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Ordinò di non prendere per il viaggio che un bastone: né sacca, né denaro nella cintura

Rubrica ad ispirazione cattolica a cura di Totò Sauna

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. 
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». 
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano. Mc 6,7-13

 

Ecco il senso della vita. Tutto sta nel rapporto che ciascuno di noi ha con Gesù, con la sua Parola. L’ascolti o non l’ascolti. La vivi o non la vivi. Tutto viene coinvolto. La vita lavorativa, la vita personale, familiare. Tutto. Non si può essere cristiani a compartimento stagno. Qua si e qua no. Di mattina si, di pomeriggio no. Si è cristiani sempre. Sempre. Tutto viene coinvolto. Tutto dipende dalla spazio che dedichiamo al Nostro Signore, dallo spazio che gli lasciamo dentro il nostro cuore, nella mia e nella tua vita caro mio lettore di Lettera G. Anche nel buttare la spazzatura. Chi ha Dio nel cuore non va a buttare la spazzatura in mezzo alla strada. Ha rispetto per sé per gli altri, per l’ambiente. Perché Dio ci da le regole per vivere felici, in pace con noi, con l’ambiente che ci circonda. Non si può sostare su un marciapiede se abbiamo Dio nel cuore. Dio nel cuore non è una moda o un sentito dire, ma qualcosa che ti cambia la vita. Cambia l’obbiettivo delle cose, cambia il sapore, il colore, il significato delle cose. Cosi, ecco, Gesù ci invita a vivere la vita in maniera felice , a dare un senso a tutto, ai giorni, alle ore che passano uguali senza che nulla, apparentemente succede. Ma Gesù ci dice  che ogni attimo, ogni momento deve essere vissuto per testimoniarlo, per annunciare la sua venuta, Per dire Cristo è qui, vicino a noi e dentro di me di te, caro lettore . Ecco il senso della vita. La gente paga a peso d’oro psicologi,psichiatri per capire il senso delle cose e l’abbiamo davanti gli occhi. Se abbiamo chiaro questo, ogni momento, ogni ora , ogni luogo è quello giusto. Non dobbiamo essere grandi oratori, o grandi scrittori per annunciare Cristo. Se io credo in Cristo lo devo a mia mamma. Analfabeta e poliomielitica. Ammalata con un solo rene. Eppure, aveva una grande fede. Non si staccava mai dal Rosario, dalle preghiere. In adolescenza mi avvicinai a dei partiti marxisti. A tal punto che fui candidato al Consiglio Comunale, appena diciottenne, in uno di questi partiti. Lei non disse nulla, mi amava cosi. Semplicemente, pregava. Fino a quando, anche io, non aprii le orecchie , gli occhi e il cuore al nostro Dio. Una chiamata impetuosa e forte, al punto di sentirmi pronto alla chiamata clericale. Ma il Signore voleva altro. Ma, la testimonianza di mia mamma è li presente, fino a dopo la sua morte. Di lei, ricordiamo tutti ,io e i miei ex vicini di casa, la sua grande Fede. Ecco, cosa fare sempre. Testimoniare. Sempre. Al Mercato, al lavoro, in famiglia, sempre. Testimoniare. Portare Cristo nella vita. Altro che discorsi o riflessioni scritte tipo le mie. Solo un bastone ci è concesso, ci racconta il Vangelo di Marco, è l’unico strumento ammesso per l’annuncio. Un bastone cui appoggiarsi quando si è stanchi, per difendersi quando qualche cane randagio si avvicina e ci abbaia contro, un bastone d’appoggio per aiutarsi quando il cammino è in salita.  Solo un bastone ci è concesso, e un paio di sandali. E una tunica. Non si diventa professionisti dell’annuncio, non esiste una divisa d’ordinanza. Solo poche cose ci sono necessarie: non è attraverso i grandi palazzi e le organizzazioni che salviamo il mondo, non siamo un organismo internazionale come la FAO e l’UNICEF. Dobbiamo essere indipendenti dalle pressioni del mondo. Questo è lo stile che deve animare ogni discepolo, anche dopo duemila anni, e i grandi oratori e le basiliche che grondano di opere d’arte sono sempre  e solo a servizio del Regno. Tutto quello che usiamo, strutture, denaro, regolamenti, sono in funzione alla conversione, nostra e di chi incontriamo. Guai se diventano peso che ci trascina in fondo, guai se la struttura soffoca lo Spirito, ne oscura l’azione. Solo un bastone ci è concesso.  Tendendoci per mano. Uno accanto all’altro. Sostenendoci a vicenda. Amandoci a vicenda.. Aiutandosi a vicenda. Viandanti che si fanno compagnia cercando il senso e la pienezza. E, andando, raccontano ad altri quanto hanno visto e conosciuto. Cosa li ha portati a scegliere Cristo. Perché si è abbandonato tutto. Che non vuol dire solo abbandonare le ricchezze terrene. Ma a volte una cultura, una mentalità che piano piano ci porta fuori dalle strade che portano a Cristo. E andiamo in mezzo alla gente. Senza gradi paroloni. Molti pensano, purtroppo, di fuggire il mondo nascondendosi in sacrestia, chiudendo Dio dentro i tabernacoli. È la paura che non ci permette di essere veri. Paura di perdere. Paura di essere travolti. Paura di essere giudicati. Paura di essere esclusi. Paura di essere fuori luogo. Paura di essere fuori tempo. Coraggio.  Non dobbiamo temere nulla: ci è donato il potere di dominare sulle tenebre. Ci è donato uno Spirito santo che santifica. Noi e chi incontriamo. Coraggio usciamo. Tenendoci  sul bastone. Tenendoci per mano. A due e due. Il Mondo ci aspetta. Il Mondo aspetta chi gli annuncia la Buona Notizia. Un annuncia. di Salvezza. Il Mondo aspetta.

Buona Domenica

Totò Sauna

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