Cronaca

Paola Greco. Nessun affare di famiglia

 

Ho appreso, nei giorni scorsi, con non poca sorpresa, di notizie diffuse
a mezzo stampa in forza delle quali sarei stata coinvolta, mio malgrado,
in una vicenda nata da un attacco politico mosso da alcuni consiglieri
comunali nei riguardi dell’amministrazione comunale del comune di Gela e
poi sfociati in notizie divulgate online, via radio e social media, che
hanno poi generato, cosi come spesso avviene in questi casi, una
inqualificabile canea mediatica anche sui social network.
Pur rispettando il lavoro di qualsiasi giornalista così come l’attività
di chiunque faccia politica, non posso non evidenziare che le notizie
diffuse all’interno degli articoli meglio sotto riportati contengono
circostanze storicamente false e che sono anche lesive del mio onore e
della mia reputazione, che ritengo di essermi guadagnata da giovane
avvocato sul campo e solo con il lavoro e mai con favori o regalie di
nessun genere provenienti da chicchessia.
Gli articoli in questione sono i seguenti:
1) articolo del quotidiano di Gela (testata giornalistica online) a firma
di Rosario Cauchi del 10.5.2020 intitolato Incarichi legali alla nipote
del sindaco, centrodestra chiede verifica “affari di Famiglia”.
2) articolo di Today 24 (testata giornalistica Online), del 10.5.2020,
intitolato “incarico legale alla nipote del sindaco”, il centrodestra
accusa. Greco “E’ la macchina del fango”, a firma la redazione.
3) Articolo della testata giornalistica on line “Lettera Gi” del
10.5.2020 a firma la redazione
4) Telegiornale andato in onda l’11.5.2020 sul canale 647 del digitale
terrestre e sulla testata on line del quotidiano di gela.
5) Puntata del 11.5.2020 di radio Gela Express intitolata “Lo dico alla
Radio”.
Chi mi conosce sa che sono particolarmente restia a dare seguito a
sterili polemiche, ma questa volta mi vedo costretta a farlo al solo fine
di respingere ai mittenti le infamanti accuse che mi sono state mosse,
pur non sfiorando il merito della querelle politica che in questo momento
sta animando le diverse parti in causa, e fornire gli opportuni
chiarimenti agli organi di stampa interessati che, invero, avrebbero già
dovuto, esattamente come la legge gli imponeva di fare, interpellarmi per
darmi la possibilità di controdedurre e replicare, in quanto parte
interessata, alle accuse diffamatorie con le quali si è provato ad
adombrare la mia sfera etica e la mia immagine professionale.
Ma andiamo ai fatti che poi sono quelli che contano.

