Cronaca

Farruggia: “inaudita odissea per il nostro concittadino deceduto”

Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma del consigliere del M5S, Virginia Farruggia

“Quanto è accaduto negli scorsi giorni ha scosso la comunità tutta e non può più essere tollerato. Per anni siamo stati chiamati a valutare i tanti atti aziendali che si sono susseguiti ed abbiamo sentito parlare della rete ospedaliera e di potenziamento dei reparti di emergenza-urgenza per poi vedere morire, in modo disumano, un nostro concittadino. Il M5S locale esprime immenso cordoglio alla famiglia di Francesco Giovanni Giudice, deceduto, al pronto soccorso dell’ospedale Vittorio Emanuele di Gela, dopo un odissea durata quasi 24 ore tra i nosocomi di Gela e di San Cataldo.

E’ raccapricciante leggere la relazione del direttore generale dell’Asp di Caltanissetta, Alessandro Caltagirone, che ripercorre passo dopo passo l’interminabile viaggio di Francesco che lo ha condotto alla morte. Non voglio entrare nel merito della vicenda perché saranno gli organi competenti ad esprimersi in tal senso, e spero lo facciano al più presto, ma è giusto ribadire oggi che la salute e la cura dei cittadini devono tornare ad essere al centro delle scelte politiche, piuttosto che essere i cittadini a subire le scelte peggiori a beneficio solo di una politica troppo ripiegata su se stessa. E’ inaudito che un paziente, con sospetta emorragia, sia trasferito, con urgenza, nell’unità operativa di gastroenterologia del Maddalena Raimondi di San Cataldo, particolarmente attrezzato per interventi chirurgici all’addome e che subito dopo l’operazione,  venga messo nuovamente in un autoambulanza, durante la fase post operatoria per mancanza di posti letto; ma la cosa ancora più inaudita è che lo stesso arrivi nella struttura ospedaliera di Gela e sempre per mancanza di posti letto sia lasciato in astanteria. Così è finita la giovane vita di Francesco, in astanteria, quel parcheggio di barelle senza dignità e senza privacy, sotto gli occhi pietrificati delle decine di persone depositate tutte insieme in attesa, codici gialli, rossi, bianchi e verdi.

E’ impensabile che due strutture ospedaliere non si siano messe in contatto, prima di spostare un paziente così grave, per accertarsi che ci fosse un posto libero per accoglierlo e curarlo al meglio;

E’ impensabile che non si sia fatto posto ad un paziente in piena fase post operatoria in terapia intensiva e che vada incontro a due arresti cardiaci prima di arrivare nel suddetto reparto.

La sanità della provincia di Caltanissetta è letteralmente al collasso e presenta problemi patologici che, nonostante l’arrivo del nuovo direttore generale, sono rimasti irrisolti.

In particolare, il presidio ospedaliero Vittorio Emanuele di Gela ha subito negli anni un declassamento ingiustificato che ha visto la chiusura di alcuni reparti e la mancata apertura di altri, previsti dalla nuova rete ospedaliera. Il tutto ovviamente con pesanti ricadute sull’utenza, che come sappiamo, vive e subisce problematiche afferenti in una zona ad alto rischio ambientale; presenta, inoltre, una gravissima carenza di posti letto in Rianimazione, per i malati gravi che necessitano di terapia Intensiva post – operatoria quindi costretti per forza maggiore e con grande difficoltà ad essere gestiti ed assistiti dagli Infermieri del Gruppo Operatorio, spesso in astanteria, come accaduto al povero Francesco, in attesa che si liberi un posto letto in corsia.

Da troppi anni ormai sentiamo della carenza cronica di anestesisti-rianimatori, ma anche di personale infermieristico delle sale operatorie, del pronto soccorso e di altri reparti, con inevitabili conseguenze di crisi delle attività chirurgiche, basti pensare che in un complesso operatorio che consta di ben quattro sale operatorie, ne funzioni solamente una con un numero irrisorio di interventi la settimana.

La struttura ospedaliera Vittorio Emanuele di Gela, presenta una situazione drammatica anche nei reparti di emergenza urgenza, quali per l’appunto il Pronto Soccorso, dove la mole di lavoro risulta nettamente aumentata mentre il personale è rimasto pressoché invariato e gli spazi, nonostante sia un reparto nuovo, risultano del tutto inadeguati alle esigenze della nostra comunità ed insufficienti rispetto all’utenza giornaliera.

Una situazione che va al di là di ogni tolleranza e che se da un lato mortifica la professionalità di ogni dipendente di questa ASP che quotidianamente lavora negli ospedali e nel territorio con turni massacranti, dall’altro compromette gravemente e irrimediabilmente il diritto alla salute dei cittadini siciliani, così come garantito dall’art.32 della Costituzione

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