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L’appello dell’assessore per arginare il fenomeno

Gela – Il trend dei contagi di questi ultimi giorni non può che destare preoccupazione. Solo ieri altri 57 cittadini sono risultati positivi al Covid e, come dimostra la nota odierna dell’ASP, sembra ormai inevitabile finire in zona rossa, come a Mazzarino e Riesi.
Un nuovo lockdown oggi, con le attività commerciali che stanno lentamente e faticosamente ripartendo e con i tanti gelesi che stanno provando a riprendersi piccoli scampoli di normalità, potrebbe essere devastante.

È comunque vero che, se da un alto la curva dei contagi sale a dismisura, dall’altro i numeri dell’ospedalizzazione sono abbastanza confortanti. La nostra Terapia Intensiva è fortunatamente vuota e il reparto di Malattie Infettive non ha la stessa pressione dei giorni della seconda ondata.
Ma questo non basta per farci stare tranquilli, l’incubo di una nuova chiusura e di nuove pesanti restrizioni è ancora dietro l’angolo. Più del 70% dei pazienti ricoverati oggi negli ospedali della Provincia non è vaccinato o ha ricevuto solo la prima dose.
Ecco perché il mio appello va a tutti gli indecisi che ancora non si sono sottoposti al vaccino, per paura o diffidenza. Vaccinatevi al più presto! È vero, il vaccino non rende immuni dal virus, ma garantisce, alla prova dei fatti, conseguenze molto più lievi in caso di infezione.

Vaccinatevi, per il bene vostro e di chi vi sta intorno, perché ad oggi questa è l’unica strada che ci può evitare un nuovo pesante lockdown.


All’Azienda sanitaria Provinciale chiedo maggiore attenzione nei controlli e negli screening, soprattutto per quegli operatori sanitari che hanno completato la vaccinazione per primi nei mesi di gennaio e febbraio. Loro sono la prima linea negli ospedali, e a loro va garantita la massima sicurezza.
Mi attiverò personalmente con il management dell’Asp per avere tempi certi per il completamento del Pronto Soccorso Infettivologico, e per capire i motivi per cui non sia ancora partito il cantiere per la realizzazione della nuova Terapia Intensiva finanziata da Eni.

Non possiamo permetterci di lasciarci frenare da una burocrazia sorda alle esigenze e alle paure legittime di una intera comunità. Pretendiamo risposte, e le avremo in tempi brevi. Nel frattempo, continuiamo a rispettare le semplici norme che ci hanno accompagnato in questi mesi difficili: distanziamento, igienizzazione e mascherine. Il nostro futuro prossimo dipende anche dai nostri comportamenti.

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