paola Giudice Consigliere comunale Indipendente di Sinistra

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