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Il dono torna, sempre……

Giacomo Giurato vive, lavora, è marito, padre, figlio e fratello. Si occupa di sociale, di musica di animali, presiede  e fa parte di una quantità innumerevole di associazioni; presenta, scrive, intervista e si fa intervistare. E chissà quante altre cose fa. Fa anche un’altra cosa. Fa il malato di cancro. Come, fa? Fa, nel senso che è malato di cancro e si rappresenta come tale. Certo, quasi quasi la gente non ci crede, tanta è l’energia che emana. Eppure lo è. E questa enorme energia gli viene proprio dalla consapevolezza della malattia. “Perchè quando hai il cancro e ti dicono che forse non arrivi a vedere crescere i tuoi figli, o ti deprimi o esplodi”. E lui è esploso. Perchè vuole vivere. E lo manifesta in tutti i modi possibili. Lo ha scritto pure in un libro fatto apposta per dare coraggio a chi ha il cancro e non sa come reagire. Lu ne parla; racconta tutto: in barba a chi si nasconde e si ripiega su sè stesso. E da quando vive questa esperienza la sua personalità si è espansa e si è moltiplicata in una serie indefinita di attività per dare coraggio e vita a chi non ha la forza per mettere insieme tutti i tasselli di una vita che gli sfugge di mano. Giacomo è così. E si presenta al mondo con tutta la forza e le paure che derivano da questa condizione. Ne ha parlato durante la serata di apertura del Salone del libro della scuola Verga.Una valanga di esperienze, di incontri, di racconti nel racconto del libro. Uno su tutti: “Nella mi a famiglia eravamo in due figli maschi – ha detto – mancava una bambina. Mia madre restò incinta avanti negli anni e questo, quasi 40 anni fa, veniva vissuto come una vergogna. Al momento di partorire le condizioni si presentarono critiche. Serviva una trasfusione. Io avevo 14 anni e mi offrii per donare il sangue. Era lo stesso sangue che salvò la vita di mia madre che me l’aveva data e di mia sorella che oggi è qui e che mi donerà il midollo osseo”. E qui la commozione lo vince. E anche al pubblico ed alla sorella Margharet. “il dono torna – dice – sempre. Io me la curo questa sorella. da lei dipende la mia vita futura . Ed io voglio vivere!.

 

“Io voglio vivere”, una biografia che si legge come un romanzo, scritto per i pazienti oncologici e i loro familiari, vuole essere un punto di riferimento per affrontare le difficoltà legate alla gestione della malattia. È anche un inno alla vita, un invito a non mollare, a non smettere mai di volere, ad ogni costo, un futuro. Esserci per l’altro, dedicare la propria esistenza al fratello in difficoltà, rappresenta la mission dell’autore, impegnato nella sua personale battaglia contro il cancro. “Irredimibile ed irrefrenabile giullare, innamorato della vita”. L’autore si rappresenta con un oggetto speciale, un naso rosso, simbolo della lotta contro le patologie ematologiche che gli consente di attraversare resistenze invalicabili erette dai pazienti che si rifiutano di accettare la

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