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Bufera dentro Forza Italia, resa dei conti dei dissidenti, Miccichè “Imbarazzante

Su sollecitazione delle opposizioni Miccichè, secondo voci di corridoio non confermate, si preparava ad azzerare le Commissioni parlamentari. Ma lo scontro è salito di livello prima di questa decisione.

I ‘dissidenti’ che contestano la leadership di Gianfranco Miccichè hanno convocato, regolamento alla mano, per le 10.30, il gruppo parlamentare “per procedere all’elezione del nuovo capogruppo”, sfiduciando di fatto Tommaso Calderone.

Al suo posto l’indicazione sarebbe quella di eleggere Mario Caputo, almeno in base a quanto riporta l’Ansa. Decisione che si inquadrerebbe “nella prospettiva di un rilancio dell’azione politica di Forza Italia in Sicilia, quale partito liberale e popolare saldamente ancorato alla prospettiva e ai valori del centrodestra di governo, come indicato dal presidente Silvio Berlusconi”.

A compiere la mossa i deputati Mario Caputo, Riccardo Savona, Marco Falcone, Margherita La Rocca Ruvolo, Alfio Papale, Stefano Pellegrino, Riccardo Gallo Afflitto.

“E’ oggettivamente imbarazzante: tra i dissidenti ci sono assessori e presidenti di commissioni parlamentari, insomma persone che ricoprono ruoli di potere, tanti altri invece svolgono il proprio dovere senza avere incarichi o altro” dice sempre Miccichè che affida all’agenzia Ansa il suo pensiero critico.

“Mi tornano in mente le parole di Francesco Alberoni: ‘a tutti noi è capitato di aiutare qualcuno, di sostenerlo e poi scoprire che la persona beneficata, anziché esservi riconoscente non solo dimentica quanto avete fatto per lei, ma diventa fredda e si comporta verso di voi con rancore’. Ecco penso che sia necessario ripensare ai rapporti, magari col supporto di uno psicologo”.

“Sono amareggiato, ma sereno – aggiunge Miccichè – Ho parlato con Calderone, lui è disponibile a convocare il gruppo per discutere del merito di eventuali critiche nella gestione ma la realtà è che non esiste una motivazione per la sfiducia. Il dissenso in un partito è importante, porta al confronto. Se poi invece vogliono andarsene facciano pure perché di fatto con questo atteggiamento dimostrano di volere creare un altro gruppo, io sono tranquillo”.

Ma il ‘golpe’ potrebbe rientrare. La nottata è passata fra confronti e trattative per evitare il confronto pubblico e cercare di rimettere in piedi una sorta di unità del partito. L’esito del tentato ‘golpe’ è tutt’altro che scontato.

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