Archeologia e storia del territorio geleseeditoriale

“GELA ANTICA, LA NEW YORK DEL MEDITERRANEO”. UNA STORIA RACCONTATA MALE E LE RAGIONI DEL DISSENSO.

La diffusione del documentario animato “Gela antica. La New York del Mediterraneo”, definito dagli organizzatori del progetto “Gela. Le radici del futuro“, mezzo di semplice e fondamentale divulgazione storica, da proporre in seguito alle scuole, ha suscitato e continua a suscitare molte perplessità e spesso ilarità, nell`opinione pubblica locale, e non solo.
I dati storici errati in esso contenuti, insieme ai palesi anacronismi, hanno suscitato la reazione del pubblico, che si è espressa attraverso i social con commenti e reazioni che marcano i gravi errori riportati nella produzione.
Gli ideatori del contributo animato intervengono giustificando la bontà delle informazioni contenute e diffuse.
Quella che sembra la necessità di difendere quanto pubblicato, appare in questi frangenti, un tentativo di arrampicarsi sugli specchi. Per giustificare la presenza dei rinoceronti, pelosi e pelosissimi, in Sicilia durante il pleistocene, si fa ricorso a riferimenti bibliografici anch’essi “pleistocenici ” o a pubblicazioni che riportano i dati delle stesse in epoca più recente, mai mostrando i contenuti però, solo facendone riferimento.
In realtà da pubblicazioni del settecento o fine ottocento non si ricava proprio nulla, già allora il dato sul rinoceronte era fortemente messo in dubbio, se poi aggiungiamo che mancano proprio materialmente i reperti per poter fare una comparazione, di cosa stiamo parlando? Validità scientifica uguale a zero.
Le popolazioni siciliane dell’età della pietra che vivevano nelle tombe a forno dell’età del bronzo, rappresentate nelle illustrazioni, ricordiamo il concetto espresso più e più volte dagli ideatori, che l’immagine accompagnata dalla narrazione, diventa mezzo di semplice comunicazione, rappresentano un’incredibile anacronismo. A Gela e nel territorio, la presenza umana si registra a partire dall’età del rame, epoca in cui si viveva già in comodi villaggi di capanne.

Viene difesa la genuinità del dato che vuole Gela come luogo di nascita di Euclide, senza sapere che si tratta solo di tradizione locale relativamente recente. Questo dato è frutto di approssimazioni ed errori di interpretazione delle fonti storiche già nell’antichità. L’omonimia ha creato una confusione incredibile tra Euclide filosofo, l’Euclide matematico o chissà quale altra figura di Euclide di cui sono piene le fonti storiche.
Eschilo di Eleusi, morto a Gela, definito gelese, (sic).Questa notizia è stata difesa dicendo che Eschilo era gelese di adozione e non si è mai detto fosse nato a Gela. Il tragediografo giunse a Gela da esiliato, e seppur ospitato ed onorato, dire che era gelese non è storicamente e scientificamente corretto.
Accettare una cosa del genere, equivale a considerare Leonardo da Vinci francese  poiché passò gli ultimi anni della sua vita in Francia onorato e curato, o Cristoforo Colombo spagnolo e non genovese.
Gli errori presenti in questo contributo animato non sono giustificabili, soprattutto se si tiene conto dell’intenzione di proporlo alle scuole.
L’intenzione di sensibilizzare e invogliare i gelesi alla conoscenza della loro storia è intento nobile, ma deve avere come requisiti fondamentali, la corretta informazione e soprattutto le competenze di chi si appresta a svolgere questo compito, elementi che nella circostanza spesso non si riscontrano.
Non abbiamo nulla contro chi ha proposto o tenta di difendere i contenuti di questo documentario animato , perché mancano ,ancora più di noi, di una formazione archeologica e storica. Stiamo solo tentando di difendere la nostra storia, molto più ricca, particolareggiata e interessante, rispetto a quella proposta in questo cartone animato.
Ci dispiace si siano avvalsi della consulenza sbagliata, sono stati citati, mai nominalmente, fior di professoroni che hanno contribuito alla realizzazione del documentario. Chi potranno mai essere? Accontentiamoci di quelli citati nei titoli di coda, fino ai prossimi aggiornamenti, se ci saranno.
I dati si ricavano dalla consultazione e dallo studio delle fonti storiche serie e riconosciute, non dalla fantasia. Il progetto, che sarebbe potuto essere utile ed interessante, si regge purtroppo su basi cedevoli ed interpretazioni oltremodo fantasiose. Un danno grave per la storia di Gela e del territorio, un danno per l’alta finalità del lavoro e un danno per chi ha impegnato tempo ed energie sprecandole. Un lavoro improponibile per i contenuti che spero vivamente non venga proposto nelle scuole, in questo senso è già positivo il fatto che gli annunciati articoli sul quotidiano ‘La Sicilia’, da parte degli studenti, che dovevano accompagnare l`uscita di ogni puntata , non sono stati pubblicati.
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