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Sequestro di 8 mln al “re” dei supermarket: anche una struttura a Gela

a divisione Anticrimine della polizia e la Guardia di finanza di Agrigento hanno eseguito un decreto emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale, relativo al sequestro patrimoniale di 8 milioni di euro a carico di Giuseppe Burgio, 54 anni, noto imprenditore operante nel settore della grande distribuzione alimentare, condannato a 8 anni per bancarotta fraudolenta.

Il sequestro, realizzato su proposta del questore Rosa Maria Iraci, riguarda diversi beni immobili, tra cui un centro commerciale, autovetture, conti correnti e gioielli, per diversi milioni di euro. Burgio, il 27 ottobre del 2016, giorno dell’operazione “Discount”, era finito in carcere con l’accusa di avere “svuotato” le aziende del gruppo facendo sparire beni e risorse per oltre 50 milioni. In una successiva inchiesta sono finiti a giudizio anche diciannove fra funzionari di banca e professionisti che avevano amministrato i conti delle aziende al centro del crack.

L‘imprenditore Giuseppe Burgio, destinatario del maxi sequestro dei beni nell’ambito dell’inchiesta sulla bancarotta delle sue aziende nel settore della distribuzione alimentare, e’ stato sottoposto anche alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per 3 anni, con obbligo di soggiorno, che sara’, comunque, operativa quando l’uomo attualmente ai domiciliari dopo due anni e mezzo di detenzione in carcere, tornera’ libero. Lo hanno disposto i giudici della sezione misura di prevenzione, su proposta del questore di Agrigento.

“La proposta del questore nei confronti di Burgio era stata presentata nel 2016 – ha spiegato l’attuale questore Rosa Maria Iraci – periodo in cui parallelamente la Guardia di finanza svolgeva indagini che hanno portato all’arresto dell’imprenditore e alla condanna del 2018 per reati fallimentari. Il Tribunale ha rinviato al questore la richiesta di ulteriori accertamenti per parametrare la pericolosita’ sociale per gli anni che vanno dal 2004 al 2017”. Il questore aggiunge: “Siamo riusciti a individuare una serie di operazioni sospette che hanno determinato una pericolosita’ sociale qualificata in quanto la persona e’ ritenuta indiziata di intestazione fittizia di beni.

Perche’ l’imprenditore si sarebbe liberato di alcuni beni allo scopo di sottrarli ai creditori, commettendo una serie di reati fiscali e fallimentari e facendo sorgere, dunque, il sospetto che sia autore di intestazione fittizia di beni che e’ una delle categorie che da’ la possibilita’ di sottoporre a sorveglianza speciale e a sequestro patrimoniale”.

Il Tribunale ha ordinato il sequestro del patrimonio immobiliare e mobiliare: 5 immobili del valore complessivo di 5,2 milioni di euro tra AGRIGENTO, Porto Empedocle, Palermo e Gela (Caltanissetta), tutti riconducibili alla Hopaf srl. Si tratta di un appartamento di 12 vani in via Minerva ad AGRIGENTO; un appartamento di 5 vani sempre in via Minerva ad AGRIGENTO; un complesso immobiliare destinato a centro commerciale, denominato ‘Le Rondini’, in parte attivo in affitto di ramo di azienda, sito lungo la strada statale 115, in Porto Empedocle (AGRIGENTO); un fabbricato incompleto con destinazione a centro commerciale, composto da sola struttura in cemento armato in via Venezia a Gela (Caltanissetta) un appartamento di due vani e terrazzo in Vicolo Morici 2 a Palermo.

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