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Emergenza economia: il grido di allarme di Confeuropa

L’emergenza coronavirus ha comportato l’emanazione di una serie di provvedimenti che hanno tentato di rispondere alle esigenze imposte dal dilagare della pandemia.

“Ci siamo resi  conto di trovarci tutti nella stessa barca, come ci ricorda il Santo Padre, papa Francesco – dice Confeuropa imprese –  fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti a remare insieme”.

Il processo normativo è cominciato con il decreto legge cura Italia fino ad arrivare al decreto liquidità n.23 dell’ aprile 2020: tuttavia questi provvedimenti non hanno sortito l’effetto sperato, lasciando le piccole e medie imprese nello sconforto, con il rischio di fallire o non riaprire l’attività.

Noi di Confeuropa Imprese (associazione che ha come funzione primaria quella di interpretare, affiancare e sostenere le micro, piccole e medie imprese) vogliamo dare il nostro contributo; su iniziativa del Presidente Giuseppe Alizzio e del vice presidente vicario Giuseppe Giorgianni si è riunito in videoconferenza il Consiglio Nazionale con la partecipazione dei delegati regionali per analizzare il presente e programmare il futuro.

Ecco cosa chiediamo al governo Conte:

  • Versamenti e adempimenti tributari: è necessario dare una sospensiva in modo univoco dei termini fino al 31/12/2020.
  • Spostare in avanti la ripresa della riscossione senza applicazione di interessi e sanzioni.
  • Approvare un condono tombale (alla stregua del condono effettuato durante il governo Berlusconi dal ministro delle Finanze Tremonti);
  • Rottamazione delle cartelle esattoriali con un pagamento al 20% dell’importo dovuto come sorta capitale.
  • Sospensione x 1 anno del bollo auto (di competenza regionale).
  • Richieste in banca per liquidità: servono semplificazioni e chiarimenti per non rendere un calvario la richiesta di fondi da parte delle aziende, alle prese con una fase di enormi difficoltà.
  • Giovani che sono rientrati dall’estero:  sono una risorsa e bisogna fare in modo che non ritornino all’estero elargendo incentivi a fondo perduto con la creazione di adeguate start up.
  • Zes  (zone economiche  speciali):  rappresentano uno strumento di accelerazione dello sviluppo economico, ma in Italia non decollano; occorre snellire le procedure (all’estero dove sono applicate il pil è aumentato 1%).

Tali richieste sono state approvate dai componenti il consiglio nazionale e dai delegati regionali: Giuseppe Alizzio e Giuseppe Giorgianni; Stefano Mercuri (Presidente Confeuropa Imprese Moldavia);  Marco Nicastro e Stefano Borrella (vicepresidenti); Giusy Quercio e Roberto Galanti (Segretari Generali); Flavio Sordi, Giovanni Bella, Vittorio Ghinassi, Vito e Giuseppe Pisani, Antonio Leanza, Angelo Tassotti, Raffaella De Biasi e Ilona Koble (delegati regionali)

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