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Parla lo studente del Liceo scientifico: “troppe chiacchiere, sto in quarantena da venerdì”

Non ho partecipato ad alcuna festa e non ci sono focolai se non di chiacchiere

Gela – Il coronavirus ha colpito non solo talune persone nel corpo, ma ha deviato le menti. La paura di chissà quale sofferenze, i messaggi catastrofici dei media; i numeri che tornano a passare per i network nazionali non aiutano a mitigare il senso di oppressione che cattura i cuori. E cominciano i chiacchiericci, si amplificano le notizie che , passando di bocca in bocca , assumono connotazioni macroscopiche.

In questo contesto si innesta la storia dello studente del Liceo scientifico Vittorini che, nell’anno più importante della sua vita, fatto di ingresso alla maggiore età e maturità scolastica, ha dovuto fare i conti con il contatto con i virus. Eppure lui si presenta sereno, coraggioso ma risentito rispetto a chiacchiere eccessive e notizie distorte che non fanno bene all’atteggiamento psicologico con cui il giovane e la sua famiglia affronta questo momento. Nonostante ciò, con la tranquillità che lo contraddistingue, ha deciso di parlare con noi per fare un pò di chiarezza.

Come stai ?

“Fisicamente bene, non ho accusato alcun sintono. Dal punto di vista psicologico, non ci faccio caso; come se non avessi nulla”

Quando hai scoperto di essere positivo al Coronavirus?

“Io gioco a calcio e sabato pomeriggio mi sono sottoposto al primo tampone; è risultata la positività al virus. I medici e i dirigenti sportivi mi  hanno consigliato di ripetere l’esame per avere conferma e la conferma è arrivata  l’ho saputo lunedì. Poi è stato fatto il tampone all’Asp ed il risultato ufficiale , da parte delle autorità sanitarie è arrivato ieri pomeriggio alle 15.30 circa”.

Nel frattempo la famiglia aveva comunicato con la scuola che ha provveduto a istituire la didattica a distanza per la classe.

Che contatti ci sono stati nel frattempo?

“Alcune persone sanno che un mio compagno che gioca nelle stessa squadra di calcio, ha dato una festa e qualcuno ha asserito che io avrei partecipato. Nulla di più falso. Non ho partecipato ad alcuna festa e che quindi chissà quali focolai ci sarebbero. Bene: io non ero invitato, non ho partecipato ad alcuna festa anche perchè ero in quarantena. Dicono che mi hanno visto il sabato ma non sono voci veritiere: da venerdì sono in quarantena volontaria e sono uscito sono per fare i tamponi”.

Non è la prima volta che succede. Si accendono focolai di parole più che di virus, attorno a chi vive un momento particolare. Focolai di ‘j’accuse’ e di ricerche di untori, sintomo di un malessere di gregge foraggiato da un clima di incertezza e di timore.

Come passi le giornata lontano dai tuoi hobby e dalla tua vita normale?

“Certo qualcosa è cambiato, ma durerà poco per fortuna. Passo la giornata fra messaggi e qualche telefonata, mi dedico allo studio perchè frequento il quinto anno e devo affrontare una prova pesante a fine anno scolastico. mi servirà a prepararmi meglio. I miei amici non mi fanno mancare la loro vicinanza e la mia famiglia è sempre con me”.

Certo le chiacchiere non aiutano …..

 

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