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Mussomeli. All’ennesimo rifiuto, lui fa una strage: spara all’ex compagna e alla figlia di lei, poi si uccide

Mussomeli. L’amante deluso, Michele Noto, 28 ani, per uccidere l’ex compagna Rosy Mifsud, 48 anni, di origine greca, e sua figlia Monica Diliberto di 27 anni avrebbe utilizzato una pistola a tamburo legalmente detenuta. Secondo una prima ricostruzione non è escluso dagli inquirenti che il giovane abbia utilizzato anche un cuscino per attutire il rimbombo dei colpi esplosi all’indirizzo delle due donne. Subito dopo ha rivolto la stessa pistola contro se stesso facendola finita.

Il profilo Fb di Michele Noto. “Chi non vive serenamente la propria vita è destinato a disturbare la vita degli altri”. Così postava sulla sua pagina Facebook Michele Noto tre anni fa e dopo il post non è mancato lo scambio di vedute con quello che lo stesso Noto reputava un “paesano” senza schiena dritta perché utilizzava un falso profilo. Era un periodo in cui si dedicava alla palestra ed allo sport ma dentro di lui c’era qualche tentennamento tant’è che per lo sguardo del suo cane era l’unico che non l’avrebbe mai tradito o lasciato solo. Un cane per amico ed il tormento di non poter vivere la sua storia d’amore con Rosy Mifsud, una donna di origine greca, con cui aveva condiviso la passione dell’amore. Amava la palestra Michele Noto e qui trascorreva il tempo libero. Amava le vetture da competizione.

Le vittime. “No alla violenza sulle donne” ha postato in diverse occasioni Rosy Mifsud di 48 anni, e nel suo profilo Fb scriveva “La donna è il capolavoro di Dio, soprattutto quando ha il Diavolo in corpo”. Per la donna “l’amore è l’unica cosa in questo mondo che copre tutto il dolore e ci fa sentire unici e meravigliosi”. Ma quell’amore infranto, diventato forse ossessione per Michele Noto, è stato fatale per lei. A scoprire i corpi di Rosy, Monica e Michele è stato Gabriele Diliberto, il figlio minore della Mifsud, il quale ha ricevuto la telefonata del fidanzato di Monica preoccupato perché la ventisettenne non rispondeva al cellulare. Nessuna risposta dall’altra parte del telefono da qui l’allarme lanciato al cognato il quale, dopo essere arrivato in via Santa Maria Annunziata (nel cuore del centro storico) ha trovato davanti a se la terribile scena.

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