CronacaRegione

Traffico illecito di rifiuti, operazione dell Guardia di finanza a Catania

Il ritratto dei re dei rifiuti, proprietari di un impero alle falde dell'Etna

Corruzione, rifiuti e mafia a Catania. Operazione della Guardia di finanza scattata all’alba: al centro la Sicula Trasporti, societa’ che gestisce la piu’ grande discarica della Sicilia. Nove gli indagati e sequestri per 116 milioni di euro. Due sono finite in carcere, 3 agli arresti domiciliari; 4 sono stati sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e di dimora. Uno dei due arrestati e’ Nino Leonardi, figura di riferimento della societa’, nonche’ presidente della Sicula Leonzio, la squadra di calcio che milita del campionato di Prima divisione.

 

I Leonardi non hanno mai amato le luci dei riflettori. Unica eccezione il rampollo Giuseppe Leonardi, che sulle luci ci è finito spesso per essere il presidente della squadra di calcio della Leonzio, che gioca in serie C. Antonello, il padre e vero motore della famiglia, è finito agli arresti stamani in una mega operazione della Finanza di Catania che ha messo nel mirino diverse operazioni delle società dei Leonardi a partire dal loro core business: la Sicula trasporti, la società che gestisce la più grande discarica del Sud Italia a Grotte San Giorno, una collinetta tra Catania e Lentini.

Un impero che adesso  trema, proprio quando i Leonardi stavano alzano il livello ed entranto anche nel sistema vero di potere politico ed economico della città: avevano appena nominato come presidente del cda Vito Branca, influente avvocato etneo nelle grazie del governatore Nello Musumeci che lo ha nominato alla guida di Riscossione Sicilia. E a Catania si sussurra che con la grande liquidità in mano i Leonardi potessero anche ambire ad altri operazioni, come quella di entrare nella compagine societaria de La Sicilia. Solo una voce, quest’ultima, che però spiega bene come la famiglia sia in grande ascesa. (REP)

Tutto ruota comunque attorno alla Sicula trasporti, che oggi accoglie i rifiuti di oltre 200 Comuni e che se chiude i battenti manderebbe in tilt tutto il sistema di raccolta immondizia della Sicilia, facendo scoppiare subito l’emergenza. Una società, la Sicula trasporti, che negli anni è diventata il motore di un impero in mano da sempre alla famiglia Leonardi, dal capostipite Giuseppe, al figlio grande Antonello passando per il figlio Giuseppe. Una famiglia che «si sta comprando mezza Catania», come dicono da tempo in città. Alberghi, squadre di calcio, palazzi, bar, immobili: gli interessi dei Leonardi sono tanti. La loro fortuna  comunque si chiama «Grotte San Giorgio», la contrada che ospita la prima discarica fondata dal nonno Giuseppe e che negli anni si è ampliata a dismisura fino ai 140 mila ettari attuali. Ampliamenti su ampliamenti che hanno un unico filo conduttore, come scrive la commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti: l’emergenza. Prefetti, sindaci, presidenti di Provincia, governatori: tutti hanno firmato aumenti di cubatura.


I Leonardi sono diventati sempre più ricchi e hanno diversificato i loro interessi. Hanno acquistato due alberghi, il Plaza di Catania e i Faraglioni di Aci Trezza, hanno acquistato una bottega allo Sheraton e il noto bar Viscuso sempre ad Aci Castello. Hanno rilevato immobili e il nipote, il giovane Giuseppe, guida la società di calcio di Lentini, la Leonzio: il titolo è stato acquistato da Belpasso e oggi la squadra gioca in serie C insieme a Trapani e a Catania e si è già salvata.

Ma tutto sempre senza fare molto clamore. In una delle poche interviste rilasciate da Antonello Leonardi nelle scorse settimane, il gruppo era uscito allo scoperto annunciando in mega investimento da oltre 100 milioni di euro per un rigassificatore, mentre in corso alla Regione c’è l’iter per la richiesta di ampliamento della discarica per oltre 4 milioni di metri cubi di rifiuti. Una cifra enorme, che porterebbe il sito della Sicula trasporti a diventare uno dei più grandi centri di stoccaggio rifiuti in Italia. Sogni di gloria, che adesso rischiano di essere travolti dell’operazione di stamani della Guardia di finanza che ha sequestrato beni del gruppo per 116 milioni di euro sospettano smaltimento illecito dei rifiuti e anche legami con clan di mafia.

 

Mostra Altro

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button