Politica

Davanti alle Regioni senza decisioni sul Natale. “Scusate, non siamo pronti”

Alle 17 il ministro Francesco Boccia si presenta come da programma di fronte ai governatori delle Regioni. In mano avrebbe dovuto avere il testo del nuovo dpcm sulle misure restrittive che entreranno in vigore a Natale e invece il governo non ha fatto in tempo a decidere il tenore e l’entità di questa stretta: “Scusate, come sapete il premier è andato in Libia per la liberazione dei pescatori di Mazara del Vallo”. Sul tavolo restano ancora le due ipotesi, lockdown rigido dal 24 dicembre al 6 gennaio facendo diventare l’Italia una grande zona rossa o lockdown a singhiozzo 24 dicembre al 3 gennaio ma solo nei giorni festivi e prefestivi.

Il governo è ancora diviso tra rigoristi e chi, compreso il premier Giuseppe Conte, vorrebbe assumere, per far fronte all’emergenza Covid, una posizione più morbida. Bisognerà attendere almeno fino a venerdì. L’incontro tra Stato ed Enti locali si tiene comunque seppur per breve tempo, poiché la valutazione che viene fatta all’interno dell’esecutivo è che sarebbe stato scorretto rinviare ancora una volta dopo il forfait di ieri.

Il ministro della Salute Roberto Speranza non c’è, al suo posto appare in video il vice Pierpaolo Sileri. Tocca al ministro Boccia prendere la parola e spiegare che il Governo non ha ancora la decisione in mano, le ipotesi sono una zona rossa nazionale dalla Vigilia alla Befana o lockdown a rate – dal 24 al 27 dicembre e dal 31 dicembre al 3 gennaio. In ogni caso la stretta ci sarà perché Natale “è più rischioso di Ferragosto” perché oggi l’Rt è più alto di quando l’Italia uscì dal lockdown a maggio, perché ci attendono ancora i mesi invernali più difficili, quelli in cui si diffonderà anche l’influenza stagionale. Quindi le misure restrittive, ancora allo studio, saranno in “su tutto il territorio nazionale” e “serve – dice Boccia – unità tra Stato, Regioni ed Enti locali”.

Quando i governatori capiscono che anche oggi non gli sarebbe stato presentato un testo ben definito, quindi da valutare e casomai votare, a poco a poco scollegano la webcam e abbandonano la riunione. Intervengono solo i rappresentanti degli Enti locali, quindi il presidente della Conferenza delle Regioni, il presidente delle Province e quello dei Comuni. Stefano Bonaccini a nome dei governatori ribadisce che le misure più restrittive possono andare bene se ci saranno adeguati ristori.

Intanto Matteo Salvini riunisce di nuovo i governatori leghisti per picconare ancora l’esecutivo sui ritardi. “Siamo molto preoccupati per il fatto che oggi, giovedì 17 dicembre, ancora non sappiamo cosa farà il governo, cosa accadrà a 60 milioni di italiani dal 24 dicembre. Comprendiamo fino in fondo le ansie e il disorientamento dei cittadini”, si legge in una nota. E po ancora: “Ribadiamo la necessità che ci sia l’indispensabile copertura finanziaria per garantire i risarcimenti totali a tutte le categorie che potranno essere colpite dalle misure di restringimento decise dal governo. Ci aspettiamo che in manovra ci sia almeno un miliardo di fondi per potenziare il trasporto pubblico locale (fondamentale per riaprire le scuole in sicurezza), e notizie certe sui rimborsi per le attività commerciali (il Veneto perde un miliardo e mezzo solo per le mancate aperture della stagione invernale)”.

Il clima di incertezza viene confermato anche dalle parole del presidente della Lombardia Attilio Fontana che sottolinea come la riunione con il governo sia stata solo “interlocutoria. Il governo non ha ancora chiarito quale sarà la proposta che ci verrà a fare. Domani tra mezzogiorno e le tre capiremo”. Non è affatto detto però che domani i governatori sia compatti nell’approvare o bocciare le misure che il governo sottoporrà loro.

Per esempio proprio Fontana sostiene che la Lombardia non abbia la necessità di “stringere ulteriormente” a differenza del Veneto. “Purtroppo per Zaia la situazione dei numeri da lui è un po’ peggiore”. Il Veneto ha già deciso con una propria ordinanza di vietare gli spostamenti al di fuori dal proprio Comune dal 19 dicembre al 6 gennaio, tutti i giorni dalle 14. Scelta che il ministro Boccia dice di apprezzare. È pronto a dirsi contrario il presidente della Liguria Giovanni Toti: “Ritengo però che sia una ingiustizia che si cambino le regole in modo ulteriormente restrittivo, anche laddove se ne potrebbe fare a meno e si potrebbe dare un po’ più di fiato a qualcuno che si vuole incontrare per Natale dopo un anno difficile e a qualche impresa che è sull’orlo del fallimento”. Mentre il governatore Vincenzo De Luca convoca parallelamente per venerdì pomeriggio tutti gli otto governatore delle Regioni meridionali per fare il punto in vista dei rientri in massa.

Per oggi l’incontro tra il governo e gli Enti locali finisce con un nulla di fatto. Boccia dà appuntamento per venerdì a un orario non ben definito che spazia tra le 12 e le 15. Nel frattempo tanti rappresenti degli Enti locali hanno abbandonato la riunione in mancanza di indicazioni chiare. (Huffpost)

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