Economia

Da Lukoil a Coop, è già recessione: in Sicilia a rischio 12mila posti

Novemila famiglie siciliane rischiano di trovare sotto l’albero una lettera di licenziamento, di avvio della cassa integrazione o della messa in mobilità. Lo spettro di non tornare al lavoro a gennaio si avvicina a passi veloci, complici la crisi energetica per la guerra in Ucraina, l’inflazione in doppia cifra e il calo drastico dei consumi. Le vertenze Lukoil, Coop-Radenza, Blutec, Argo-Cassiopea e Almaviva sono i dossier più importanti che la Cgil Sicilia ha in agenda. “Le conseguenze dell’aumento del costo dell’energia oltre che erodere il potere di acquisto di salari e pensioni rischia di sfarinare il già debole apparato produttivo – commenta il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino -. Vengono messe a rischio tutte le filiere energivore a cominciare dalla Lukoil che da sola rischia di lasciare per strada tra diretti e indotto 6.500 lavoratori”. Accanto ai cinque tavoli principali cominciano ad arrivare le crisi più piccole (solo a livello numerico) come le palermitane Italtel e Bolognetta.

Lukoil e l’imbarazzo politico

E’ una corsa contro il tempo destinata ad essere persa, a meno di colpi di coda. Entro metà ottobre il ministero dello Sviluppo Economico deve predisporre gli atti per consentire alla Sace, la finanziaria controllata dal Mise, di far da garante per 1,2 miliardi di euro alla Lukoil Isab di Priolo Gargallo nell’acquisto di greggio da produttori diversi da quello russo. “Il 15 ottobre è il limite per predisporre i contratti delle nuove forniture e permettere al greggio di arrivare entro il 5 di dicembre, il giorno prima dell’entrata in vigore dell’embargo sul petrolio russo” dice una fonte interna alla raffineria siracusana. Altrimenti dal giorno dopo gli impianti si fermeranno. In gioco ci sono i posti di lavoro dei mille dipendenti, degli altrettanti lavoratori in appalto all’interno della raffineria e dei 4.500 addetti dell’indotto. La garanzia della finanziaria del Mise è un atto politico che verrebbe visto in Europa come uno stratagemma per aggirare le sanzioni alla Russia. “E’ evidente che si scaricano le conseguenze delle sanzioni sui lavoratori – sottolinea Alfio Mannino – L’unica soluzione è la nazionalizzazione temporanea dell’impianto”.

Coop, 180 in Cig a rotazione

La cessione dei supermercati siciliani Coop al gruppo Radenza completata a gennaio prevedeva il riassorbimento dei 267 esuberi nell’arco di tre anni con l’apertura di nuovi punti vendita, la riorganizzazione di quelli esistenti e un aumento di fatturato del gruppo 5%. A nove mesi di distanza nessuno di questi punti è stato rispettato: tranne i 62 dipendenti di Palermo passati al gruppo Arena e pochi altri che hanno accettato gli incentivi per andarsene, ci sono circa 180 esuberi da riassorbire (100 fra Catania e Messina e 80 nel ragusano). L’accordo con i sindacati è che si vada a rotazione in Cig fra tutti i 700 dipendenti. .

lmaviva, in 500 senza futuro

Finita l’emergenza Covid, si conclude per Almaviva la commessa del numero verde “1500” creato per gestire l’emergenza Covid, che ha impiegato 500 dipendenti per oltre due anni. La commessa del ministero della Salute scade il 31 ottobre e ad oggi non è prevista alcuna proroga . Se non entreranno nuovi appalti è concreto il rischio ammortizzatori sociali. Già oggi i 500 sono in cassa integrazione all’85%. “Il paradosso della vicenda Almaviva – dice il segretario della Cgil Palermo Mario Ridulfo – è che questi 500 lavoratori sono vittime della fine dell’emergenza Covid e della crisi dei call center. Un settore che ha visto impegnate migliaia di persone negli anni e per il quale non esiste un progetto industriale che faccia intravedere un futuro nel nostro tessuto produttivo”.

Blutec pensione non lavoro

Ne sono rimasti 587 tutti in cassa integrazione. Da 11 anni e mezzo, con la sola parentesi del periodo Blutec, naufragato dopo pochi mesi con strascichi giudiziari. Per il resto i metalmeccanici ex Fiat di Termini Imerese non hanno più indossato la tuta blu. Per 200 di loro è pronto un prepensionamento con i 30 milioni della finanziaria regionale, mentre altri 80 matureranno i requisiti per andare in pensione senza incentivi. Per 280 di loro dunque è arrivata prima la pensione del ricollocamento o di un nuovo lavoro. Ora la partita si gioca sugli ultimi 300, una soglia definita compatibile con nuovi investimenti.
Gela, riconversione ok
Unica nota positiva la riconversione del petrolchimico di Gela con il via del secondo step del progetto sul gas Argo-Cassiopea di Enimed. Una settimana fa è arrivata l’ultima autorizzazione dal Comune per i cantieri delle infrastrutture a terra per il gas che arriverà dai due giacimenti al largo. Per due anni sono assicurati 700 posti di lavoro. (Repubblica)

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