CronacaPolitica

Caso Morselli: massacro satirico a senso unico. L’amministrazione si schiera

In atto raccolta firme per la richiesta di dimissioni della consigliera.

Della battaglia per la tutela dell’ambiente ne abbiamo fatto uno dei punti più importanti della nostra campagna elettorale e non ci siamo tirati indietro quando siamo arrivati al governo della città. Allo stesso modo, non ci tireremo indietro adesso davanti alle nostre responsabilità.
Errare è umano, e Romina Morselli è una donna che ha commesso un errore, anche se non in prima persona, e che, ingenuamente, è caduta in un tranello mediatico dal quale si è innescata una macchina del fango che non si è messa in moto, in passato, nemmeno per tutti quei politici che hanno commesso reati ben più gravi sotto il profilo penale. La consigliera Morselli ha pagato economicamente per il suo errore già diversi mesi fa, quando le è stata recapitata la multa, senza cercare scorciatoie ed escamotage, e sta pagando ancora adesso un prezzo altissimo, di fronte al tribunale dei social e dei media in cui tutti si ergono a giudici. Una reazione spropositata sta facendo a pezzi una persona che, pur avendo la possibilità di nascondersi, non lo ha mai fatto e ha persino ammesso la sua colpa in tv per avere la possibilità di chiedere pubblicamente scusa.
Esiste una cosa che si chiama “proporzionalità della pena”, un principio secondo cui il castigo dev’essere commisurato al reato/errore commesso, e non è certo quello a cui stiamo assistendo in questi giorni. Non intendiamo in alcun modo negare la gravità del fatto, che condanniamo senza se e senza ma; ci sono, però, due cose altrettanto gravi che stiamo notando e che non possiamo non mettere in evidenza: la prima è l’operazione architettata per incastrarla, partita addirittura da un plico anonimo inviato da un ufficio che non aveva alcun diritto di divulgare dati sensibili; la seconda è l’indignazione ad orologeria, a convenzienza, che a volte scatta e a volte no, in base a chi sbaglia e non all’entità dello sbaglio.
Qui bisogna fare una netta distinzione tra i tanti cittadini giustamente risentiti per l’errore della Morselli e quelli politicamente schierati che, attraverso comunicati stampa e pagine social solo apparentemente satiriche, fanno a pezzi la vittima di turno per compiacere il gruppo politico al quale tacitamente appartengono. La satira è una cosa, la condanna tout court e il massacro mediatico sono altro. La satira è tale quando non guarda in faccia nessuno, non lo è più quando distrugge solo una parte politica. Raramente, o forse mai, si è visto un così feroce accanimento, neanche quando ci si è trovati di fronte a reati di esponenti politici poi rinviati a giudizio. Se malafede c’è, quindi, in tutta questa storia, è in chi sta crocifiggendo e mettendo alla berlina la consigliera Morselli, dando l’impressione che non aspettasse altro che un suo piccolo passo falso e dimenticando, o meglio, ignorando di proposito, che questa è anche una battaglia di civiltà giuridica. Il nostro Codice Civile, infatti, punisce solo l’individuo colpevole, che nel caso specifico non risponde nemmeno al nome di Romina Morselli, dato che la multa non era a nome suo. Chi cerca di negare questo fondamento del diritto è mosso solo da interessi politici, ed avvalora la tesi di una trappola costruita ad hoc, per demolirla moralmente e politicamente. Romina Morselli ha avuto l’onestà intellettuale di non nascondere la propria responsabilità e ha ammesso le sue colpe, non ha mai approfittato del suo ruolo per tentare di insabbiare l’accaduto.
E’ giusto e doveroso indignarsi contro ogni forma di illegalità, anche la più piccola, ma bisogna sempre saper riconoscere il male vero, quello che negli anni ha condizionato la vita democratica della nostra città, e che spesso ha portato la firma di chi oggi scaglia la pietra contro la peccatrice Romina Morselli. L’impressione è che si stia perdendo il senso della misura, e che sia in atto una oggettiva esagerazione rispetto alla gravità del fatto, fomentata da chi da tutto questo può e vuole trarre un guadagno in termini politici e di immagine.

Nella nostra società, purtroppo, sta venendo meno la capacità di distinguere, premessa fondamentale dell’onestà verso gli altri e verso se stessi, e ciò che più amareggia è la mancanza di rispetto, al punto che alcune elementari regole del vivere civile sembrano scomparse. Tutta questa ferocia e tutti questi insulti divenuti abituali nel linguaggio della politica non solo sono inaccettabili, ma fanno passare in secondo piano il vero messaggio che dovrebbe arrivare alla città, e cioè che per la prima volta c’è un’amministrazione comunale che davvero sta cercando di risolvere il problema dei rifiuti. Non bisogna mai dimenticare che a Gela la Tekra ha fatto quel che ha voluto e, attraverso i servizi aggiuntivi, è costata al Comune un sacco di soldi, lasciando la città sommersa da montagne di rifiuti e in una condizione inaccettabile. Stiamo lavorando affinchè con la nuova gara si possa risolvere il problema una volta per tutte, dando le giuste risposte ai cittadini e mettendo fine ai disservizi, e questo è l’obiettivo dal quale non ci possiamo assolutamente permettere di distogliere l’attenzione. Nelle more, uno dei modi in cui abbiamo cercato di ovviare al problema è una tolleranza zero reale, non una frase fatta o uno slogan da campagna elettorale: veramente non ci sono sconti per nessuno! La musica è cambiata, chi sbaglia e sporca, paga. E il Sindaco Lucio Greco è proprio colui che sta guidando questo cambiamento epocale, senza guardare in faccia nessuno e senza fare sconti a nessuno, nemmeno ai consiglieri della sua maggioranza.
Il Sindaco e l’amministrazione comunale tutta.

AGGIORNAMENTO

nel frattempo é partita la petizione per la raccolta firme con la richiesta delle dimissioni della consigliera.

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