Politica

Di Matteo (PDF): Chiese chiuse a Natale? La svolta anti-cristiana dell’Europa

Roma – “Chiudere le chiese e vietare le celebrazioni in occasione delle prossime festività del Natale in molti Paesi europei conferma la rinuncia alle radici cristiane dell’Europa, occultata dal buonismo sanitario”. E’ quanto dichiara Nicola Di Matteo, vice presidente e coordinatore nazionale del Popolo della Famiglia (PdF).

“Non avevamo ormai dubbi circa la svolta anti-cristiana e laicista presa da tempo all’interno dell’Unione Europea. Questa acredine e questo odio contro la religione cristiana, non troppo nascosti, si manifestano ormai in forme sempre più evidenti. Da quello che traspare dalle anticipazioni sulle linee guida anti-Covid, che saranno pubblicate a breve dalla Commissione europea con la raccomandazione di ‘non permettere le celebrazioni delle messe a Natale’, diviene lampante l’avversione alla Chiesa che l’Europa dominata da mercati ed economia non cerca più nemmeno di nascondere”.

“Con la scusa della raccomandazione dettata da preoccupazioni sanitarie, la Commissione europea evidenzia ancor di più la cristiano-fobia che pervade l’Europa a tutte le latitudini e di cui essa stessa si fa portatrice”, prosegue Di Matteo. “In queste settimane che ci separano dal Santo Natale, assisteremo compiaciuti per i risvolti economici alle scene che ci mostreranno frotte di consumatori affollare le ‘moderne cattedrali’, i centri commerciali e le vie dello shopping. Contemporaneamente, i mass media, le tv e i giornali ci martelleranno con messaggi ininterrotti per convincerci che per il nostro bene e per salvarci dalla pandemia dovremo non avvicinarci alle chiese per partecipare alla S. Messa della vigilia di Natale, e che anzi le chiese dovrebbero essere chiuse, come peraltro in alcune nazioni europee è già stato fatto. Forse non ci si ricorda che i luoghi nei quali si è prestata maggior attenzione alle norme sul distanziamento e alle prescrizioni sanitarie di igiene sono proprio le chiese. La nostra fede non può essere cancellata con un decreto, né con una raccomandazione! Da cristiani impegnati in politica”, conclude Di Matteo, “non possiamo che restare saldi nella fede, pregando insieme ai nostri pastori, nella consapevolezza che in queste decisioni politiche c’è molto contro la Chiesa e contro Cristo”.

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