Politica

Finanziamento dell’accordo di programma; monitoraggio della Prefettura

Per Sicindustria questi i risultati della visita di Provenzano

Gela – “Due sono stati, a mio avviso, gli steep compiuti per arrivare a risultati concreti” – il rappresentante di Sincindustria Gianfranco Caccamo commenta così l’incontro con il Ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano. Il Ministro si è impegnato a finanziare l’accordo di programma presentato l’anno scorso che contiene una serie di interventi fondamentali per lo sviluppo del territorio. Secondo argomento importante: il Prefetto di Caltanissetta istituirà un tavolo di regìa per la verifica ed il monitoraggio di tutte le azioni finalizzate allo sviluppo della provincia. Sicindustria ha consegnato un documento al Ministro per suggellare il patto con la città”.

Di seguito il testo

In una Italia che arranca, la Sicilia si trascina. E in una Sicilia che si trascina,
la provincia di Caltanissetta è paralizzata. Al punto da essere stata inserita al 103°
posto su 107 nell’ultima classifica annuale sulla qualità della vita elaborata da
ItaliaOggi e Università La Sapienza, in collaborazione con Cattolica Assicurazioni. Gli
elementi presi inconsiderazione sono: affari e lavoro, ambiente, istruzione, tempo
libero, turismo. Ossia tutto ciò che rende un territorio vitale e attrattivo. A descrivere il
risultato di tutto ciò sono, come sempre, i numeri: dei 270 mila abitanti residenti nei 22
Comuni che compongono la provincia di Caltanissetta, gli occupati sono 69 mila, cui
si aggiungono ben 90 mila cittadini inattivi tra i 15 e i 64 anni.
È questo il punto di partenza che ha spinto Sicindustria a promuovere e
condividere, con spirito di servizio e nel rispetto dei ruoli istituzionali, la costruzione di
strategie di intervento che permettano di gettare le basi per una inversione di rotta
partendo da alcuni punti che consideriamo essenziali.
Primo fra tutti, così come abbiamo già avuto modo di sottolineare ogni qual
volta ne abbiamo avuto occasione, un profondo piano di sviluppo infrastrutturale:
il trasporto viario, e non solo, versa infatti in uno stato di completo abbandono. Il
risultato è un deficit di competitività non facilmente colmabile e non comunque in tempi
brevi, amplificato da una carenza cronica di infrastrutture immateriali senza le quali
è impossibile competere nell’era si Industry 4.0, la quarta rivoluzione industriale. Non
è possibile restare estranei a questo processo, ma alle nostre imprese viene chiesto
l’eroismo per poter stare sul mercato. Nessuna istituzione civile dovrebbe però
chiedere ai propri concittadini l’eroismo, ma solo la capacità di competere lealmente e
ad armi pari con chiunque. È per questo che occorre favorire in determinate realtà e
nei settori produttivi più ready i servizi aggiuntivi per migliorare l’approccio del territorio
all’incontro tra manifattura e digitale, allo stesso modo in cui si stanno già
organizzando le altre regioni del Mezzogiorno per sostenere le imprese nel processo
di innovazione e recuperare l’allineamento con le imprese del Nord alle catene globali
del valore.
Altro punto è quello relativo alle politiche del lavoro. In uno scenario di
disoccupazione e inattività le imprese non riescono, spesso, a reperire le figure
professionali di cui hanno bisogno. Mancano periti meccanici, tecnici del legno, periti
elettronici, tecnici delle telecomunicazioni, ingegneri e matematici. Si registra, infatti,
un forte disallineamento tra le scelte formative dei giovani e i fabbisogni delle imprese.
Questo gap di competenze viene spesso risolto dalla formazione aziendale e il
training-on-the-job. Ma ciò che è indispensabile è un costante legame tra la formazione e il mondo delle imprese affinché il sapere e il fare siano le facce di una
stessa medaglia. Per questo è opportuno che la spesa per la formazione professionali.

