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Morta Suor Germana, una vita tra fornelli per salvare le famiglie

Si è spenta sabato 7 marzo, a Caronno Varesino, Suor Germana, al secolo Martina Consolaro, nata a Crespadoro, nel padovano, il 3 luglio 1938. Se n’è andata senza fare rumore, lasciandoci quella agenda-ricettario best seller con un immenso patrimonio di ricette che aveva studiato per «tenere assieme le coppie».
Nata da padre boscaiolo e madre vicentina, Suor Germana è stata una bambina poverissima. A 19 anni entra a far parte della congregazione delle suore del Famulato Cristiano dove si occupa, fin da subito, di insegnare i segreti della cucina a coppie di giovani fidanzati. «Non c’è niente di meglio che stare insieme ai fornelli per durare a lungo», diceva sempre.
Nel 1982 redige il suo primo libro: «Quando cucinano gli Angeli», 32 ristampe, 3mila ricette tutte provate e scritte, a cui fa seguito, a partire dal 1987, l’«Agenda casa di Suor Germana». Un vero e proprio best seller della DeAgostini, con quasi 800mila copie vendute a partire dal 2001. «Ho inventato e sperimentato migliaia di piatti. Tutti con un solo scopo: rinsaldare la famiglia. Per esempio ho ideato i “tortelli acchiappasuocera” — aveva dichiarato lo scorso novembre nella sua ultima intervista al Corriere della Sera —. E cioè un primo così originale che la mamma del marito vorrà di certo copiare e quindi cercherà di farsi amica la nuora. Così si crea la pace familiare».

Più che un’utopia, una certezza perché Suor Germana di famiglie, nella sua esistenza, ne riunisce tante. «Sa, lo stomaco è vicino al cuore e se a tavola metti amore e impegno, l’effetto si riverbera sul legame. Del resto, anche Gesù le cose più belle le ha fatte a tavola». Insomma, tanta cucina per andare d’accordo, in famiglia e fuori. Perché, nel tempo, Suor Germana matura quel côté “politico” che le permette di parlare al mondo interno. I suoi libri, una ventina in tutto per oltre due milioni di copie vendute, vengono tradotti in moltissime lingue. «In una delle mie agende, ad esempio, inserii la parola perestrojka. Insomma, oltre alle ricette io metto consigli pratici. Durante gli anni di piombo spiegavo come comportarsi in quel periodo buio».

Perché quello del cibo è un linguaggio universale che, se ben utilizzato, fa stare meglio. Lei lo ha sempre saputo e vi ha dedicato l’esistenza intera. Notte tempo: «Mi alzo già alle 2 o alle 3 del mattino e scrivo i testi per l’agenda», diceva orgogliosa e piena di fantasia «perché, sa, in cucina bisogna essere creativi per utilizzare ogni avanzo e non sprecare nulla. Sarebbe peccato!». E a chi le chiedeva se non le mancasse un uomo per il quale cucinare rispondeva, con il suo inconfondibile humour: «Abituata al mio, che è Lui, lassù, un uomo solo non potrebbe bastarmi».

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