Politica

..e dopo la sentenza, vai col toto assessori….!

Gela – Archiviata la sentenza del Tar, tornano le grandi manovre. In realtà i gelesi vorrebbero vedere le manovre sulla città; quelle pensate per il suo sviluppo economico, quelle dei servizi, quelle per eliminare le buche per strada e la spazzatura negli angoli. Qualcosa in cantiere c’è: ci sono i progetti del Patto per il sud, in scadenza fra poco più di un mese; i lavori sul viale Mediterraneo che stanno per partire; qualche aggiustamento qua e là. Ma le manovre di cui si parla fra i muri del Palazzo di città e nelle segrete stanze ove si muove la politica sono ben altre: sono quelle di cui si scrive ( chi molto e chi meno, noi meno) e che si leggono ancora meno. Perchè il cittadino medio di queste manovre ne ricava ben poco e se ne interessa meno. Eppure qua e là, nasce la curiosità. E adesso, che succede? Cambia tutto per non cambiare nulla? Di certo qualcosa cambierà. Qualche pedina per migliorare il tiro? Quindi quello precedente non andava bene! Oppure soltanto ‘era già tutto previsto’, come dice la canzone. La coalizione di centrodestra che ha già perso qualche pezzo, pronto col piattino a cercare un posto al sole, ieri ha incontrato il leader della Lega a Palermo per pensare altre strategie da mettere in campo. Pensa ad un altro ricorso al CGA? Forse. Di certo si riunirà nei prossimi giorni per discutere il da farsi per il futuro. Cga si, Cga no. C’è chi dice no. Comunque è tutto da vedere. Anche come impostare la strategia politica di opposizione. Perchè opposizione non vuol dire veleno. L’opposizione, nella terminologia della politica, indica una rappresentanza politica che in un sistema decisionale non copre la maggioranza dei decisori e che spesso si assume l’impegno o obbligo come alternativa di governo alla maggioranza parlamentare o consiliare. Il Movimento 5 stelle che c’è nelle stanze dei bottoni ma non si vede; che dopo le ultime competizioni elettorali cerca di trovare nuova linfa con le parole.

Poi c’è la maggioranza. Quella organizzata. Quella che da aprile sa quali pedine spostare per accontentare tutti quanti hanno contribuito a creare il progetto politico arcobaleno valso a ottenere la vittoria. Anche quella compagine deve riunirsi per trovare un accordo sulle novità di giunta. Le dichiarazioni pubbliche hanno tutto il sapore di discorsi pontificali ammantati di politichese, le realtà sono altre: le costruzioni di progetti a breve e lunga gittata: assessorati comunali e candidature regionali. Intanto si deve scomporre la giunta municipale per accontentare la fila di ‘avanti un altro’: intoccabile Di Stefano e Gnoffo secondo gli accordi di aprile. Di Stefano per la parte importante in termini di voti, Gnoffo per l’appoggio di Mancuso. Robilatte dovrebbe essere sempre il punto di riferimento del Partito democratico. Liardi in discussione e Iudici dovrebbe cedere il passo. Ma tutto è ancora da discutere e l’assemblea dovrebbe essere fissata a breve. Da questo momento in poi pioveranno fiumi di parole. Si apre il toto assessori e l’asse dell’attenzione si sposta dalla sentenza del Tar alle sentenze del sindaco. E la città aspetta. Sempre. Con le gare di appalto da esperire o quelle deserte. Con il porto in attesa da anni e le bollette dell’acqua nel limbo, con i centro storico dalla vetrine spente. Mentre i partiti parlano di assessori e candidature alle regionali e la città è solo un puntino lontano su una lastra nera.

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