AttualitaPoliticaVerso le elezioni

Cosa ne pensano i politici dei giovani? Racconto di programmi elettorali assurdi.

“Investimenti”                                               “Supporto”

                                         “Riforme”                                        “Miglioramento”

         “Accorgimenti”                                          “Revisione”

Ogni termine selezionato è certamente positivo se detto in un clima di campagna elettorale, dove a rendere il tutto più simile a un mercato della compra-vendita ci sono i politici. Uomini e donne pronti a sbandierare i loro programmi politici e attirare a sé masse sempre più consistenti.

La lotta politica, è un’espressione utilizzata oggigiorno in maniera erronea e sempre più di frequente. Indica, di fatto, l’azione di farsi strada verso un noto podio (la “sedia” per intenderci) tramite l’utilizzo di vasti programmi elettorali, promesse, giudizi sgradevoli nei confronti degli altri partiti e comizi a tema social per ottenere appoggio elettorale.

Ma ci siamo mai chiesti davvero in cosa consistono i programmi di ogni partito, e se questi diano realmente spazio ai giovani?

Mi sono meravigliata nel leggere un articolo di un collega, che portava un titolo a me assurdo: “I partiti si “accorgono” dei giovani e puntano a conquistarli”. 

In che senso si accorgono? Non ci avevano mai pensato prima? E per quale motivo i giovani dovrebbero essere conquistati? 

 

Il linguaggio è una questione complessa, non a caso un proverbio siciliano recita: Cu avi lingua passa u mari”. Di norma la stessa regola vale anche per i politici, ma fino ad un certo punto.

 

In un noto discorso del 2018, effettuato dalla studentessa e youtuber Elena Lucia, allora Presidente del Consiglio degli Studenti all’università di Verona, venivano rivendicati i valori che legano i giovani alla politica, e che oggi appaiono sgretolati e persi nell’indifferenza:

<<Mai è successo in passato che la politica sia stata vista così lontana da noi giovani. Siamo in una società liquida, precaria e piena di incertezza; e basata sulla realizzazione del benessere individuale. La società dei consumi (…). Siamo tutti concentrati su noi stessi, non c’è più né il tempo né la voglia di pensare agli altri e alla cosa pubblica.>>

https://www.youtube.com/watch?v=KodBDCWF9dE&t=154s

Queste parole vennero addirittura applaudite dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e udite da centinaia di studenti, per poi un giorno sentirci dire “I politici si accorgono dei giovani”. 

I programmi elettorali sono vasti, ma non tutti riportano una trattazione a tema “politiche giovanili”: programmi come quello della Bonino (Più Europa) o di Luigi De Magistris (Unione popolare) non fanno nemmeno un cenno alla situazione dei giovani in Italia; mentre più del 50% dei programmi elettorali si spinge in affermazioni fittizie e di poco conto, esprimono cioè solo una grossa quantità di dati statistici sulla disoccupazione senza, però, garantire un adeguato piano di risoluzione.

Alcune delle soluzioni efficaci vengono, invece, proposte da:

    • Possibile di Giuseppe Civati con la proposta di rendere i tirocini obbligatoriamente retribuiti; 
    • Forza Italia che promette un salario minimo di 1.000 euro per apprendistato;
    • Fratelli d’Italia con la proposta di azzerare le tasse per i primi tre anni per i giovani under 30 che si mettono in proprio.

I punti citati sono solo alcuni esempi, ma è fondamentale citare come nessun partito abbia espresso chiaramente un piano economico con cifre e numeri precisi da rispettare nel caso tali promesse vengano adempiute, lasciando così ogni parola come un concetto astratto.

Clamoroso è poi il caso, anche questo respinto da Giorgia Meloni (cancellando il documento dal sito ufficiale), della possibilità di istituire dei lavori “forzati” per i giovani, che prevedono in caso di rifiuto multe e azzeramento di ogni beneficio economico prima concesso. Il tutto denunciato sui social da Giuseppe Conte (https://www.instagram.com/reel/Cg0KLAiFi6w/?utm_source=ig_web_copy_link)

I giovani meritano un posto centrale nella guida e nella prosperità di un paese. Considerare che, in base alle ultime ricerche, più della metà dei giovani sa che votare è un diritto ma il 38% si astiene dal voto per sfiducia o confusione, è da brividi.

Laddove emerge la confusione molto probabilmente è assente un incontro tra due mondi separati.

Per essere “conquistate” le stesse nuove generazioni devono oggi conquistare, e possono farlo solo se un’eredità proveniente dall’origine lascia loro la possibilità di sviluppare una coscienza civile e politica che sappia ben distinguere il male dal bene.

Mostra Altro

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button