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Dove sei? La filosofia di Mauro Cascio tra esistenzialismo, amore e poesia

C’è una donna, innanzitutto. Silvia. E detta così l’ultimo libro di Mauro Cascio sembrerebbe una storia d’amore. E forse lo è, a dar retta alla dedica. Può una donna dar corpo, senso e sostanza ad una vita? Perché se così fosse ogni ricerca religiosa è, in fondo, una ricerca d’amore, la ricerca di una donna giusta. Possiamo anche cambiare amore, e lo facciamo perché non riusciamo a trovare la donna giusta. La donna è lì, alla fine, come la Silvia di Leopardi, come la Laura di Petrarca, come la Beatrice di Dante. Importa poco che esistano o meno. Persino Laura, che non fa da guida come Beatrice, e non ha accesi significati teologici è una “angelica forma”, uno “spirito celeste”, qualcosa di mondano, di bello, di innamorante, una “fera bella e mansueta”, ma che pure appartiene al cielo almeno come aspirazione. Ecco a cosa serve anche l’amore, come ci spiega Cascio, a colmare nell’altro le proprie incompletezze, a far proprio il Cantico dei Cantici. C’è molto Antico Testamento in queste pagine, dense, poetiche, ironiche. A partire dal titolo. Perché «Dove sei?» è la domanda che Dio fa ad Adamo nel Paradiso, dopo il peccato originale. Non è una scelta religiosa. Semplicemente si prende il mito, il racconto, e lo si riempie di significati nuovi. È così che l’autore interpreta la ‘rappresentazione’ di Hegel. L’arte, anche, ha questa funzione: ‘rappresentare’ concetti. Cioè metterceli davanti, dare vestiti. L’Antico Testamento trova storie per noi. E l’amore diventa una chiave importante per rispondere alla domanda. La risposta giusta non è: ‘Sono qui’. Perché non sapremmo mai dire davvero dove siamo. La risposta giusta è: ti sto cercando amandoti. Cioè annullando me nell’altro. Cioè, nemmeno ‘annullare’ è il termine giusto. Cercando me stesso nella relazione. Nell’altro. Del resto lo Spirito tutto è relazione. E di Spirito è fatta la Conoscenza. Perché a Mauro Cascio è la Conoscenza che interessa. Il resto è metafora. Silvia può prendere su di sé tutta la bellezza del mondo, e il suo ruolo, come il ruolo di ogni donna, è trasmutativo. Sono i valori che devono trasmutare. Diventare altro. Solo così può morire un’umanità fatta di nulla, banale, quotidianamente impegnata giusto a sopravvivere. Per risorgere umanità diversa, oltre-umana in senso nietzschiano.

Mauro Cascio, siciliano nel cognome e nell’anima, è uno dei più prolifici scrittori. Tra le sue opere «Il vacillare del senso», «Piazza Dalmazia», «La Sapienza di Re Salomone», «Lo schiaffo a Benedetto Croce».

Valerio Martorana

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