Mi onoro di rappresentare l’Ente Comune dal 2017, già prima
dell’insediamento della giunta Greco avvenuto a maggio 2019, ricevendo
incarichi di assistenza e patrocinio in giudizio secondo i regolamenti
comunali vigenti ratione temporis.
La mia difesa è sempre stata fedele, diligente, libera, autonoma,
indipendente ed incondizionata, esattamente come impone la legge ed il
codice deontologico forense.
Nel solo periodo che va dal gennaio 2018 ad aprile 2019 (15 mesi) e
dunque prima dell’insediamento del sindaco Avv. Lucio Greco, avvenuto il
15.05.2019, mi sono stati assegnati secondo gli anzidetti criteri
regolamentari n. 9 incarichi di assistenza in giudizio del Comune di
Gela.
Negli ultimi 12 mesi, invece, da quando l’ente è rappresentato dal
sindaco Lucio Greco, che è anche mio zio (fratello di mio padre), mi sono
stati assegnati, sempre in forza degli anzidetti criteri regolamentari,
n. 6 incarichi professionali. Di questi 6 incarichi, due costituiscono
mere prosecuzioni di vecchi incarichi conferiti dalle precedenti
amministrazioni comunali, trattandosi di riassunzioni di cause non
iscritte a ruolo o di riproposizioni di controversie nelle quali era
stato dichiarato il difetto di Giurisdizione dell’AGO a favore del TAR.
In sostanza solo 4 nuovi incarichi professionali in 12 mesi di
amministrazione Greco, al cospetto di 9 incarichi assegnatimi con le
precedenti amministrazioni in 15 mesi. In proporzione, visto che si parla
di numeri, ho ricevuto meno incarichi con la giunta Greco che con altri
sindaci. Altro che favori!
Le notizie di stampa diffuse in questi giorni riferiscono invece di un
sistema di rotazione che si sarebbe addirittura inceppato proprio sul mio
nome, come se io fossi una privilegiata, favorita dallo zio sindaco.
Ebbene, non io ma i documenti ufficiali che si allegano al presente
comunicato, trattandosi di documenti accessibili pubblicamente sul sito
istituzionale dell’ente, smentiscono recisamente tali falsità.
Ed invero, ai dieci colleghi avvocati iscritti nell’elenco dei difensori
dell’Ente Comune, appartenenti alla medesima categoria e fascia di
contenzioso, sono stati assegnati un numero di incarichi pari o superiori
a quelli a me affidati, con la stessa periodicità e per un valore totale
mai inferiore agli incarichi a me affidati.
Aggiungo, che da una rapida verifica che ogni cittadino può effettuare
dando una rapida scorsa al documento ufficiale allegato, la sottoscritta
è l’avvocato, tra i professionisti fiduciari appartenenti alla medesima
fascia di contenzioso, che nell’ultimo anno (sindacatura Greco) ha
ricevuto meno incarichi di tutti gli altri colleghi iscritti nel medesimo
elenco.
Ed invero vi sono colleghi che nello stesso arco temporale (maggio 2019 –
maggio 2020) hanno ricevuto anche 9 incarichi, ovviamente anche loro
legittimamente ed in forza dei criteri stabiliti dal regolamento
comunale, al cospetto dei 6 incarichi (anzi 4) da me ricevuti.

