Cronaca

Crolla una parte del pontile sbarcatoio

Gela – Giornata nera quella di oggi al rientro dal periodo delle festività. Crolla una parte del pontile sbarcatoio. La zona è stata transennata. Un’altra immagine di una città lo sbando, un’altra ala spezzata di un uccello che vola basso. Il pontile era stato oggetto di un intervento costato circa 400 mila euro che metteva in sicurezza e agganciaba una parte ad un’altra. Era stato aperto per le passeggiate dei romantici ma anche questo aveva alzato un polverone. Adesso il crollo finale di una struttura, l’ennesima che si candida a simbolo di Gela, all’ ingresso della quale è stata apposta una installazione anch’ essa discussa. Di fatto questa è la situazione di oggi.

NEL 2015 fu sequestratato a seguito di un tuffo pericoloso di un ragazzino.

Il pontile sbarcatoio rappresenta  la prima costruzione in cemento armato realizzata a Gela; il progetto, redatto nel 1909 dall’Ufficio del Genio Civile di Caltanissetta, diventò operativo nel 1911 e fu terminato quattro anni dopo nel 1915.

    La marineria gelese di allora, che comprendeva più di 200 navi di grosso tonnellaggio, tra bastimenti e velieri da commercio e da pesca, ebbe un notevole vantaggio per il carico e lo scarico delle merci, prima effettuato direttamente e con molto disagio sulla spiaggia. L’ulteriore incremento del traffico e l’attracco di navi con alto pescaggio, dopo qualche anno, però, resero necessario il suo allungamento di altri 150 metri; le lungaggini burocratiche, la difficoltà di finanziamenti dell’opera e le fasi storiche che attraversava l’Italia in quel periodo ritardarono tale aggiunta di circa vent’anni, infatti, i lavori di prolungamento, appaltati il 1° settembre del 1932, furono terminati nel 1935.

    Prima dello sbarco alleato sulla spiaggia di Gela, avvenuto la notte tra il 9 e il 10 luglio del 1943, il comando militare dell’esercito italiano, di stanza a Gela, fece saltare in aria con una carica esplosiva la parte centrale del pontile per ritardare lo sbarco delle truppe alleate le quali, peraltro, non ebbero nessun impedimento da tale inutile demolizione. Con la realizzazione del Porto Rifugio prima e del Pontile del Petrolchimico dopo, il pontile sbarcatolo cadde in disuso. Da qualche lustro la struttura, sia per la vetustà, sia perché in alcune parti pericolante, è stata dichiarata dalla Capitaneria di Porto inagibile.

    Per questo pontile, appartenente al demanio marittimo, danni si chiedeva alla politica dormiente una ripresa dei lavori che oltre a restituirlo alla pubblica fruizione ne faccia anche conservare in parte la struttura originaria, quale esempio di archeologia industriale marinara, ultimo purtroppo rimasto a Gela. (da Beniculturaligela)

Oggi si presenta così.

 

 

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