sia sempre più indirizzata verso l’“Alta Formazione”, al sostegno dei contratti di lavoro
di apprendistato di alta formazione e ricerca, al fine di soddisfare i fabbisogni richiesti
dalle imprese moderne. La capacità di competere di un sistema industriale dipende
dalla capacità d’innovazione, dalla qualità del capitale umano disponibile e, in ultima
analisi, dalla qualità del sistema educativo.
Oggi, tra l’altro, assistiamo a un fenomeno migratorio dalle dimensioni
epocali che porta i nostri giovani già formati a lavorare fuori dai confini regionali
depauperando ancora di più il territorio. Una emorragia che deve essere bloccata con
ogni mezzo. Per farlo però occorre creare le opportunità, rendere attrattivo il territorio
attraverso politiche di contesto capaci di sostenere le imprese, uniche vere realtà in
grado di creare ricchezza e redistribuire valore.
Bisogna, pertanto, ripartire da una puntuale analisi del fabbisogno del territorio,
così da definire in modo efficace le attività da organizzare insieme al comparto
“Scuola” che, a propria volta, potrà formare gli studenti secondo le logiche del bisogno
imprenditoriale, in accordo con le capacità e le competenze di ciascuno, limitando il
fenomeno migratorio per mismatching rispetto alle richieste del tessuto economico
locale.
A questo punto riteniamo opportuno focalizzare ulteriormente l’attenzione su
alcuni aspetti.
INFRASTRUTTURE MATERIALI
L’attrattività di un territorio sempre più si basa sulla dotazione di risorse naturali
e culturali, ma anche e soprattutto sull’esistenza di un insieme di reti e di servizi
integrati che risultino efficaci ed efficienti e che caratterizzino il Sistema Paese nel suo
complesso: agevolare gli spostamenti, accedere ad informazioni aggiornate,
accelerare ogni procedura sono elementi necessari soprattutto in un epoca in cui la
parola “velocità” è diventata desueta a fronte dell’esigenza di “rapidità” e
“immediatezza”.
In questi termini, le cosiddette infrastrutture materiali della provincia nissena
hanno vissuto, negli anni, grandi inizi, grandi proclami ma, spesso, nessuna
conclusione. Il risultato è una situazione negativa e stagnante: la provincia e le
imprese che vi insistono risultano isolate da un lato a causa del mancato monitoraggio
di strade e autostrade, e dall’altro a causa della mancata conclusione di lavori di
ripristino di vecchia programmazione e di nuova creazione di collegamenti
infrastrutturali.

