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Concorsone della Regione: quasi 150mila domande per 1.170 posti

Quando mancano sei giorni alla scadenza dei termini per la presentazione delle domane, sono 146.742 le istanze pervenute alla Regione per la partecipazione ai concorsi, con 1.170 posti disponibili. Si tratta di 537 assunzioni nei centri per l’impiego categoria D e altri 487 categoria C, 100 posti per il ricambio generazionale nell’amministrazione regionale e 46 agenti del Corpo forestale; per il solo Corpo forestale le domande al momento giunte alla Regione sono 21.421.

Intanto è stato presentato al Tar il maxi ricorso contro l’annullamento del concorso indetto da Arpa Sicilia. La Fials tramite l’avvocato Francesco Russo Bavisotto ha chiesto, assieme a 82 concorrenti, di revocare il provvedimento con il quale era stata annullata la procedura per reclutare 57 dipendenti indispensabili, a dire dell’Azienda, per garantire le attività istituzionali di Arpa. Una selezione che aveva visto la partecipazione di circa 14 mila persone in cerca di un posto di lavoro dopo anni di pandemia.

I ricorrenti fanno istanza di sospensione cautelare ritenendo “che l’annullamento non sia legittimo, sia sotto il profilo del rischio di perdita definitiva della possibilità di assunzione concretizzatasi per i ricorrenti, che sotto il profilo della persistente lesione dell’interesse pubblico all’espletamento del concorso”. “L’annullamento – spiega Enzo Munafò, segretario provinciale della Fials – rappresenta un grave danno per l’Arpa e i suoi dipendenti, che da tempo si trovano in gravi difficoltà organizzative e nella impossibilità di garantire servizi essenziali indispensabili alla tutela e al controllo dell’ambiente. È inconcepibile quanto avvenuto, l’amministrazione non è in grado di portare avanti una procedura di selezione concorsuale, creando con la revoca un doppio danno, in primis ai dipendenti che attendono ancora rinforzi e che oltre al lavoro straordinario, vengono chiamati ad effettuare “progetti obiettivo mirati”, per garantire “servizi essenziali istituzionali”, e in secondo negando ai tantissimi candidati una possibilità di trovare occupazione”.

L’azienda, per giustificare il provvedimento di annullamento, aveva sostenuto che dalla preselezione bisognava esonerare i dipendenti interni, ritenendoli già ammessi al concorso. Secondo la Fials però “il provvedimento di annullamento appare illegittimo e contrario ai principi dell’interesse pubblico, alla copertura dei posti vacanti”.

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