Nel dibattito politico regionale, piuttosto vivace, si inserisce la voce di Renato Schifani, ex presidente del Senato e uno dei vertici del partito nazionale. La sua “puntualizzazione” sulla proposta di candidare Miccichè alla presidenza della Regione, avanzata dai vertici regionali del partito, sta a significare che i dissapori interni non sono ancora del tutto risolti.
Quando Schifani afferma “Credo sia doveroso riflettere sulla palese e voluta violazione delle regole di trasparenza nella gestione del partito” fa un evidente riferimento al fatto che questa decisione è passata sopra la testa dei vertici nazionali che si sono sentiti scavalcati e non è un caso che il senatore abbia rimarcato il fatto di non essere stato invitato alla riunione di ieri.
D’altro canto Gianfranco Miccichè, proprio ieri, aveva precisato di essere lusingato ma di subordinare la sua accettazione a un colloquio proprio con Schifani e con gli altri esponenti del partito che non erano presenti alla riunione”.
Ci sono ancora molti angoli da smussare all’interno del partito azzurro ma anche nell’ambito della coalizione del centrodestra attraversata da troppe fibrillazioni in un momento in cui si devono portare avanti i ragionamenti politici che non riguardano soltanto il rinnovo dell’Ars a ottobre ma anche le scelte da fare per le tre grandi città siciliane, Palermo, Catania e Messina, che andranno al voto in Primavera e che stanno logorando tanto il centrosinistra quanto il centrodestra.