Risulta fondamentale pertanto la realizzazione di interventi che risolvano l’isolamento
in cui versano le aree industriali di Caltanissetta Calderaro, San Cataldo Scalo,
Grottadacqua SS 640 AG-CL e rigenerino la rete infrastrutturale di collegamento tra
le province, i porti e i principali aeroporti.
Per risolvere l’isolamento si deve necessariamente porre l’attenzione sugli
snodi principali, quali tra gli altri, i collegamenti tra Santo Stefano di Camastra e Gela;
tra Gela e Siracusa; tra Agrigento e Caltanissetta e tra Gela e Trapani.
Come si deduce dalla Delibera della Giunta regionale del 27 febbraio 2019 n.
82, “Piano degli interventi stradali per il 2019 – Apprezzamento”, molti interventi previsti
hanno programma e quantum già definito, ma la Progettazione esecutiva risulta “Da
Fare”: ciò significa che, pur essendoci le risorse economiche, manca la progettualità.
Nei programmi di Anas per la Sicilia al 2021, di rilevante importanza è il piano
di manutenzione straordinaria, potenziamento e riqualificazione dell’autostrada A19
“Palermo-Catania”, un progetto per la riqualificazione e potenziamento dell’itinerario
Catania-Gela, per il quale è stato finanziato un investimento pari a 100 milioni di euro,
con l’obiettivo di garantire maggiore sicurezza, aumentare la capacità trasportistica e
migliorare il comfort di guida.
Si ricorda che sono stati stanziati circa 10 milioni di euro per 77 progetti di messa in
sicurezza della viabilità di piccoli comuni dell’entroterra siciliano, per la provincia di
Caltanissetta si tratta di un investimento pari a 540.916,86 (4 progetti).
AREA DI CRISI COMPLESSA DI GELA
Il Polo industriale di Gela ha vissuto un periodo di grande fatica negli ultimi anni
e ha trovato compimento all’interno del Protocollo d’intesa per Gela firmato il 6
novembre 2014 tra Il Mi.SE., la Regione Siciliana, il Comune di Gela, Eni spa e le parti
sociali.
Se da un lato il documento riguarda il Programma di Sviluppo dell’Eni che
prevede investimenti fino a 2,2 miliardi di euro, dall’altro le parti firmatarie hanno avuto
interesse a realizzare iniziative per assicurare un futuro ai dipendenti e a Gela, alla
luce del potenziale di sviluppo del territorio siciliano e della presenza di importanti
risorse nel sottosuolo.
Rispetto a quanto trascritto nel Protocollo, si nota l’intenzione delle parti di
collaborare affinché si possa, con una sola azione, risollevare il territorio e far fronte
alla crisi economica e strutturale che aveva investito l’industria e, conseguentemente,
i lavoratori. Per questi motivi sono nati i progetti della green refinery e l’avvio di nuove
attività di esplorazione e produzione di idrocarburi sia on site che offshore e il progetto
guayule, uno studio di fattibilità per la realizzazione di un progetto per la produzione

di lattici naturali partendo da prodotti naturali e sviluppando la relativa filiera agricola.
Si annetta anche il progetto GCN/CNG, che prevede uno studio di fattibilità per la
realizzazione di una base logistica per la distribuzione di GCN/CNG come carburante
e/o come combustibile.
Da quanto ad oggi risulta, Eni spa ha portato avanti i progetti come da
Protocollo. Risulta, però, lampante la mancata attuazione dell’art. 7 che prevede
l’istituzione di un tavolo tra le Parti, che garantisca il coordinamento degli interventi
previsti dal Protocollo. Tale azione risulta funzionale alla futura definizione di nuovi
investimenti che facciano seguito alla rivitalizzazione del Protocollo in termini
autorizzativi e che permettano la prosecuzione in chiave innovativa e futura delle
attività previste e connesse all’interno del documento. Tra queste rientra anche il
Protocollo siglato lo scorso 10 dicembre tra Eni spa e il Ministero dell’Ambiente
relativamente alla decarbonizzazione del sito industriale di Gela tramite l’uso
dell’anidride carbonica, ad oggi prodotta dalla Bio Raffineria, diminuendone
drasticamente la presenza. Progetti perfettamente in linea con la European Green
Deal, la nuova strategia per la crescita della Commissione Von der Leyen, che mira
ad avere una Europa a emissioni zero entro il 2050 e un aumento degli obiettivi di
riduzione delle emissioni al 2030. La strada è chiara: non è più possibile prescindere
da un modello di sviluppo che non preveda una crescita inclusiva, sostenibile e
competitiva e una economia verde. Il nostro territorio, per le peculiarità industriali che
lo caratterizzano, è chiamato a rispondere a questi richiami in modo determinato e
compatto. Eppure, ad oggi, al netto delle agevolazioni ministeriali della Legge
181/1989 per l’area di crisi industriale complessa di Gela, il punto centrale che emerge
è l’assenza di una visione strategica d’insieme che va dalle politiche al sostegno
delle imprese alla carenza delle infrastrutture della zona industriale gelese, dei
collegamenti con porti e aeroporti. Situazione addebitabile anche alla mancata
definizione dei progetti esecutivi, all’assenza di responsabilità e d’interesse che spinga
Gela a ritrovare il valore di Polo che un tempo aveva.
PROPOSTE DI RILANCIO DEL TERRITORIO
Come precedentemente espresso, si definiscono in questa sede alcune
proposte che partano da quanto enunciato e puntino ad azioni coordinate e
convergenti per il rilancio del territorio.
Nello specifico si propongono azioni in combinato disposto relativamente alle aree di
primaria importanza: si auspica che quanto di seguito enunciato faccia da pungolo per
muovere e muoverci verso una ripresa, nell’ottica di poter ristabilire un indispensabile
equilibrio socio-economico.

