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Alla discarica l’inutile Sit-in della vergogna…

Gela – Ce lo aspettavamo, ma non fino a questo punto. L’amministrazione, su suggerimento del nuovo staff della comunicazione, ha organizzato un sit-in di protesta davanti ai cancelli della discarica di Timpazzo per manifestare la disapprovazione verso il Governo regionale che avrebbe deciso di individuare Gela come punto di riferimento regionale per il conferimento dei rifiuti, dopo il sequestro della discarica di Lentini. In quattro e quatt’otto, la gestione dell’Ente ha diramato una nota in cui chiedeva alla città di riunirsi alle 9.30 in quel sito ‘indiziato’. A parte l’orario infelice che ha impedito ai pochi presenti di intrattenersi a lungo, per non rischiare un mancamento, non c’era la città. Quella che il sindaco ha chiamato a raccolta e che non ha risposto. Le chiavi di lettura sono due: vero è che i gelesi non sono soliti scendere in piazza se non per chiedere il lavoro che uccide come è accaduto nel 2000, quando si invocava la salvezza dell’impianto di pet-cocke; non lo hanno fatto neppure che ribellarsi sul tema dell’acqua; ma è anche vero che i gelesi hanno dimostrato stamattina di non credere nella battaglia che si è intestata l’amministrazione comunale. E infatti non c’era nessuno dei cittadini liberi; forse due o tre coppie, ma non di più. Il resto erano tutti rappresentanti politici e comunicatori. Rappresentanti, si. Perchè non c’erano interi gruppi politici ma solo qualcuno in rappresentanza. Qualche rappresentante del mondo dell’associazionismo. Qualche;  perchè se sono se ne fosse presentato uno per associazione ci sarebbero state almeno 150 persone in più delle neanche 50 presenti. Delle 50 ( voglio abbondare) erano presenti il sindaco in vestito blu e caviglie in vista, gli assessori Liardi, Malluzzo e Licata, i suoi sostenitori Morselli, il gruppo del Pd con il deputato Arancio, il segretario cittadino, il provinciale Di Cristina che è scappato dopo 20 minuti, e quello di Niscemi Di Dio, la presidente Ciazza e qualche simpatizzante; qualche poliziotto per l’eventuale controllo dell’ordine pubblico, il gruppetto del Movimento 5 Stelle con i deputati e comunicatori al seguito e poi i giornalisti. C’erano più giornalisti che altri. I rappresentanti della politica hanno sfilato in passerella passando da una telecamera all’altra per dire cosa il Governo della Regione non deve fare. Non una proposta concreta. Niente idee da suggerire in alternativa a Timpazzo. Solo invettive ai sindaci. Parole al vento, spesso a pagamento e nessun discorso pubblico.  Perchè il sindaco è stato troppo impegnato a rilasciare interviste a giornalisti convenzionati e non .. ed , evidentemente, non aveva altro da dire gli astanti. Per fortuna non c’erano curiosi ( i gelesi non si sono avvicinati neppure per curiosità, non interessa loro) ma se ci fosse stato non avrebbe capito nulla su cosa ci facessero davanti ai cancelli della discarica quelle 50 persone. Perchè nessuno ha suggerito al sindaco di parlare e di spiegare cosa stesse accadendo e perchè stamattina quelle poche persone hanno deciso di andare a prendere il sole lì. E che sole..! Poi è arrivato un camion e per 4 minuti, una fila di 10 persone ha fatto finta di fare una barricata.

 

Non appena giornalisti e comunicatori hanno finito di fare le foto sopra, la barricata si è sciolta miseramente ed il camion è passato tranquillamente. Questa è la cronaca dei 90 minuti sotto il sole di Timpazzo. Alle 10.50 il sindaco è andato via e dopo di lui, gli ultimi stacanovisti muniti di cappello.

Passiamo alle considerazioni politiche: se questo è il metro dell’indice di gradimento della politica emergente, i gruppi possono cominciare a cospargersi il capo di cenere e ricominciare daccapo. Se un sindaco chiama a raccolta per un problema che dovrebbe far saltare dalla sedie 70 mila persone e ne vengono 50 , c’è da pensare davvero. E se ad aiutarlo ci sono il Pd ed il Movimento 5 stelle che rappresenterebbero anche una forza di Governo importante e riescono a mettere insieme 10 persone , visto che gli altri erano là per lavoro o per politica, potere immaginare che messaggio arriverà al Governo della Regione.  Naturalmente niente opposizione impegnata a dialogare con la Regione e neppure alleati. Niente Forza Italia, nè Udc. Niente di niente.

 

Italia viva dice di condividere l’azione, noi abbiamo visto solo l’assessore Malluzzo e non altri in rappresentanza. Ecco la loro nota:

“Italia Viva Gela ha deciso di partecipare al sit in di protesta contro l’ampliamento della discarica voluta dal Presidente Musumeci, consapevoli che si è trattato di una mera testimonianza contro la decisione del presidente Musumeci di ampliare la discarica di Timpazzo. Una scelta che ancora una volta mortifica il nostro territorio in termini ambientali e di salute dei cittadini. E’ evidente che la protesta di oggi non sia servita  a dare una soluzione ad un problema che va invece affrontato nelle sedi competenti. Chiediamo quindi al Sindaco: 1) esercitare  i numerosi poteri che la legge gli attribuisce quale primo responsabile della salute dei cittadini, financo di impedire con ordinanza il transito degli autocompattatori; 2) chiedere a S.E. il prefetto un incontro urgente alla presenza del governo regionale ed ottenere la revoca del provvedimento regionale di ampliamento; 3) impugnare i provvedimenti del presidente Musumeci innanzi al tribunale amministrativo”.

LetteraG ha scelto di non intervistare nessuno. L’amministrazione ha tante testate convenzionate attraverso cui si esprime. Inoltre abbiamo vissuto quell’oretta come una inutile passerella e, come spesso avviene per noi che stiamo al di là della staccionata, non ci siamo voluti prestare. Però vi raccontiamo tutto attraverso immagini , foto e cronaca. Aspettavamo che il sindaco parlasse: avremmo registrato. Ma non l’ha fatto. Non l’ha ritenuto utile. Meglio le interviste fiume, senza contraddittorio.

 

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