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Iran, parte l’operazione “Suleimani martire” contro gli Usa: missili contro due basi in Iraq. I militari italiani a Erbil in salvo nei bunker

L‘Iran ha avviato la propria rappresaglia contro gli Usa per l’uccisione del generale Qassem Soleimani da parte degli Usa. Alle 1:20 della notte tra martedì e mercoledì (intorno alla mezzanotte italiana) è partito un attacco missilistico in Iraq contro due basi che ospitano le truppe americane e quelle della coalizione, tra cui militari italiani. Una pioggia di cruise e di missili balistici a corto raggio partita dal territorio iraniano e che si è abbattuta contro la base di al-Asad e contro quella di Erbil per circa 30 minuti. Non a caso l’operazione è stata battezzata ‘Soleimani Martire‘. Secondo l’Ansa il personale del contingente militare italiano ad Erbil si è radunato in un’area di sicurezza e gli uomini si sono rifugiati in appositi bunker. Risultano tutti illesi.

La tv di Stato iraniana ha parlato anche di una seconda ondata di attacchi e ha riferito che le vittime sarebbero ottanta. Secondo l’emittente di Teheran sono stati lanciati 15 missili e nessuno è stato intercettato. La tv ha parlato di “80 terroristi americani” uccisi e 200 feriti. Non ci sono conferme, anzi fonti Usa fanno sapere che non c’è alcuna vittima americana. Baghdad fa sapere che nessun militare iracheno è rimasto colpito nell’attacco. In precedenza erano stati i canadesi ed i norvegesi ad annunciare di non aver registrato vittime. Sono stati lanciati 22 missili, 17 dei quali hanno colpito la base di Al Asad, mentre due non sono esplosi. Altri cinque missili hanno colpito la base nella città settentrionale di Ebril.

Il Pentagono, in una nota, ha affermato che dopo aver messo al corrente dei fatti il presidente americano Donald Trump sta ancora valutando le conseguenze dell’offensiva. Nel frattempo Trump twittava: “Tutto va bene!“. Intanto a Washington si è riunito il consiglio per la sicurezza nazionale alla presenza del segretario di Stato Mike Pompeo e del numero uno del Pentagono Mark Esper. “Noi non vogliamo l’escalation verso la guerra, ma ci difenderemo contro l’aggressione”, ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, che ha definito l‘attacco missilistico contro le basi Usa in Iraq una “misura proporzionata di auto difesa”.

L’Iran minaccia quindi “azioni ancor più devastanti” solo se gli Usa dovessero decidere di rispondere. “Se l’Iran dovesse essere attaccato sul suo territorio – avvertono le Guardie Rivoluzionarie – Dubai, Haifa e Tel Aviv verranno colpite in un terzo round di attacchi da parte dell’Iran”. Da Teheran il corpo delle Guardie Rivoluzionarie ha annunciato come “la feroce vendetta” per l’uccisione del generale Soleimani sia iniziata e ha affermato che l’operazione iniziale si è conclusa con successo e che la base di al-Asad, contro cui sarebbero stati lanciati almeno 35 missili, “è stata completamente distrutta”.

Intanto volano le quotazioni del petrolio, balzato del 3,4% a 65 dollari, e dell’oro, a quota 1.600 dollari l’oncia ai massimi dal 2013. (FQ)

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