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Niscemi, guai giudiziari per il sindaco per il quale viene chiesto il giudizio

Gli effetti della commissione d'inchiesta prefettizia di due anni fa. Oltre a Massimiliano Conti nell'indagine spunta anche Francesco La Rosa, ex sindaco, amministratori, funzionari e 15 imprenditori

Gli effetti investigativi sul Comune di Niscemi dopo la commissione d’inchiesta prefettizia all’indomani del blitz antimafia “Polis” in cui è rimasto coinvolto l’ex sindaco non sono ancora conclusi ed ora la Procura di Gela ha chiuso le indagini preliminari nei confronti di Francesco La Rosa, già sindaco, e dell’attuale primo cittadino Massimiliano Conti. Nell’elenco ci sono anche altri amministratori e funzionari.

Per i due la Procura chiede il rinvio a giudizio per abuso di ufficio ed omissione relativo al servizio di patrocinio legale del Comune di Niscemi, senza aver stilato la graduatoria di valutazione dei titoli e senza aver fatto il verbale di aggiudicazione, “assegnando – spiegano gli inquirenti – l’incarico in modo arbitrario senza alcuna valutazione”.
In più si contesta l’abuso per la delibera di giunta con la quale venne dato un vantaggio economico alla Tekra, società che svolge il servizio di raccolta differenziata, per aver superato il 60% di raccolta differenziata.

Nel calderone giudiziario ci sono anche 15 imprenditori per turbativa d’asta perché “mediante mezzi fraudolenti turbavano le gare d’appalto del Comune di Niscemi”, partecipando in forma autonoma ma alla base secondo l’indagini c’era un “unico centro decisionale”.

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