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La Sicilia, finalmente, ha i suoi primi Ecomusei.

La Legge Regionale 2 luglio 2014 n. 16 istituisce  gli “Ecomusei della Sicilia”. La Regione Siciliana, di concerto con le comunità locali, le parti sociali e gli enti locali, riconosce, promuove e disciplina gli  Ecomusei, allo scopo di recuperare, testimoniare e valorizzare la  memoria storica, la vita, le figure, le tradizioni, la cultura materiale  e immateriale, le relazioni fra ambiente naturale e ambiente  antropizzato, le attività di lavoro artigianali e il modo in cui  l’insediamento tradizionale ha caratterizzato la formazione e  l’evoluzione del paesaggio e del territorio regionale, nella prospettiva  di orientare lo sviluppo futuro del territorio in una logica di  sostenibilità ambientale, economica e sociale, di responsabilità e di  partecipazione dei soggetti pubblici e privati e dell’intera comunità  locale. L’Ecomuseo è una forma museale, mirante a conservare, comunicare  e rinnovare l’identità culturale di una comunità. Esso costituisce un  patto con il quale una comunità si impegna a prendersi cura di un  territorio e si attua attraverso un progetto condiviso e integrato di  tutela, valorizzazione, manutenzione e produzione di cultura di un  territorio geograficamente, socialmente ed economicamente omogeneo,  connotato da peculiarità storiche, culturali, materiali ed immateriali,  paesistiche ed ambientali (http://www.gurs.regione.sicilia.it/Gazzette/g14-28o1/g14-28o1.pdf).
Ma veniamo al dunque: la Sicilia, finalmente, ha i suoi primi Ecomusei.
Il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, nella qualità di  assessore dei Beni Culturali ad interim, nei giorni scorsi ha firmato il  decreto con cui si sblocca l’attuazione della legge regionale 16/2014 e  vengono riconosciute undici strutture in tutta l’Isola. Gli ecomusei che  hanno ottenuto l’approvazione, in base al criterio dell’esperienza di  attività, sono: “Mare memoria viva“ a Palermo e “Madonie” a Castellana  Sicula, nel Palermitano; “Grotta del Drago” a Scordia, “Cielo e Terra”  ad Acireale, “Riviera dei Ciclopi” ad Acicastello, “Valle del Loddiero”  a Militello Val di Catania, in provincia di Catania; “I luoghi del  lavoro contadino” a Buscemi-Palazzolo Acreide e “Iblei” a Canicattini  Bagni, nel Siracusano; “Cinque Sensi” a Sciacca e “I sentieri della  memoria” a Campobello di Licata, in provincia di Agrigento; “Rocca di  Cerere Geopark” a Enna e Caltanissetta. Tra i partner di “Rocca di  Cerere Geopark” c’è anche Italia Nostra (ente gestore della Riserva  naturale orientata Monte Capodarso e Valle dell’Imera Meridionale  –  http://www.roccadicereregeopark.it/?q=node/2).
Dunque, la Sicilia ha i suoi primi Ecomusei, che arricchiranno l’offerta  culturale della Regione, rafforzando la rete degli attrattori turistici  e coinvolgendo i territori e le comunità locali. Di certo, un passaggio  innovativo e importante nella gestione dei beni culturali nell’Isola. Il  governo regionale assicurerà le prime risorse finanziarie agli 11  Ecomusei e misure di accompagnamento alle altre sei strutture museali  del territorio che non hanno ancora raggiunto i requisiti minimi  previsti dalla legge. Inoltre, si ripromette di incentivare e  moltiplicare gli Ecomusei, sollecitando l’iniziativa degli enti locali e  delle agenzie del territorio siciliano. Infine, assume l’impegno di
organizzare una conferenza regionale a cui saranno invitati i  rappresentanti delle amministrazioni e dell’associazionismo locale.
Cogliamo l’occasione per ricordare che lo scorso ottobre 2019,  nell’ambito della manifestazione “Paesaggi di Mezzo – Autunno”, che ha  avuto luogo nel complesso monumentale di Santa Maria degli Angeli di  Caltanissetta, abbiamo organizzato un incontro/dibattito sull’ipotesi di  costituzione di un “Ecomuseo” legato al patrimonio culturale del
territorio nisseno. Nei prossimi giorni, in vista di “Paesaggi di Mezzo  – Primavera”, Italia Nostra e Legambiente, insieme agli altri soggetti  interessati, definiranno i contenuti, le finalità e il contesto di tale Ecomuseo  (https://www.italianostra.org/note-a-margine-della-manifestazione-paesaggi-di-mezzo/).
Ma c’è un’altra bella novità in questi giorni di febbraio del 2020: la  Regione Siciliana finanzia con sedici milioni di euro il progetto dei  sentieri e dei Cammini nell’Isola. Tra questi il “Sentiero Italia” (da  Trapani a Messina, otre 7 mila chilometri complessivi, il più lungo  trekking al mondo del Cai) e la “Magna Via Franchigena” (da Palermo ad  Agrigento). L’indiscusso esempio da imitare è il Cammino di Santiago di  Compostela, giunto a 300 mila frequentatori annui. Le risorse per il  progetto provengono dai fondi europei e sono destinate agli stessi  uffici regionali, ai Comuni, agli enti gestori delle riserve e alle  associazioni culturali e ambientaliste che intendono sviluppare gli  itinerari di fruizione nelle aree naturalistiche. Anche in questo caso,  dunque,  Italia Nostra (ente gestore della Riserva naturale orientata  Monte Capodarso e Valle dell’Imera Meridionale) può accedere ai  finanziamenti, presentando un suo progetto. Ci sarà tempo sino a marzo  2020 (tempi brevi – ovviamente) per provare a concorrere  all’aggiudicazione di questi fondi finalizzati a realizzare percorsi per  le biciclette (molto apprezzati in Europa), tracciati pedonali, aree  attrezzate, posti tappa lungo gli itinerari. Insomma: finalmente una
Sicilia “altra”. Una Sicilia che ci piace.

Leandro Janni – Presidente regionale di Italia Nostra Sicilia

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