Mi chiedo pertanto, alla luce di tutte le spiegazioni sin qui date, se
davvero qualcuno possa ritenere giusto che un avvocato, quale io sono,
iscritto in un elenco di difensori di fiducia di un Ente Comunale dotato
di un regolamento che prevede per il conferimento degli incarichi un
sistema assolutamente oggettivo di turnazione e scorrimento – che nulla
lascia alla discrezionalità degli uffici comunali – debba essere
pregiudicato nello svolgimento della propria attività professionale dalla
circostanza che, la temporanea reggenza del comune sia affidata ad un
congiunto.
Un’ultima considerazione merita la vicenda relativa all’incarico (facente
parte dei 4 nuovi incarichi assegnati dalla Giunta Greco) che avrebbe
suscitato tanto clamore mediatico e che avrebbe per oggetto un
contenzioso promosso da un cittadino gelese assistito dall’avv. Mario
Greco, mio cugino e figlio dell’attuale sindaco di Gela Lucio Greco (mio
zio).
Segnatamente mi si accusa di avere accettato il suddetto incarico al solo
scopo di patrocinare il Comune infedelmente ed a favore della mia
controparte (questo il messaggio infamante).
Occorre al riguardo evidenziare, per chi non è addetto ai lavori, che
allorquando viene affidato ad un avvocato un incarico professionale,
l’unica verifica che il nostro codice deontologico (art. 24 codice
deontologico forense) impone di fare è quella di verificare se vi sia una
qualche ragione di incompatibilità o di conflitto di interessi con la
controparte. Esiste inoltre un dovere di astensione nei soli casi in cui
” le parti aventi interessi confliggenti si rivolgano ad avvocati che
siano partecipi di una stessa società di avvocati o associazione
professionale o che esecitino negli stessi locali e collaborino
professionalmente in maniera non occasionale”.
Orbene, allorquando mi è stato assegnato l’incarico in commento (stiamo
parlando di un contenzioso di modestissimo valore che si celebrerà
innanzi al Giudice di Pace di Gela), non avendo ravvisato, così come
tuttora non ravviso, ragioni formali e sostanziali di incompatibilità o
di conflitto di interessi e ritenendo in tutta coscienza che la mera
parentela con l’avvocato di controparte, per quanto stretta, non avrebbe
e non potrà in alcun modo condizionare la mia attività difensiva, ho
ritenuto di accettare l’incarico conferitomi. Ribadisco, quindi,
fermamente, la legittimità del mio operato e l’assoluta inesistenza
financo di ragioni di opportunità in forza delle quali avrei potuto
declinarlo.
Preciso che la mia attività lavorativa è assolutamente autonoma da quella
dello studio professionale del legale di controparte. Io ho il mio studio
professionale sito in Gela nella via Europa, e l’avv. Mario Greco ha il
suo, sito in Gela nel corso vittorio Emanuele.
Non collaboriamo in alcuna causa, non condividiamo lo studio
professionale, e personalmente non ho mai conosciuto né avuto rapporti di
alcun tipo con la sua assistita, controparte del Comune di Gela che
ovviamente sconosco.
Spiace che tutte queste mie precisazioni non mi siano state richieste per
tempo o che non siano state verificate sul sito istituzionale del Comune, dal quale qualsiasi cittadino e quindi anche chi si occupa di
informazione avrebbe potuto attingere ed inferire ogni circostanza utile
al fine di ricostruire, secondo i canoni della verità storica, fatti e
circostanze utili, evitando di parlare di favori o addirittura di affari
di famiglia.
Spero che questa comunicato, in uno all’allegato, serva a fornire i
dovuti chiarimenti ed a riportare la discussione nell’alveo della verità,
della trasparenza e forse anche della serenità valutativa e descrittiva
che deve connotare ed informare l’attività di ogni giornalista.
Di certo non consentirò più a nessuno di ledere la mia immagine di libera
professionista ed avvocato del libero foro.
Non rinnego i miei rapporti affettivi con l’attuale sindaco di Gela, ma
rivendico con forza la mia libertà, la mia autonomia e la mia
indipendenza in forza dei quali continuerò, esattamente come facevo prima
che si insediasse il sindaco Greco, ad esercitare il mio ministero
difensivo sempre all’insegna dei canoni previsti dalla legge e dal mio
codice deontologico.
Un’ultima considerazione finale non riesco a non farla. Visto che si è
parlato di affari è giusto evidenziare che gli incarichi professionali,
affidati peraltro in forza di un regolamento che prevede che
l’indicazione del nominativo dell’avvocato sia fatta dal dirigente in
forza di principi di rotazione tra professionisti iscritti alla medesima
fascia, hanno tutti un valore modestissimo, con compensi parimenti
modesti. Anche questi dati ben avrebbero potuto essere verificati
previamente da chi fornisce notizie, piuttosto che alludere a non meglio
precisati affari di famiglia.
Fatte le superiori e dovute puntualizzazioni, con il presente comunicato,
impregiudicato il mio diritto a tutelare la mia immagine per quanto già
avvenuto e perpetrato in questi giorni, informo che da questo momento in
poi qualunque ulteriore infamante accusa che riguardi ancora una volta la
mia persona, in questa tristissima ed inqualificabile (per come è stata
posta) vicenda, sarà oggetto di censura innanzi agli organi
giurisdizionali all’uopo preposti, affinché perseguano chiunque riterrà
di continuare a diffamare la mia persona ed il mio ruolo di
professionista.
Ho già conferito al riguardo mandato ai miei legali Avv.ti Emanuele
Maganuco e Davide Ancona affinché agiscano a tutela della mia dignità
personale e della mia onorabilità professionale.

Avv. Paola Greco

Mostra Altro

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button