In termini di infrastrutture materiali e immateriali, tra le opere realizzabili che
rispondono ad esigenze di primaria importanza per i collegamenti vi sono:
● L’integrazione del progetto della Tangenziale di Gela con un nuovo svincolo
per l’accesso diretto alla Zona Industriale Nord 2 – Ente titolare del progetto ANAS;
● L’Inserimento del tratto finale dell’autostrada A18 Siracusa – Gela (ovvero la
Modica – Gela), in un contesto di priorità: un’ipotesi plausibile potrebbe essere
l’istituzione di un’Area di Crisi Complessa così da accelerare sia la procedura di
progettazione – attualmente in corso – che la fase di appalto. Ciò si rende necessario
per realizzare un rapido collegamento tra la Sicilia Sud occidentale e l’aeroporto di
Comiso, Ente titolare del progetto CAS (Consorzio Autostrade Siciliane).
● La istituzione di un specifico tavolo tecnico coordinato dal Ministro per il Sud e
la Coesione territoriale che abbia lo scopo di organizzare, gestire il progetto definitivo
del Nuovo Porto Turistico di Gela in considerazione delle diverse proposte progettuali
già in essere e dei relativi finanziamenti già stanziati: nello specifico trattasi dello
sviluppo di una pianificazione pubblico – privata che preveda la creazione di un Ente
Porto Turistico di Gela, con l’ausilio e la professionalità di un Commissario
straordinario con poteri speciali.
● Individuazione all’interno dell’area portuale di Licata di un’area attrezzata, cd.
“YARD, adibita all’assemblaggio in loco di manufatti industriali di notevole ingombro
che, non essendo trasportabili per via stradale, in ragione delle grandi dimensioni e
del notevole peso, necessitano l’imbarco diretto dalle banchine portuali. In tal senso il
porto di Licata, oltre ad occupare una posizione strategica lungo la costa meridionale
della Sicilia, affacciandosi direttamente verso i paesi del continente africano in via di
sviluppo, ha delle caratteristiche morfologiche quali la profondità dei fondali,
l’ampiezza delle banchine, le grandi aree non ancora sfruttate che conferiscono, un
naturale potenziale di sviluppo per tutte le aziende manifatturiere della Sicilia Sud
occidentale, in particolare per quelle impegnate nella produzione di apparecchiature
industriali quali rack per dissalatori, colonne di distillazione, vessel, componenti e
manutenzione per infrastrutture off-shore (piattaforme, torri eoliche, etc..).
● L’integrazione del progetto della Nuova SS 640 con inserimento di uno svincolo
in prossimità delle Zone Industriali di Caltanissetta e San Cataldo Scalo che consenta
un accesso adeguato sia in entrata che in uscita alla stessa SS 640 – Ente ANAS:

