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Pontile da recuperare?

Il porto rifugio, il covid, scuole chiuse e scuole aperte, il servizio raccolta rifiuti, l’acqua e caltaqua, la torre di Manfria, i 33 milioni, il patto per il sud, la maggioranza, la minoranza, la minoranza nella maggioranza, i controlli sul territorio, il completamento del lungomare, la via Niscemi, la via Mediterraneo, la Conchiglia ed infine il pontile sbarcatoio che è crollato e continuerà a crollare. Forse la lista è più lunga di questa, ma tanto basta per far tremare i polsi a qualsiasi amministratore. Invece con nonchalance la nostra amministrazione salta come un cerbiatto da un problema ad un altro senza scomporsi, con soluzioni per tutti e per ogni occasione. Io per oggi mi voglio concentrare sul pontile sbarcatorio.

Progettato nel 1909 e terminato nel 1915, il pontile sbarcatoio di Gela portò sin da subito notevoli vantaggi alla comunità grazie all’efficienza nel carico e scarico merci ed un notevole incremento del traffico marittimo, tanto da rendere necessaria una richiesta di prolungamento dello stesso di 150 m qualche anno dopo. La burocrazia e le difficoltà nel trovare i finanziamenti e le fasi storiche che attraversava l’Italia in quel periodo ritardarono di circa 20 anni tale aggiunta, e le fasi di prolungamento vennero terminate nel 1935. Le peripezie del pontile paradossalmente cominciarono però proprio a ridosso dello sbarco alleato sulla spiaggia di Gela nell’ormai lontana notte tra il 9 e il 10 luglio del 1943, quando, ad opera del comando militare dell’esercito italiano, una carica esplosiva fece saltare la parte centrale del pontile, rendendolo inagibile”. (quindi gli alleati non sono sbarcati a Gela dal pontile). Insomma questo pontile ne ha proprio viste tante, compresa la seconda guerra mondiale, con lo sbarco degli americani a Gela.

“Con la successiva realizzazione del porto rifugio prima e del pontile del petrolchimico dopo il pontile sbarcatoio cadde nel dimenticatoio e quindi in disuso. Consapevole del valore di tale opera, l’amministrazione comunale, all’epoca guidata dal sindaco Fasulo, nel 2013 stanzia 200.000 euro per la ristrutturazione dell’opera, costruendo un ponte metallico che collega il vecchio pontile alla parte iniziale della struttura, non curante però del fatto che per una degna ristrutturazione di tale attrattiva turistica, sarebbero stati necessari non meno di 3 milioni euro”.

E udite udite arriva la parte fatta di grandi promesse da parte della politica che ovviamente ora tutti disconoscono e nessuno ha avallato (normale procedura). “L’inaugurazione fu un vero evento ad opera dell’allora governatore della Regione Sicilia Rosario Crocetta, che auspicò una ripresa delle attività di collegamento tra Gela, Malta e la Tunisia tramite aliscafo (ci siamo cascati tutti) così da incrementare il turismo in città. Ma come una bolla di sapone tutto scoppia quando nel 2015 la Procura di Gela attua un sequestro allo stabile, per mancanza di sufficienti garanzie di sicurezza. Ad oggi il pontile risulta essere un lontano ricordo, un cumulo di cemento armato posto lì senza alcun valore storico o culturale, attorniato da giostre e da una macchia mediterranea sempre più prepotente. Probabilmente la riqualifica del lungomare, le varie problematiche citate che l’amministrazione civica (?) si sta operando a risolvere, potrebbero, pur non volendo, gettare nel dimenticatoio questo grande ponte che collega la città ad un passato che potrebbe solo migliorare il futuro. Ma il fato o l’incuria hanno lo hanno portato in auge per i vari crolli avvenuti.

Ma davvero è il caso ti restaurarlo?

Il Pontile ,in quanto simbolo identitario della quasi totalità dei gelesi e luogo legato alla storia della città, andrebbe recuperato. Purtroppo però l’ipotesi del suo recupero e della conseguente fruizione, sembra essere irrealizzabile, la struttura è pesantemente e irrimediabilmente compromessa. Perché allora non pensare ad una ricostruzione fedele ,ricostruzione che dovrebbe iniziare dal prelevare le basole ancora presenti, più le altre sparse in luoghi diversi e provenienti dalla demolizione del primo tratto. Andrebbero inoltre recuperate le bitte originali per l’attracco delle imbarcazioni e quant’altro suscettibile di recupero e conservazione. In un piano generale di riqualificazione si potrebbe recuperare ,o ricostruire ,la vecchia Conchiglia , restaurare l’edificio della vecchia dogana, adibendolo a museo dello sbarco e dello stesso Pontile e completare il progetto del lungomare.

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