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Parte la terza fase della Green Refinery

Direttore dei lavori il gelese Ing. Iozza

Gela – L’ ENI ha deciso di partire con la terza fase della Green Refinery. Martedì scorso è avvenuto l’incontro con gli ingegneri di ENI Progetti di Roma per definire le pratiche da presentare agli Enti. Entro giugno la terza linea del BTU ed a luglio il nuovo Impianto di Idrogeno Green. Il  direttore dei lavori è responsabile dell’iter propedeutico è stato individuato nella persona dell’ing. Vincenzo Iozza.

Le bioraffinerie hanno un ruolo centrale nell’ evoluzione di ENI, perché contribuiscono a realizzare il nostro obiettivo principale: raggiungere la totale decarbonizzazione di tutti i prodotti e processi entro il 2050. I biocarburanti avanzati, infatti, sono fondamentali per ridurre le emissioni di gas serra nel settore dei trasporti. Anche le bioraffinerie sono il risultato del nostro impegno costante nella ricerca e nell’innovazione tecnologica. Grazie allo sviluppo di tecnologie proprietarie, brevettate nei nostri Centri Ricerche, infatti, abbiamo ripensato completamente le raffinerie tradizionali di Venezia e Gela, convertendole alla lavorazione di materie prime di origine biologica: oli vegetali, ma anche grassi animali e oli da cucina usati o estratti da alghe. Oggi abbiamo una capacità di lavorazione totale di 1,1 milioni di tonnellate all’anno e nel  Piano strategico 2021-2024, ha  fissato un obiettivo: raddoppiare la capacità totale entro il 2024 e arrivare a 5/6 milioni di tonnellate entro il 2050. Entro il 2023, inoltre, le nostre bioraffinerie saranno palm oil free e cioè non utilizzeranno olio di palma nei cicli produttivi: al suo posto verranno utilizzate cariche alternative (per esempio oli alimentari usati e di frittura, grassi animali e scarti della lavorazione di oli vegetali) e di tipo advanced (per esempio oli da alghe e rifiuti, materiale lignocellulosico, biooli

 

“Mi rammarico di non avere avuto nessun riconoscimento – dice Iozza – neanche una targa o una pergamena per ciò che ho fatto e farò, non fosse altro per il fatto  che ho la responsabilità penale per 10 anni per avere diretto lavori del valore di 400 milioni di euro. Non importa, mi basta aver compiuto il mio dovere professionale ed avere contribuito all’evoluzione dell’azienda portata ad una nuova èra industriale “.

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