ritiene fondamentale la realizzazione di interventi atti a risolvere l’isolamento in cui
versano le aree in oggetto. Tale obiettivo sarebbe di immediata soluzione, strutturando
il collegamento e l’accesso diretto alle SS 640, SS 626 e autostrade, così da agevolare
il flusso commerciale su strada. Si annetta l’intervento straordinario di rifacimento del
manto stradale e la creazione di una zona Interporto, punto di snodo industriale, che
accolga al suo interno un’area dedicata alle call box o colonnine per ricariche elettriche
e al rifornimento di mezzi pesanti, con la possibilità di garantirne lo stazionamento.
Infine si evidenzia la necessità di implementazione del sistema di illuminazione ed
idrico per consentire l’adeguato servizio sul territorio, indipendentemente dalle
condizioni metereologiche esterne.
● La realizzazione della autostrada digitale, provvedendo al passaggio della fibra
ottica e alla strutturazione della rete wifi e la creazione di un checkpoint che fornisca
supporto locale alle imprese del territorio, assicurando la presenza delle associazioni
datoriali in ottica di tutela e rilancio del business ed il contatto diretto con la camera di
commercio di riferimento, al fine di realizzare la semplificazione il traffico dati tra enti.
● La diminuzione, seppur in via temporanea, delle tariffe per l’acquisto dei terreni
nelle zone industriali ex ASI così da incentivare l’insediamento di nuove aziende e
avere introiti da destinare alla manutenzione delle stesse.
Parimenti, si auspica il monitoraggio di quanto in ultimo stabilito all’interno del Piano
industriale 2019-2023 definito con Ferrovie dello Stato, come da loro comunicato,
secondo cui “Trenitalia ha previsto un investimento di oltre 1,3 miliardi di euro – in parte
finanziati con fondi regionali – per il rinnovo della flotta nelle regioni del Meridione per
l’acquisto di circa 200 treni regionali. I treni rientrano nel Contratto di Servizio
decennale, sottoscritto a maggio 2018 da Regione Siciliana e Trenitalia (Gruppo FS
Italiane), che prevede investimenti per oltre 426 milioni, di cui circa 325 destinati
all’acquisto di nuovi treni per potenziare la mobilità regionale e metropolitana”.
In merito ai finanziamenti correlati al settennio 2014-2020 di matrice europea, si
auspica una ricognizione puntuale dei bandi chiusi, delle graduatorie definitive e delle
somme stanziate e non conferite, così da utilizzare il quantitativo decretato.
CONCLUSIONI
In conclusione si auspica che questo Documento possa essere la prima pietra
per la costruzione di una new era, la promozione di una partnership volta alla
cooperazione, all’analisi e all’azione.
L’analisi delle risultanze, seppur a fronte degli strumenti di aiuto messi in
campo dalle amministrazioni statali, regionali e di fonte europea, evidenzia che non è
stato raggiunto l’output desiderato e desiderabile, consistente nelle direttrici citate

dalla “Relazione sugli interventi di sostegno alle attività economiche e produttive 2019”
e abbracciate dal Rapporto Svimez 2019.
Ci si augura che quanto suggerito in materia infrastrutturale, scolastica, di
lavoro e di gestione dell’area di crisi complessa di Gela possa assurgere a modello
interlocutorio propositivo, concretamente allineato alle esigenze reali e garante di
future-proofing.
La speranza parte dal riconoscimento di uno status quo non accettabile e dal
bisogno consapevole di rivalsa e rivincita per un territorio che ha ingenti risorse da
valorizzare.
Caltanissetta può essere rappresentata dalla cosiddetta pietra angolare: “È una sola
pietra a reggere la volta: è quella che, incuneandosi tra i due lati inclinati, li tiene
insieme. Perché un’aggiunta finale, così esigua, riesce a produrre effetti così grandi?
Perché essa non aggiunge ma completa” (G. Ravasi, L’avvenire, 2005).
Non multa sed multum, dicevano i latini, poiché non risulta interessante
un’aggiunta, bensì una ri-partenza da ciò che c’è, che si distacchi da un passato
inefficace ed inefficiente, e ricominci dal una sana ed efficace riallocazione di risorse
economico-spazio-temporali per l’obiettivo più grande: ridare vigore alla Sicilia per
ridarlo all’Italia intera.
Il Reggente di Delegazione

Gianfranco Caccamo

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