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Aria di presidenziali. Caterina Chinnici si presenta a Gela come la progressista d’Europa.

Incontro con Peppe Di Cristina e Caterina Chinnici alla Villa Dorica.

Esperienza politica e sociale. Queste sono le parole chiave per rappresentare la candidata Caterina Chinnici (PD) alle primarie di coalizione di centrosinistra in occasione delle prossime presidenziali della Regione Sicilia 2022, che si terranno a novembre.


La sfida tra i candidati sembrerebbe ardua, soprattutto dopo la notizia dello scorso novembre di un possibile rimando al già presidente della Regione Nello Musumeci, che vorrebbe puntare ad un secondo mandato, anche contro la volontà dei componenti della sua stessa coalizione.

I candidati per  ora sono:
Cateno De Luca (ex sindaco di Messina, definito Indipendente)

 

La coalizione di centrosinistra è pronta per le primarie con i questi candidati:
Caterina Chinnici (PD)
Barbara Floridia (Movimento 5 stelle)
Claudio Fava (Sinistra)

Ma proseguiamo l’articolo con Caterina Chinnici che, grazie ad un incontro organizzato insieme a Giuseppe Di Cristina (segretario provinciale del PD) ieri alla villa Dorica, ha avuto l’occasione di presentarsi ai gelesi partendo proprio dalle sue radici storiche e familiari.

La candidata sarebbe stata introdotta a partire da una citazione a lei molto cara, estrapolata dal suo libro biografico “E’ così lieve il tuo bacio sulla fronte. Storia di mio padre Rocco, giudice ucciso dalla Mafia” pubblicato nell’anno 2013:

 Seppure certe scelte assomigliano a delle montagne, queste si possono trasformare in colline

 

Caterina Chinnici (ora 67 anni) nasce a Palermo, e nel tempo si afferma nel sociale con una carriera professionale non di poco conto. Il padre, magistrato, viene assassinato dalla Mafia il 29 luglio 1983. Per lui Caterina scriverà un libro e non solo, porterà la sua storia avanti anche grazie alla sua continuazione di carriera, diventando un Magistrato a soli 25 anni.
Tra gli anni 80 e 90 lavora al Ministero della Giustizia e poi alla Procura della Repubblica per il Tribunale dei minori. Viene eletta due volte al Parlamento europeo impegnandosi soprattutto per la legalità e nel settore economico spiazzando, difatti, il classico stereotipo del siciliano come mafioso.

“Non ho mai risposto alle offese e alle critiche per essere stata una siciliana al parlamento, il mio compito era quello di dimostrare che un siciliano non è necessariamente un mafioso. E l’ho fatto, lavorando in parlamento per la legalità fin da subito”.

Il suo interesse per le nuove generazioni è dato dalla forte passione per il dialogo, la comprensione e l’ascolto dei giovanissimi. Fin da sempre, sia come madre che come politica, ha manifestato la volontà di incontrare personalmente i ragazzi nei luoghi più disposti alla loro formazione e crescita, cioè le scuole.

Sulla formazione, la candidata, ha avuto moltissimo da ridire; si è concretata specialmente su tematiche che oggi potremmo definire scontate, ma non lo sono.

“La scuola di oggi è concentrata principalmente a sformare un numero troppo alto di parrucchieri ed estetiste. Oggi abbiamo bisogno di molte più figure professionali, e questo può essere realizzato solo se la scuola lo permette. La formazione si deve concentrare sulla pratica e sulla formazione al lavoro.”

Toccante anche il tema dell’immigrazione giovanile che ha permesso a tutti, compreso il rappresentante gelese per le politiche giovanili Salvatore Nastasi di esprimersi con grande rammarico per tutte le difficoltà che un giovane studente deve incontrare al fine di garantirsi un percorso di studi stabile e sicuro.

Gli ostacoli alla mobilità, i tempi troppo lenti della regione, l’idea di un’università da riformare e rivedere, il pericolo della fuga di cervelli e mani d’oro che avrebbero potuto arricchire la nostra terra e, invece, stanno facendo d’oro le terre degli altri… Questi, e molti di più, sono gli scenari a cui deve andare incontro la politica.

Nel frattempo, non sono mancate le durissime critiche al mondo delle destra, soprattutto il riferimento al fallimentare operato di Musumeci. A lui sono state attribuite le dure accuse di aver dimenticato la Sicilia, sostanzialmente la provincia di Caltanissetta, permettendo a molte città come quella di Gela, di sprofondare nell’abisso politico più oscuro degli ultimi 30 anni.

Così si schiera contro Giuseppe Di Cristina, che si auspica essere il successore dell’attuale parlamentare Giuseppe Arancio:
“Dobbiamo dire No ad un governo che ha ucciso la regione Sicilia fallendo in ogni sua mossa. Dobbiamo puntare di nuovo alla DEMOCRAZIA”.

Da qui il famoso dibattito anche sul termovalorizzatore e sulla questione rifiuti.

Entrambi, Di Cristina e Chinnici, accettano il dialogo, ma non la collocazione assolutamente sbagliata di un impianto per l’incenerimento dei rifiuti proprio sul territorio gelese. Chinnici spinge, addirittura, ad una visione più ampia del possibile scenario sui rifiuti in Sicilia, e invita a creare un dialogo aperto sulle nuove tecniche di smaltimento dei rifiuti provenienti dal mondo europeo e dalle ultime innovazioni tecnologiche e ambientali.

 

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