Politica

È tornato Conte e infatti rinvia tutto.

Vuole rifondare M5s, ma non affronta alcun nodo cruciale: dal rapporto con Casaleggio al limite dei due mandati

Si collega da casa che quasi sono le dieci della sera, parla su Zoom agli eletti del Movimento 5 stelle, eppure Giuseppe Conte è esattamente come te lo aspetteresti: completo blu, cravatta porpora, pochette d’ordinanza e classica libreria di sfondo come si conviene da collegamento in tempo di pandemia. E esattamente come ci si aspettava, rinvia i principali nodi del Movimento che verrà: il rapporto con Davide Casaleggio e la Casaleggio Associati, il limite dei due mandati alle cariche elettive e la prospettiva politica con il Pd e le alleanze alle amministrative.

“Su invito di molti di voi e di Beppe Grillo ho deciso di raccogliere questa sfida”, dice l’ex premier all’uditorio che comprende anche il fondatore, online da Genova. È un’annuncio informale, in quella che è un’assemblea politica per un annuncio di leadership futura ma non di investitura formale, di presentazione di un progetto ma senza scendere nel dettaglio, “perché non voglio anticiparvi altro”, e ci sarà tempo “dopo Pasqua” per una “serie di incontri per raccogliere i vostri suggerimenti”.

“Letta per decidere di fare il segretario, venire nominato e fare le prime scelte ci ha messo una settimana, Conte sono due mesi”, si sfoga un parlamentare, spiegando come il discorso del futuro leader M5s sia stato sollecitato da tanti parlamentari che ormai da troppo tempo lamentano una totale assenza di leadership, alimentata dal rinvio dell’investitura del professore di Firenze.

“La sfida che raccolgo la sintetizzo così: rifondare il Movimento 5 stelle”, dice Conte, che per larga parte del discorso letto su degli appunti utilizza il “voi”, come a rimarcare il suo non aver avuto una tessera in tasca, ad essere sempre stato e sempre professato indipendente dai partiti. “Feci a caldo una promessa: “Io ci sono e io ci sarò”. Non c’era dietro un’idea, ma Il mio impegno in politica non poteva che partire da qui”, dice il premier, che accenna a due punti cardine della rivoluzione che vorrà intraprendere: la scrittura di una Carta dei principi e dei valori per “definire un’identità politica forte” e la “rivisitazione delle 5 stelle”, da aggiornare senza rinnegarle, e un “chiaro assetto interno per definire con chiarezza responsabilità e linea politica”.

Che qualcosa cambierà, che molte dei principi fondativi verranno riveduti e corretti, è certo. Su questo Conte ha le idee chiare: “La regola dell’uno vale uno è il fondamento della democrazia, tutti devono poter contribuire alla vita democratica del Paese – spiega – ma quando si tratta di assumere funzioni istituzionali di responsabilità, occorrono persone oneste, capaci e con specifiche competenze”. “La democrazia rappresentativa, per quanto in crisi, non appare eliminabile, ma va rafforzata”, sì alle consultazioni, no al soppiantamento di un sistema che alla base del mondo occidentale. Un ragionamento che include quella che sembra una stoccata a Casaleggio, perché “la democrazia digitale è frutto della tecnologia, che non è neutra” e “chi governa i processi, chi gestisce e processa i dati, attraverso quali modalità vengono trattati i dati, richiede la massima trasparenza e la massima chiarezza”.

La Carta dei principi nella testa di Conte ha alcuni valori fondanti che l’ex premier annuncia per grandi linee: il rispetto della persona, l’ecologia integrale, la giustizia sociale, i principi democratici, la lotta alla criminalità, l’etica pubblica, molto più in là non si va. Abbastanza generiche le coordinate della nuova organizzazione interna. “Avremo regole rigorose che contrasteranno correnti e cordate”, “non abbiamo bisogno di associazioni varie” dice come monito a quelle animate da alcuni onorevoli, accenna a un “assetto per definire responsabilità e linea” e a una “struttura organizzativa con responsabili regionali e territoriali”, si dilunga un po’ su una futura scuola di formazione permanente.

Saluta senza interloquire, uno stile professoral-istituzionale più che da leader politico, ma per quello ci sarà tempo, rimandando il confronto ai tavoli post pasquali senza streaming, allungando ancora i tempi della presa in carico della ristrutturazione promessa. Saluta che il sole è tramontato da un pezzo, in questo in perfetta continuità con i tempi di Palazzo Chigi, “con il favore delle tenebre”. (Huffington post)

Mostra Altro

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button